"Il sale della terra" di Jeanine Cummins (Feltrinelli, traduzione di Francesca Pe')
Il romanzo di Jeanine Cummins, "Il sale della terra" (Feltrinelli, traduzione di Francesca Pe') ) è stato accompagnato da tutta una serie di polemiche che potete tranquillamente trovare in rete e di cui mi sono occupato veramente poco. Ormai ogni cosa che si scrive e si dice viene analizzato manco fossimo in un regime ospedaliero. Me ne avevano parlato e consigliato ma ero molto dubbioso, soprattutto perché apprezzato da Don Winslow e non è che mi fido molto del suo giudizio. Alla fine l'ho letto anche io e l'ho trovato noioisissimo, pedante, scolastico, prevedibile. Sono arrivato all'ultima pagina sfinito. Un romanzo scritto con tutte le migliori intenzioni possibili: raccontare la ferocia dei cartelli messicani, che significa perdere i propri cari, la catastrofe umanitaria dei flussi migratori, il muro trumpiano, il desiderio di ricostrursi una vita e abbandonare la miseria e la violenza ma che alla fine ho trovato molto simile a un sussidiario, a una sceneggiatura per l'ennesima serie tv o film d'azione. Senza particolare grazia stilistica, con una trama scontata e molto molto piatto, senza emozioni. Tutto qui. Sconsigliato.
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