Caligula - Lingua ignota (Profound Lore Records)

 

Dio Cristo che disco, mi veniva da dire quando da ragazzino ascoltavo un disco che mi tranciava in due. Mi ribaltava. Mi lasciava senza fiato. Cazzo, sono ancora qui a ricordarmi i Nirvana che non mi hanno mai mollato. Che sono la mia voce, Andrea.. E poi ci sono dischi belli, bellissimi. Dischi che consigli. E poi ci sono quei dischi come Bleach o In Utero che vaffanculo e Cristo Dio ti vengono a prendere anche a quarant'anni perché in fin dei conti, anche se sono invecchiato, sono ancora quel ragazzino depresso divenuto adulto che si aggira fra camera e viottoli bui, fra treni in fiamme e possibilità di lavoro, fra Collegio e parabole bibliche, fra istinti suicidi e ferite sulle braccia, fra sedute di popcorn e tuffi nel lago, fra depressione e incubi, fra casse di birra e voglia di morire.


Dischi come “Caligula”di Lingua Ignota (Profound Lore Records ). Un disco che mi è proprio venuto a prendere. A cercare. Come un rapace.

Sin dal primo brano “Faithful Servant Friend Of Christ” che é un rituale oscuro, un suono arcano come quelli che da sempre mi prendono di notte quando non riesco a dormire e mi muovo nel letto rincorrendo le lenzuola fradice di sudore e sesso, di alcool e lacrime, di rimpianti e violenza e cerco solo un modo per arrivare al giorno dopo accompagnato da “Do You Doubt Me Traitor” che è un lamento velenoso, fumoso, feroce e sono quei rumori, quei suoni sommessi che mi rapiscono, un brano lunghissimo, dolente, che dura quasi 9 minuti, una preghiera feroce pronta a celebrare un massacro, un'autocombustione delle viscere e quando verso il minuto 2 e 50 arrivano le urla di Kristin Hayter io comincio a svuotarmi e mi manca il respiro e mi sento tutte le cicatrici crocefisse nel mio cuore, le porte sbarrate, i materassi distrutti, le lenzuola che puzzano di sensi di colpa e herpes, gli angoli bui dietro cui nascondersi per non farsi fare del male e “How Do I Break You” fatti rompere cuore mio, fatti distruggere, ricomponiti nel sangue che hai versato in questo processione funebre and “I Dont Eat, I Dont Sleep, I Dont Eat, I Dont Sleep” e se non riesci a dormire lo sai solo tu cosa scivola nella notte se non “Butcher of the world” con le sue iniziali urla sataniche, le sue ossa sparse per capire come andrà questa notte e poi la maestosità di Lingua Ignota che si dispiega come un drago furente, come una tempesta e Dio che ali assassine dispiega mentre i corridoi si aprono al cammino di una voce incredibile, capace di spaziare dalle urla al celestiale, dal paradiso all'inferno, una voce che ti conduce alle lacrime, allo struggimento, alla passione, alle ferite: “May your shame hang you, May dishonor drown you, May there be no kindness, No kindness, no Kindness” e quel pianoforte che sembra la Pequod che ti porta a spasso con “May Failure be your noose” e alla disperazione di un brano che ti rovina, ti disturba perché stai perdendo tutto, ma proprio tutto, stai cadendo in basso, precipitando, ma proprio in basso e arriva questa voce che sembra uscita da un teatro lynchiano dove sono le tue lacrime quelle che stanno su quel palco mentre tutto sta precipitando e cazzo come ti fa bruciare sul questo pezzo e cosa sono le ballad quando la disperazione ti macera dentro e ti siedi guardando il lago “Fragrant Is My Many Flowered Crown” ascoltando questa voce che sopra il pianoforte grida contro le onde, che ti spezza in due e li vedo i miei fratelli, le mie sorelle, i miei demoni, il mio terrore, la mia disperazione, le mie candele accese ogni giorno perché qualcosa possa cambiare ma poi arrivano le tenebre, quelle “Kyrie Eleison” e Cristo, io la prima volta che ho ascoltato questo disco non ho capito fino a dove potesse arrivare Lingua Ignota e poi arriva al tuo corpo, sentila dentro questa voce “Abandon your body, so no man can break it”, insistente, una nenia, una pretesa, mani che ti afferrano, che ti prendono, la senti grattare sulle pareti questa voce, picchiare, raschiare, svuotarsi, sanguinare, esplodere in un brano devastante e poi arriva l'organo di “Day of Tears And Mourning” visto che sei lì a pezzi, riverso, ubriaco, come quando da piccolo ascoltavo gli organisti da piccolo prima che ci fossero le messe e sognavo che tutto crollasse, crollassero le chiese, le scuole, le famiglie, i palazzi, le fabbriche, gli ospedali, i ponti, le vene, i respiri, il futuro, i pianeti, i tralicci e poi sedermi sul ciglio di una cava, di una discarica e bere, il fegato rotto e le rovine di una vita dentro, una birra assistendo all'apocalisse mentre ti sventri e ti annulli nelle urla, nella liberazione per poi riconciliarti nell'invocazione sfogo di “Sorrow! Sorrow! Sorrow!” tutto giocato su voce e pianoforte, con la voce che vomita solitudine ancestrale che si diffonde fra colline e montagne, fra strade e vicoli, che ti risale dalle arterie e ti consola nella coperta che ti protegge dal freddo mentre sei solo ma non puoi essere al sicuro mentre ascolti questo disco perché Lingua Ignota sembra quasi spaccare tutti i vetri della casa, farli a pezzi proprio, giocarci come se fossero dei denti, un pezzo devastante come “Spite Alone Holds Me Aloft” che te lo fa sentire nello stomaco quel “All who proclaim their love betray me” e l'odio che ti esplode dentro, fuori, lontano, ovunque, addosso come una furia distruttrice che ti mangia da dentro, ti assale, ti divora, ti fa salire una voglia di fare piazza pulita, di uccidere, “Kill Them All”, paradiso e inferno, vita e morte, furia e pace, distruzione e ricostruzione, un disco di luce e oscurità, e “Fucking Deahtdealer” che sembra quasi arrivare dalle scalinate di Varanasi, dalle montagne del Tibet, il canto di un'artista che ti accarezza i capelli e poi arrivi alla fine con questa voce che ti spoglia, si spoglia di tutto, ti bacia, ti abbraccia, ti taglia, ti picchia, ti morde, ti uccide, ti accarezza, ti cura, ti fa esplodere, ti libera, ti fa sentire vivo.

Erano secoli che non ascoltavo un disco del genere.

Uno dei dischi in assoluto della mia vita.

Mi ha messo a nudo.

Mi ha parlato.

Mi ha tenuto stretto.

Mi ha fatto muovere la testa su e giù.

Mi ha fatto lanciare libri e fogli.

Mi ha fatto tirare pugni al muro.

Mi sta facendo scrivere.

Mi sta facendo piangere.

Mi sta.


Commenti

  1. Idem.
    Senza dubbio il mio disco dell'anno (scorso), forse del decennio, e una rivelazione come non mi capitava da molti anni. Bello leggerne da te all'ombra dell'onda lunga dei Nirvana, e di quest'intesa a distanza. A me ha colpito anche il disco precedente, All bitches must die.
    Un abbraccio,
    d.

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  3. E, com'era stato per Synecdoche New York, ti consiglio molto questo film:
    https://www.youtube.com/watch?v=8ty9FEEabhc

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    1. Sono tornato ad ascoltare i Nirvana dopo un blocco totale di anni legati proprio a un lutto. Non ci riuscivo proprio. Ascoltare questo disco mi ha risvegliato quell'entusiasmo di ascoltare un disco senza saperne nulla. Ascoltare e basta. Grazie Dario per il consiglio. Ma non ho Netflix, sinceramente non ho voglia di iscrivermi e praticamente ho smesso di scaricare qualsiasi cosa. Vedo, ascolto e leggo quello che riesco e che mi va. Se arriva in sala o in dvd lo recupero volentieri.

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    2. Ti capisco, questo è il primo film Netflix che ho visto, a scrocco a casa di Zuzzu, mi interessava troppo, anche se poi considero la netflixizzazione del cinema, come l'indistinzione crescente tra film e serie tv, una delle piaghe del nostro tempo. Si direbbe quasi che nel XXI secolo si voglia fare al cinema in sala la fine dell'opera lirica nel XX, feticcio e focolare d'élite (se non lo è già). Se t'interessa Synecdoche New Yotk è uscito in dvd, invece, e se non l'hai visto te lo consiglio molto. Anche Anomalisa è uscito in dvd. Sto pensando di finirla qui difficilmente uscirà in sala, credo, è piuttosto invendibile. Si parla anche di David Foster Wallace, tra l'altro, che era già un riferimento implicito ma evidente in Synecdoche NY, con Philip Seymour Hoffmann.
      Dei Nirvana tu avevi poi ascoltato il cofanetto del 2004, With the lights out? Per me i Nirvana migliori sono tutti lì, è pieno di materiali incredibili, sgrossati di tutta la patina produttiva. Ad esempio c'è questa lunga versione demo di Scentless Apprentice che a me fa impazzire: https://youtu.be/euxgC3JJynw

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    3. Tu mi vuoi proprio far star male a parlare dei Nirvana. Anomalisa lo voglio riprendere anche io in dvd. Sai Dario lavorando in un cinema sto assistendo lentamente alla morte del grande schermo, non solo per il Covid, ma anche proprio per come le persone e il cinema si incontrano o si scontrano. Da me si pensa quasi esclusivamente ai blockbuster ma vista la penuria attuale a nessuno è venuto in mente di provare a proiettare anche altro. No. Qui a Lugano c'è un altro cinema, diretto tra l'altro da un mio ex collega, dove vengono proiettati film indipendenti e interessanti (semplifico per farmi capire) ma quando ci sono andato mi è sembrato di entrare in una specie di club privato, di eletti che la sanno lunga, insomma "lo spettatore giusto". Siamo nel 2020 e penso che invece un multisala potrebbe essere un luogo anche d'incontro di spettatori diversi, anche proprio fisicamente, ma ti racconto una piccola cosa: una volta durante una giornata del cinema a 5 franchi proiettavano anche un piccolo film indipendente, credo un film svizzero molto piccolo, non ricordo piu' quale, e incontrai una giovanissima coppia che non era riuscita a trovare posto per seguire un film da super incassi e aveva comunque deciso di entrare nella sala col piccolo film svizzera per non gettare via la giornata e il ticket del parcheggio. Ne uscirono sorpresi e mi dissero che avrebbero voluto vedere altri film del genere e gli risposi con qualche consiglio. Sono rimasto un sognatore forse ma è anche cosi' che si conoscono nuovi modi, senza diventare integralisti. Ho scritto stroppo. Ti dico che mentre pulisco le sale io mi emoziono sempre quando sullo schermo vengono provati i film.

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    4. Per alcuni anni ho aiutato a scegliere e introdurre/moderare confronti su film per cineforum di multisale, nei limiti dell'istituzionalmente ammissibile, e quando mi capita - anche se ora non mi interesso né mi occupo più di cinema - ci torno a vedere film, e mi emoziono né più né meno che in sale d'essai o in festival radical chic. Concordo su quanto scrivi.

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