Elezioni, Mario Draghi, La Ragione, Kundera, Ellroy
Oggi discutevo con mio padre di politica e sembrava quasi che non avesse mai votato per i Grillini. Anche se ormai ho imparato a lasciarlo parlare, visto che mi considera meno di zero, abbiamo litigato e gli ho risposto che no, non voterò mai per uno schieramento che includa i grillini (potrei anche aggiungere altre formazioni come Leu, & co e anche verso il PD sento una distanza siderale, ovviamente i comunisti non fanno per me) e che non votando a destra, finirò o per Più Europa o per Azione (mi auguro che Calenda possa essere il nuovo sindaco di Roma ma vista la situazione credo che il verdetto è già stabilito) o per Volt , auspicando un raggruppamento che unisca le anime liberali/garantiste/federaliste/europeiste del paese e che abbia il coraggio di operare per riforme strutturali/necessarie/ostiche, oppure finirò per lasciare scheda bianca.
In realtà sto seguendo la politica italiana a giorni alterni e posso solo essere contento che in questa fase ci sia un presidente del consiglio come Mario Draghi e Marta Carabia alla Giustizia che, seppur non sia riuscita a rispettare molte delle mie aspettative, ha comunque cambiato il lessico di quel ministero, sfregiato da quell'impresentabile che è stato Bonafede. Ma di sicuro non potremo andare avanti all'infinito senza mai votare e il dibattito pubblico attuale, la ricerca del consenso a tutti i costi dei partiti, la qualità della classe politica e del ceto intellettuale mi fanno pensare al peggio.
Oggi leggevo quel bel giornale che è La Ragione e mi sono sentito completamente d'accordo con tutto quello che si trovava in prima pagina:
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E prima di gettarmi in una settimana di lavoro di fuoco mi perdo in Milan Kundera:
"L'idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell'imbarazzo: pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta, e che anche questa ripetizione debbe ripetersi all'infinito! Che significato ha questo folle mito? Il mito dell'eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un'ombra, è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla. Non occorre tenerne conto, come di una guerra fra due Stati africani del quattordicesimo secolo che non ha cambiato nulla sulla faccia della terra, benché trecentomila negri vi abbiano trovato la morte fra torture indicibili. E anche in questa guerra fra due Stati africani del quattordicesimo secolo, cambierà qualcosa se si ripeterà innumerevoli volte nell'eterno ritorno? Sì, qualcosa cambierà: essa diventerà un blocco che svetta e perdura, e la sua stupidità non avrà rimedio. Se la Rivoluzione francese dovesse ripetersi all'infinito, la storiografia francese sarebbe meno orgogliosa di Robespierre. Dal momento, però, che parla di qualcosa che non ritorna, gli anni di sangue si sono trasformati in semplici parole, in teorie, in discussioni, sono diventati più leggeri delle piume, non incutono paura. C'è un'enorme differenza tra un Robespierre che si è presentato una sola volta nella storia e un Robespierre che torna eternamente a tagliare la testa ai francesi. Diciamo quindi che l'idea dell'eterno ritorno indica una prospettiva dalla quale le cose appaiono in maniera diversa da come noi le conosciamo: appaiono prive della circostanza attenuante delal loro fugacità. Questa circostanza attenuante ci impedisce infatti di pronunciare un qualsiasi verdetto. Si può condannate ciò che è effimero? La luce rossastra del tramonto illumina ogni cosa con il fascino della nostalgia: anche la ghigliottina. Or non è molto, mi sono sorpreso a provare una sensazione incredibile: stavo sfogliando un libro su Hitler e mi sono commosso alla vista di alcune sue fotografie: mi ricordavano la mia infanzia; io l'ho vissuta durante la guerra; parecchi miei familiari hanno trovato la morte nei campi di concentramento hitleriani; ma che cos'era la loro morte davanti a una fotografia di Hitler che mi ricordava un periodo scomparso della mia vita, un periodo che non sarebbe più tornato? Questa riconciliazione con Hitler tradisce la profonda perversione morale che appartiene a un mondo fondato essenzialmente sull'inesistenza del ritorno, perché in un mondo simile tutto è già perdonato e quindi tutto è cinicamente permesso."
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Finalmente l'ho comprato. Ho tutto Ellroy. Uno dei miei amori passionali.
Io penso che destra e sinistra siano vecchie categorie novecentesche oggi ormai prive di senso. Non lo dico per disfattismo o altro, ma perché ritengo veramente difficile attualizzarle e contestualizzarle. Berlusconi convinto europeista, è di destra o di sinistra? Renzi che nasce nel PD e che partorisce cose come il Jobs Act (qualunque cosa voglia dire), è di destra o di sinistra? E si potrebbe continuare.
RispondiEliminaI grillini una volta li ho votati: agli inizi, ai tempi dei primi vaffaday. Ricordo un comizio di Grillo qua a Rimini in cui presentò i candidati regionali per le elezioni. Tutti giovani e tutti competenti: ingegneri, medici, fisici, esperti di ecologia. Ecco perché quella volta li votai. Mi piacevano. Dicevo: finalmente arriva la competenza. Mi sono pentito subito di averlo fatto. Oggi troviamo Di Maio al Ministero degli esteri. Siamo l'unico paese al mondo ad avere un ministro degli esteri che non spiccica una parola di inglese.
Vabbe', la chiudo qui, se no poi m'incazzo.
Comunque all'epoca in cui li votai ero giovane, non capivo niente. Provo a edulcorarla così.
Nella mia vita ho avuto un percorso politico accidentato e tortuoso, che non rinnego per niente, ma poi alla fine da qualche anno sono tornato da dove ero partito, ovvero tutto quel grande e variegato mondo radicale, liberale, libertario, federalista, libertariano, laico, antiproibizionista che mi è sempre interessato e a cui tendo anche proprio umanamente. Per dirti che a me dispiace tantissimo di non aver mai potuto comprare in edicola Il Mondo di Pannunzio e sono un estimatore di Cattaneo e dei pensatori liberali e di un certo socialismo liberale. Poi certo noi "radicali" (poi un'amica libertariana mi dice provocatoriamente che sono un libertariano mancato) siamo ormai ai minimi termini, divisi fra di noi, anche in maniera inspiegabile ma su alcuni temi, si vedano i referendum, riusciamo ancora a farci sentire. Per non parlare di tante altre questioni come il carcere e i diritti umani.
EliminaDi sicuro non potrei mai votare i grillini, il pd o tanto meno questa destra impresentabile.
Direi che ormai faccio parte, seppur a 42 anni, di una categoria storica ormai in evaporazione.