"L'ussaro blu" di Roger Nimier (Theoria, traduzione di Salvatore Santorelli, prefazione di Alessandro Gnocchi)

 


 "A lungo, ho creduto di cavarmela senza fragori. Appartenevo a quella generazione fortunata che avrebbe avuto vent'anni alla fine del mondo civile. Ci avrebbero fatto il più bel regalo della terra: un tempo in cui i nostri nemici, che sono quasi tutti gli adulti, contano come il due di picche. Il vostro comfort, il vostro progresso, vi consigliamo di apllicarli ai migliori sistemi di sepoltura collettiva. Vi assicuro che ne avreste un gran bisogno. Perché, lentamente, scomparirete da questo mondo, senza intendere nulla dello sconquasso, del frastuono, né delle torce che agitiamo. Ecco vent'anni, imbecilli, che nei vsotri congressi preparavate il confronto tra la gioventù del globo. Ora siete soddisfatti. abbiamo reso possibile questo confronto noi stessi, un bel giorno, sui campi di battaglia. Ma voi non potete capire." (pag. 9)

Leggendo il bellissimo "L'ussaro blu" di Roger Nimier (Theoria, traduzione di salvatore Santorelli, prefazione di Alessandro Gnocchi) ho ricordato l'emozione cheprovai la prima volta che lessi Céline. Non sapevo quasi nulla di lui, del suo stile, se non che era un autore maledetto, un fascista e che non bisognava leggerlo. Trovai "Rigodon" in biblioteca e da quel giorno mi si aprì un mondo intero. Ho cominciato ad amare Céline partendo dal fondo e negli anni ho letto autori a lui vicini e considerati inaccettabili da un certo milieu culturale e politico come Roger Nimier del quale ho amato alla follia "Le spade" (pubblicato anni fa dalla Meridiano Zero, quella di Marco Vicentini.) e che mi ha sempre affascinato.

"Lo stesso universo di pensieri mi mostrava lunghe file di prigionieri, come folle di poveri che i ricchi prelevavano dalle strade, e chiudevano in gabbia per non dover più vederne gli sguardi invidiosi. Poi il cammino riprendeva con le sue giravolte, i suoi cadaveri e le sue rovine, i carri tedeschi distrutti simili ai grandi cavalieri del medioevo rimasti senza vita nella propria armatura e che nessuna mano misericordiosa avrebbe seppellito, lamiere arrugginite, odore di olio e di frutta, tutta la Germania si confondeva qui in un torpore magico." (pag. 105)

Siamo sul finire della Seconda Guerra mondiale e "L'ussaro blu " si inserisce proprio fra la prima e la seconda parte de "Le spade" e ritroviamo l'ex miliziano François Sanders, alter ego dell'autore, che dopo l'ennesimo cambio di casacca si è arruolato negli Ussari per combattere le ultime sacche di resistenza tedesca in Renania. Cos'è "L'ussaro blu"? È un romanzo irriverente, sboccato, elegantissimo corale (bellissimi i monologhi degli Ussari e l'intera struttura del libro), sperimentale, violento, indisponente, velocissimo, denso e che brilla di giovinezza, avventure, passione, sperma, stupri, morte, amore, dolore, rovine, solitudine, ribellione, libertà.

"Parigi, ecco il tuo fiume e le lacrime che versasti, ecco il tuo volto a fronte china. Parigi, ecco le tue vie e la piastrina di riconoscimento al braccio di ognuna. Le alte case subiscono l'amarezza della sera. I miei passi risuonano sul viale. Ormai, conosco il mio ruolo in terra, ma non so chi sono. Viaggiatore, poso lo sguardo triste sulle cose, te lo renderanno centuplicato. Il volto sbarrato del cielo ti minaccia e al tempo stesso ti guida. Vivere, dovrò vivere ancora, per qualche tempo in mezzo a loro. Tutto ciò che è umano mi è straniero." (pag. 303)

Non aggiungo altro se non l'invito a leggerlo, a vivere questa avventura meravigliosa, a non avere paura di leggere quegli autori che in tanti giudicano sconvenienti e da proibire. Augurandomi che vengano tradotte e riproposte tutte le sue opere, e amagari "La Reine du silence" (Gallimard) della figlia Marie e dedicato proprio alla figura del padre scomparso giovanissimo in un incidente d'auto insieme alla scrittrice Sunsiaré de Larcone mentre era alla guida della sua Aston Martin:


 

Alessandro Gnocchi ne ha scritto benissimo qui: "Alla riscoperta di Roger Nimier, l'"ussaro" perduto della letteratura Morto giovane e politicamente scorretto le sue opere principali non sono state tradotte in italiano. Eppure sono geniali alchimie che mischiano innovazione e tradizione"

 

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