"Padania. Vita e morte nel Nord Italia" di Massimiliano Santarossa (Biblioteca dell'Immagine)



Ci ho speso soldi per "Padania. Vita e morte nel Nord Italia" di Massimiliano Santarossa (Edizioni Biblioteca  dell'Immagine) e mi girano pure i coglioni per averli spesi. Visto che poi lo scrittore in molte parti non fa che parlare di speculazioni finanziarie, prese per il culo del mondo dei lavoratori, Piketty, delocalizzazioni, Berlinguer, famiglie distrutte, lavori di merda e bla bla bla bla bla bla . E non è che ho molti soldi. Anzi, proprio no, meno di zero. Manco mi è mai piaciuto Berlinguer e tutto un certo mondo di sinistra, Ho un conto in banca che fa schifo, sono in lavoro ridotto, fra tre mesi mi scade il permesso di lavoro in Svizzera e non so che cazzo inventarmi per sopravvivere. E guadagno i soldi pulendo sale, cessi, preparando popcorn. Ho 41 anni. I libri li compro o li leggo in prestito. Li ricevo gratis, talvolta, solo da Mattioli 1885. Ci spendo anche troppi soldi in libri. Pure davvero troppo in alcolici e medicinali. Fine della questione. Non ho alcun tipo di paracadute familiare, eredità e cazzate simili. Attualmente a mio padre non hanno nemmeno rinnovato l'affitto della casa dove abita dal 1974. Tanto per dirvi. 

Ho trovato questo libro noioso, pedante, verboso, per niente disturbante. Farcito di una retorica noiosa al pari della requisitoria di un magistrato uscito da Report o dal Fatto Quotidiano  Un confessionale da farci le seghe. Dialoghi bruttissimi al limite dell'imbarazzante. Moralismo che ti toglie il fiato. Scene di sesso patetiche nella loro costruzione. Il resto delle considerazioni fra il politico, il sociologico, lo sfogo nichilista non mi hanno smosso di un millimetro, anzi mi hanno fatto quasi sbadigliare nella loro mediocrità. Cristo questo è il tipo di romanzo che ti fa venire voglia di votare Berlusconi per rivincita.

E lasciamo stare almeno per una volta per piacere Céline e Bagatelle perché non si sente nulla in questo romanzo, dico nulla, per esempio di quella roba strabordante che Céline vomita contro Wilde, di Céline come autore. Basta, basta davvero. La sindrome dello scrittore fallito anche questa basta. Tutto qui. E anche basta con Pasolini. Cazzo che due coglioni Pasolini.

Quello schifo di merda che è la Padania si merita altro tipo di romanzo.
Non quelli scritti da questa gente.
Lo schifo dei capannoni e del consumo del territorio.
L'angoscia e le contraddizioni.
La bellezza e i sorrisi.
Gli operai senza lavoro e gli imprenditori che ti ascoltano.
I bottegai e gli evasori.
I tossici e le famiglie disastrate.
Gli spacciatori e i suicidi.
I muratori e gli imbianchini.
I genitori che ti detestano e gli immigrati che fanno schifo come te e me.
Tutti noi merde umane padane ci meritiamo un'opera memorabile e non sto schifo che si fa piangere addosso.

Oggi sono stronzo come mia madre.

Che avrebbe affogato nel fiume operai, rivoluzionari, ricchi, miserabili, santi, preti, figli, figlie, parenti, marito, suore, sindacalisti, scrittori, insegnanti, contadini, politici, genitori, scrittori pedanti.

Avrebbe sorriso preparando polpette davanti ai cadaveri.


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