"Alfabeto di bambola" di Camilla Grudova (ilSaggiatore, traduzione di Andrea Morstabilini) uno dei miei libri dell'anno + Laguna Bollente

 

E sul finire di dicembre, pochi giorni prima di questi strani giorni, è arrivato un altro dei miei libri dell'anno: “Alfabeto di bambola” della scrittrice canadese Camilla Grudova (ilSaggiatore, traduzione di Andrea Morstabilini)

Una raccolta di racconti semplicemente bellissima dove vivono atmosfere kafkiane, futuri distopici, orrori quotidiani, corpi deformi, riflessioni sul patriarcato, femminismo, surrealismo, realismo magisco, grottesco, gotico, Shirley Jackson, Aimee Bender, Shelley Jackson, Angela Carter, Margaret Atwood, i fratelli Grimm ma soprattutto racconti impossibili da incasellare e che sorprendono, irretiscono, turbano, commuovono senza mai offrire al lettore una sola chiave d'interprezione ma schiudendo angoli bui che stanno dentro ai nostri cuori, cervelli, stomaci, armadi. 

Sono racconti di una libertà estrema, sia stilistica che di contenuti, e di un grottesco che non sfocia mai nella facile/patetica/consolante provocazione. 

Li ho letteralmente divorati dimenticandomi di un sacco di robe che avrei dovuto fare.

Dentro a questa raccolta potrete trovare una donna che si scuce e trova la libertà, statue infestanti, uomini a otto gambe, incubi, bambole, un mondo molto simile al nostro dove le donne lavorano distruggendosi letteralmente il corpo di ustioni/amputazioni per sostenere maschi occupati tutto il giorno a studiare filosofia per superare esami, sirene che giocano con gli stereotipi del genere, solitudini eterne, Danimarca, case distrutte e infestate da parassiti, una macchina da cucire che materializza/spiriti/presenze, cimiteri, corpi mummificati, organi, famiglie distrutte, riti pagani, negozi pieni di misteri, sogni abortiti, candelabri viventi e molto molto altro. 

A convincermi di questa raccolta è stata soprattutto la sconvolgente grazia stilistica dell'autrice che centellina emozioni e parole e dall'altro si prende delle libertà estreme elencando per esempio in un racconto oggetti su oggetti ma sempre con una capacità estrema di immergere il lettore in sfumature impensabili tanto da farti proprio sentire circondato da queste case in rovina, sommerso dalla sofferenza e dall'angoscia, prigioniero di un mondo devastato ma intanto, pagina dopo pagina, sempre più scosso da una sensazione di benessere, dolorosa.

Racconti preziosi da leggere e rileggere, di una bellezza luminosa e angosciante che rovistano nella nostra carne senza mai farci sentire al sicuro eppure col cuore disposto a fuggire, a lasciare la nostra desolante quotidianità.

Ne sono uscito letteralmente travolto e mi viene quasi difficile scriverne e scegliere il racconto preferito e vi consiglio almeno di darci un'occhiata se avete ancora tempo di andare in qualche libreria.

Intanto vi lascio “La Società Gotica”:

Il primo atto della Società Gotica non fu più di uno scarabocchio grottesco, una faccia brutta e pesante disegnata con il carbone sulla parete di un sottopassaggio di cemento, presto lavata via. Poi qualcuno trovò un grifone di pietra abbarbicato sul bordo di un bidone dell'immondizia, un monaco di legno dall'espressione lasciva in un gabinetto pubblico, un mosaico che raffigurava un santo al posto della vetrina di un negozio, figure comiche e sofferenti dipinte su un trato di marciapiede in cemento. Con il passare del tempo, gli atti guadagnarono in finezza e assurdità. Una donna scoprì dei volti incisi su alcuni suoi gioielli, qualcun altro si ritrovò con una garguglia tatuata sulla schiena, e in una macchina si rinvennero tre re di pietra seduti dentro. Una mattina, gli inquilini di un edificio di vetro sentirono i loro allarmi squillare nel buio. Da fuori, il loro edificio si era trasformato nottetempo in una sorta di cattedrale rettangolare senza finestre, ogni centimetro della quale era coperto di modanature. Il materiale non era davvero pietra – l'edificio sarebbe crollato sotto il peso di una facciata di pietra – ma qualcosa di simile alla schiuma poliuretanica. Per rimuovere la crosta gotica e liberare gli inquilini fu chiamata un'impresa di costruzioni. (Qualche muratore si portò a casa dei pezzi – la faccia di una garguglia, un uccello – per metterli in giardino, ma si ritrovarono tutti i giardini incostrati di gotico: ogni centimetro di verde, ogni fiore coperto di volti malevoli e serpenti, pesci e vergini.) Nel corso di quel lavoro, qualche finestra fu rotta e la mattina successiva gli spazi vuoti erano pieni ancora una volta di volti grigi, rampicanti e creature alate. Fu necessario abbandonare l'edificio. La Società Gotica fu paragonata alla cozza zebra, alla lebbra, ai gatti selvatici e alle volpi di città. I suoi membri non furono mai identificati.” (pp. 33-34) 

 

(Laguna Bollente_NORD SUD OVEST SERT (EP 2020))

Commenti

  1. Ho ritrovato il tuo blog! Questo me lo segno.
    Buone letture, Andrea.

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    1. Ciao, per me questi sono davvero dei super racconti. Buone letture anche a te.

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