San Rocco, mia madre, "Delitto al luna-park" di Léo Malet (Fazi, traduzione di Giuseppe Pallavicini) e ripropongo il test su che liberale sei

 


 

Oggi è San Rocco, la festa del rione dove sono cresciuto. La festa di mia madre. Anche quando ci trovavamo al mare lei trovava sempre il tempo per preparare qualcosa di speciale, per comprare un mazzo di fiori. Oggi mio padre mi ha inviato una foto di mia madre nel 2012 mentre parla con la sua migliore amica in attesa di ricevere il pane benedetto. Gliel'aveva scattata un fotografo che girava per la piazza. Bellissima, con la collana di perle e la camicia di seta che è andata persa fra un ricovero e l'altro. Probabilmente era già malata. Una delle sue poche foto. E una delle poche che la immortala mentre sorride timidamente. Si vergognava sempre di ridere in pubblico. Tendeva a coprirsi la bocca e ad abbassare gli occhi quando rideva.

Ho pensato molto a lei stanotte mentre non riuscivo a prendere sonno e fuori esplodevano i tuoni.

Mercoledì torno ufficialmente a lavorare e non so come andrà.

Ho tanta di quell'angoscia addosso che mi manca il respiro,

Leggo, provo a scrivere e mi auguro che possa accadera qualcosa di buono nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

Mi sono lasciato trascinare da un'indagine dell'investigatore privato Nestor Burma “Delitto al luna-park” (Fazi, traduzione di Giuseppe Pallavicini) di quello scrittore per tanti anni sottostimato che è stato Léo Malet. La sua attenzione per gli umili, per i sofferenti, per i cuori a pezzi è incredibile. E questa indagine che vi porterà a spasso in una Parigi piena di segreti, fra mentitori, luna-park, vino, 150 chili d'oro, famiglie a pezzi, ragazze bellissime/fragili/misteriose/perdute, teppistelli di strada, vecchie innamorate dei gialli ha un finale che dire straziante e cinico è poco.

Vi lascio un passaggio bellissimo:

Lottatori, tiri a segno, lecca-lecca, lotterie. Fate il vostro gioco, la ruota parte, esce il 15. Il 15 vince i cinque chili di zucchero. Chiaroveggenza, chiromanzia. Oroscopo dell'amore. Altalene. Il nano a due teste e l'uomo tutto mani. Il ragazzo colosso. Vent'anni, due metri di giro vita. Emma e i suoi serpenti. Eva e le sue figlie. Solo per adulti. Museo Dupuytren. Curiosità patologiche. Da qualche parte, schiacciano i piedi a Gilbert Bécaud, poiché barrisce più forte del solito. Si lotta a tutto spiano. Alla mia destra, Aimable de la Calmette, campione di tutte le categorie, e altri. Alla mia sinistra, Kid Batignol, la gloria australiana, come indica il nome. Greco-romana, catch, pancrazio e combattimento da strada, tafferuglio da spaccare tutto, a richiesta. Sfida alla folla, sfida agli atleti del podio, sfida alla donna che suona il tamburo. Si lotta a tutto spiano. Il guanto è gettato. In pieno muso di uno che non è nel giro. Kid Batignol contro X... il dilettante-professionista che spadroneggia da dieci anni. Per di qua, signore e signori, per un incontro sensazionale. Sport sport, sempre sport. Forza, forza, la festa continua. Grida di animali, urla, zufoli, risa, pianti. Zucchero filato. Pulci di Lione. Battesimo di maiali. Schiocchi secchi di carabine, di pistole. Provate la vostra abilità. Tentate la fortuna. Uovo su uno zampillo d'acqua, uovo beffardo e ballerino, il Serge Lifar del tiro a segno. Pipe di gesso che ruzzolano. Cento franchi cinque palle di stracci. Gong. Piramidi di vecchie scatole di conserva che crollano. E la ruota parte. Rotor. Labirinto. Palazzo degli specchi. Giro della morte. Motorette scoppiettanti. Casa delle streghe. Scheletro che ti fa il solletico. Vecchia divorata dalle tarme che tiene il microfono come una sputacchiera. Lo spettacolo si rivolge agli adulti illuminati, agli amanti del gentil sesso, agli estimatori d'arte e natura, a tutti quelli, in una parola, che sanno apprezzare la freschezza e lo splendore della giovinezza. Per cento franchi, cento franchi soltanto, cento franchi, non di più mademoiselle Coralie e le sue sorelle, qui presenti, e un giradischi copre la voce della megera, e madeimoselle Coralie si affaccia sul podio e fa la mossa a tempo di musica, e dallo spacco laterale dell'abito che le s'incolla alla pelle si offre una gambe fino alla coscia, provocando grida da pantera; mademoiselle Coralie e le sue sorelle, bellezze fatali come non se ne vedono più, comporranno per il piacere, la gioia e la delizia dei vostri occhi, all'interno del locale, dei quadri viventi capaci di resuscitare un morto. Donna barbuta. Animali ammaestrati. E tutto rolla e beccheggia. Grande ruota, montagne russe, autoscontro, aerei a reazione, cavallucci di legno, fauci e bruchi giganti, mostro di Loch Ness. Gridate, gridate, gridate, per eccitare il mostro, la bestia apocalittica. Per di qua, per di qua. Per i veri mangiatori di fuoco, l'uomo del Borneo, il bipede selvaggio, per di qua. Omelette al gasolio, salame di leone alla segatura di legno, al catrame e al petrolio, sono i loro piatti preferiti. Signore e signori, militari e ragazzi, dopo aver forgiato con i piedi nudi quella barra di ferro incandescente di fuoco e non di vernice, dopo essersi passato quell'attizzatoio incandescente di fuoco e non di vernice prendete l'oggetto in mano se non ci credete, dopo essersi passato, dico io, quell'attizzatoio sulle parti più sensibili dell'epidermide, e in particolare la lingua, e sentirete sfrigolate le carni e ne avvertirete l'odore, quell'uomo e quella donna, rari esemplari di una popolazione lontana, arrivati da una contrada ancor più lontana, ingoieranno davanti a voi, con una soddisfazione che potrete leggere sulle loro facce bestiali, con la stessa facilità di un giornale della sera, quel magnifico punch alla benzina, al quale aggiungeremo, per arricchirlo di vitamine, un mestolo di olio minerale e un po' di grumo di pipa. Per di qua, signore e signori. È uno spettacolo istruttivo, curioso e sorprendente. Lottatori, tiri a segno, lecca-lecca, lotterie. Vieni sulla mia spalla, tesoruccio, bambino. E la festa continua. E tutto rolla e beccheggia.” (pp. 19-21) 

 


 

 

E visto che ormai di questi tempi trovare liberali è parecchio difficile ripropongo nuovamente il testdella Fondazione Einaudi su che liberale sei. Lo rifaccio spesso e il risultato è sempre liberale classico

E sono contento che grazie a questo test una persona ha cominciato a interessarsi a questi testi, scoprendo sorprendentemente di non essere poi cosi' tanto di sinistra come pensava.

Commenti

  1. Molto bello e toccante il ricordo di tua madre.
    Ciao Andrea.

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    1. Ciao Andrea, mi manca molto mia madre. Settimana scorsa sono stato a Pesaro e ho pianto tantissimo quando sono tornato al porto. Me la ricordo che guardava verso il mare e si faceva avvolgere dal vento mentre fumava una sigaretta. Io e lei non amiamo molto le fotografie ma adesso che lei è morta mi dispiace non avere qualche sua foto da guardare. Io e lei non abbiamo foto insieme, se non una ma quando ero un bambino. ciao

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