Holding Patterns: Endless



I Crash of Rhinos sono uno di quei gruppi che mi porto dentro al cuore Knots e Distal li ascolto e riascolto quasi quotidianamente. E che rabbia non averli mai visti dal vivo, anche se questo live è straordinario. Tre di loro Jim Cork (chitarra), Ian Draper (basso) e Oli Craven (batteria) hanno formato gli Holding Patterns e Endless è il loro splendido disco d'esordio. Ho ascoltato tantissimo questo Endless durante questi ultimi cinque mesi. Mi ha aiutato ad affrontare una situazione impossibile. A non crollare definitivamente. Chiuso nella mia vecchia casa di sempre insieme a mio padre. In un paesino segnato dalle agonie e da troppi ricordi dolorosi Senza lavoro e senza la mia compagna. La depressione che mi accompagna da tutta la vita che è esplosa distruggendomi anche il fisico. Sono mesi che fatico a dormire. Tutte le mie stronzate non riesco tanto a tenerle sotto controllo. Questo disco è stato un abbraccio fraterno. Un fazzoletto provo asciugarmi le lacrime perché sto piangendo tantissimo in questo periodo. E non per il Covid, o non solo. Ma perché sono stanco. E questa che segue non è una recensione ma un concentrato di tutte le emozioni che mi ha trasmesso disco. E tutti quegli squarci di vita e ricordi che mi porterò appresso per sempre.


Glow: È un po' quando me ne sono andato. E vedere le frontiere chiuse. I controlli dell'esercito, della polizia, delle guardie di confine. Sono le mie lacrime in macchina. Un suono lunghissimo che non ha mai smesso di lacrimare.

At Speed: "It's hard to find the words" perché quando sei rimasto senza parole puoi solo fuggire o incazzarti e quante volte ho sprecato parole negli ultimi mesi e anni quando invece sarebbe stato meglio se fossi rimasto zitto. E quante volte ho fatto del male alle persone con le mie parole. Quanto dolore ho portato nelle vite altrui. Ne sento il peso addosso. E mi sento uno schifo. Poi arriva una gazza che gioca coi fili del bucato. Sembra quasi sorridere. “Please don't dilute the memory” sembra quasi chiedermi. E la sento nello stomaco mentre stendo i miei vestiti da due soldi.

First Responder: e il mio nome qual è? Me lo sono sempre chiesto. Il nome che mi hanno dato o quello che ho solo paura di sentire pronunciare. Questo pezzo mi trascina negli abissi perché ogni volta che ho sentito pronunciare il mio nome nella mia vita mi sono venuti i brividi. Avrei solo voluto scomparire. Scappare via. Tornare stabilmente nel mio paesino durante questa emergenza ha rimesso in circolo il mio nome e il dolore mi ha prosciugato da dentro. Avrei voluto chiamare un'ambulanza per spegnere questo incendio gelido che non si spegne mai dentro al mio cuore. Come un film che funziona in loop. 24 ore su 24. E vorrei solo trovare il modo per fermare tutto e guardare quel bambino che sono stato e chiedergli scusa.

Centered At Zero: impossibile per me girare per il mio paese. L'ho fatto il meno possibile. Mi piaceva camminare dentro alla mia camera. Nella mia testa. Sveglia 4 e mezzo di mattina. Lo sguardo rivolto verso l'alba. A soppesare tutta gli errori che mi sento fra le mani. Vai a preparare la colazione. I soliti biscotti. L'uscita per i giornali. Stai tranquillo. Non farti male. Sei solo. E sbattere via tutti i libri. Stappare un'altra birra. E berla in silenzio mentre fuori tutti hanno qualcosa da dire di intelligente. In silenzio. Resto in silenzio.

No Accident: e ti ho ascoltato facendo flessioni sulla moquette e pensando al mio lavoro. A quello che penso che sia la mia salvezza. E non sono nemmeno riuscito a farmi apprezzare il romanzo che ho scritto sul mondo delle pulizie. E sento in questo pezzo il ritmo della macchina dei popcorn che ho usato per ore e ore. Lo sento picchiare in testa e devo muovermi per farlo uscire. Per farlo tornare. Perché in fin dei conti non sono altro che altro il lavoro che faccio. Un corpo vuoto. Una mente vuota. E quanto vorrei avere una chitarra per sfasciare la mia macchina dei popcorn. Un colpo secco. E poi raccogliere tutti i pezzi e farci un bel falò.

Pyre: tutte le agonie funebri che ho ascoltato. I lutti. Le persone che ho perso in questi anni. Le file di bare. Le facce conosciute. Le telefonate che mettono i brividi. I nomi stampati per le strade. Tutte. E mio zio Angelo, un socialista. Un abbraccio. Punto.

Dust: la mia stanza è una stanza di dolore e polvere. Nella stanza dove ho dormito ci hanno posto la bara di mia madre. Hanno oscurato le sue pareti per rendere tutto più presentabile. E io sono rimasto a guardarla quella bara vergognandomi di me stesso. Come quello che avrebbe dovuto essere altrove. Non c'è giorno che io non pensi a mia madre. Da quando è morta la mia vecchia casa è vuota. La mia vita ha perso suoni e rumori e assenze. Non ci sono più i suoi silenzi, la sua severità, il profumo dei suoi piatti e dei i suoi occhi. Non c'è più niente. Ci vive mio padre in quella casa che mi è estranea. E mi sento una merda a dire che non c'è più niente. Ma io quando ascolto questo pezzo sento la mia stanza riempirsi della presenza di quella donna imprendibile che era mia madre. Vedo i suoi occhi. I suoi sorrisi. Non riesco quasi a respirare.

This Shot Will Ring: e niente, questo è diventato uno dei pezzi della mia vita. Punto. L'ho ascoltato e riascoltato. Mi sale dallo stomaco. Mi svuota il cuore. Mi fa venir voglia di gridare e gridare. E mentre lo ascoltavo ho sbattuto la testa contro le pareti. E ho pianto. E ho capito che non potrò mai fare a meno della mia compagna, Eva. E che faccio schifo come persona. Faccio veramente schifo. E che rovino sempre tutto. Ma tutto davvero. “It's how I'll remember / This chosen way / Well, one of the ways”

Endless: ho camminato per cimiteri e ho cercato di capire perché sono vivo e altri no. Ho solo pianto. Mi viene solo da piangere.

House Fire: ci sono giorni che vorrei bruciare tutti i mobili di questa casa e di tutte quelle dove mi è capitato di stare. Andarmene. Lasciarmi tutto alle spalle. Lasciarmi dietro tutto queste cazzate. Tutta le mia merda. Tutte queste ore sprecate. Me le sento nel fisico ma non smetto mai di farmi del male. Chiuso dentro questa casa che sta dentro la mia testa. E una gran voglia di scappare. E che cazzo di pezzo che è questo.

Long Dead: e poi vabbè, io ci provo a spiegarle due righe su questo pezzo ma poi mi fermo perché io qui mi muovevo per la stanza pieno di lacrime e mentre aspetto una chiamata dal lavoro e cerco di capire se potrò avere mai un permesso di lavoro non so che fare della mia vita e io qui mi piego mentre lo ascolto e cerco e sospiro e sogno e mi muovo, 3 e 21 e prendo aria e 4 e 03 e Dio cristo che pezzo e tutto scompare.

Momentarily: e arrivato qui, vi dico: Cazzo ascoltatevelo questo disco.


https://holdingpatterns.bandcamp.com/

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