Capodanno, serie tv, Last Cop, Mick Brisgau, mia madre, Orwell/Pierluigi Battista
Si sta avvicinando la fine del 2020 e Capodanno e l'inizio del 2021 li trascorrerò come al solito, leggendo, scrivendo, con la mia compagna, con cibi leggeri, un bel po' di alcolici, musica, camminate e la nostra gatta Emma, una trovatella che abbiamo ormai da un mese e che fra dieci giorni sarà sterilizzata. Stamattina ho letto il bellissimo "Tomato Red" di Daniel Woodrell (NNE, traduzione di Guido Calza) e domani ne scriverò mentre l'ultimo di Llosa è già sulla scrivania pronto per essere letto.
Intorno a me sento un sacco parlare di serie tv, Netflix, streaming. Vi confesso che a parte Westworld (che recupero poi in dvd) in non ne guardo nemmeno una. Non abbiamo Netflix, non vediamo niente in streaming, non abbiamo canali a pagamento. Siamo vecchi? Fuori dal mondo? Snob? Non lo so e non mi interessa ma in questo periodo di lockdown e senza lavoro sono riuscito a recuperare sulla Rai quasi tutta la serie tedesca Last Cop - L'ultimo sbirro. Piaceva molto a mia madre, che si divertiva a vederla. Purtroppo non riuscì mai a vederne la fine ma nella mia testa e davanti alla sua foto che sta vicino ai miei libri preferiti gliel'ho raccontata tutto. Confesso che mi è piaciuta. Mi ha fatto tirare il fiato. Mi sono affezionato a Mick Brisgau e a Andreas Kringge e ho capito perché questa serie piacesse a mia madre. Ma soprattutto sono riuscito a coronare uno dei sogni di mia madre, Adriana, che è morta l'11 gennaio 2014 a 68 anni. E non c'è giorno che non mi manchi. Io e lei eravamo come la Mick e Andreas, diversi eppure simili, litigiosi eppure uniti per tutta la vita.
Bello l'articolo di Pierluigi Battista (che ha scritto l'introduzione di 1984 nella nuova traduzione che uscirà per Garzanti il 7 gennaio) su La Lettura che ricorda quanto poco Orwell fu amato da una certa sinistra. Una certa sinistra che ancora oggi nel 2020 non ha perso il vizio, il pelo e la solita ipocrisia.
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