"Un eroe dei nostri tempi" di Michail J. Lermontov (Feltrinelli, traduzione e cura di Paolo Nori) e di lavoro e Fiery Furnaces

 

In questi giorni ho saputo solo verso le 21 se avessi dovuto lavorare la mattina successiva. Vien difficile organizzare le giornate, programmare qualcosa insieme alla mia compagna (lei, pure con un lavoro molto faticoso, lavora da lunedì al venerdì) ma è questa la realtà del mio lavoro al cinema da anni e se non ci saranno altre chiusure mi scordo i fine settimana, i festivi e i lunedì fino al maggio del 2022) Domani non so ancora se lavorerò ma sicuramente lo farò sabato, domenica e lunedì e per fortuna perché ho bisogno di soldi, visto che non ho più diritto al lavoro ridotto e le due settimane di ferie sono state sostanzialmente non pagate (ho una percentuale vacanze che si aggiunge alla paga mensile ma essendo un lavoratore a ore capite bene la situazione). Mi auguro solo che la probabile introduzione del pass per entrare al cinema non peggiori ulteriormente il quadro già non particolarmente roseo, perchè se è vero che stanno arrivando parecchi spettatori (anche più del previsto visto che siamo in estate) ma il distanziamento riduce di parecchio la capienza delle sale e di conseguenza anche ore lavoro/guadagno/incassi del cinema (e non avete idea di come ci sia una grande tensione fra fornitori/distributori di materie prime come per esempio il mais che ci serve per produrre i popcorn... un'ansia come quella che ho letto sul visto delle ragazze che arrivando al cinema per i colloqui per un posto di lavoro a cassa/concession).

Non è sempre facile tornare a casa stanchissimo(mani, schiena, gomiti e spalle soprattutto), pieno d'ansia, vuoto, con spesso la sola voglia di gettarsi con un sasso al collo nel lago e mettersi a leggere o scrivere ma lo faccio con disciplina, tanta passione e la compagnia della gatta a cinquanta centimetri di distanza.

Ieri sera ho  deciso di accantonare alcune novità per dedicarmi interamente a “Un eroe dei nostri tempi” di Michael J.Lermontov (Feltrinelli, traduzione e cura di Paolo Nori). L'avevo letto ai tempi delle superiori e ci avevo capito poco o nulla ma questa volta mi ha letteralmente travolto, per lo stile, la struttura e la figura di questo “eroe dei nostri tempi”. Se non lo avete mai letto cercatelo, ve lo consiglio. Un romanzo del 1840 ancora freschissimo, attuale e pieno di spunti, anche per chi come me vorrebbe un giorno scrivere qualcosa di bello. Una di quelle opere d'arte che vi risolvono le giornate, che spazzano via tutta la sporcizia del lavoro e tantissima di quella spazzatura che avete letto prima e che vi hanno dipinto come capolavori o libri imprescindibili per capire i nostri tempi...............

Un estratto:

Spesso mi chiedo come mai io insegua così tenacemente l'amore di una giovane donna che non voglio sedurre e che non sposerò mai. Che senso ha questa civetteria femminile? Vera mi ama più di quanto la principessa Meri mi amerà mai; se le mi fosse sembrata una bellezza invincibile allora, forse, sarei stato spinto dalla difficoltà di conquistarla. Ma non è affatto così. Questo, quindi, non è l'inquieto bisogno d'amore che ci tormenta nei primi anni della giovinezza, ci getta da una donna all'altra finché non troviamo quella che non ci può sopportare e dà inizio alla nostra costante, cioè a una vera passione infinita che si può esprimere matematicamente con una linea che da un punto cade nello spazio; il segreto di questa infinità è solo nell'impossibilità di raggiunger lo scopo, cioè la fine. Ma perché mi do tanto da fare? Per invidia di Grusnickij? Poveretto, non se lo merita affatto. O è una conseguenza di quel brutto ma invincibile sentimento che ci costringe a distruggere le dolci illusioni del prossimo per avere, quando disperato ci chiederà a chi deve credere, il misero piacere di dirgli: “Amico mio, a me è successo lo stesso e, come vedi, io pranzo, ceno e dormo benissimo e, spero, sarò capace di morire senza un grido e senza lacrime”. Eppure c'è un piacere sconfinato nel possesso di un'anima giovane, appena schiusasi alla vita. È come un fiorellino il cui aroma migliore si volatilizza all'incontro col primo raggio di sole; bisogna reciderlo in quel momento e, dopo averlo odorato a sazietà, buttarlo; qualcuno forse lo raccoglierà. Io sento in me questa sete insaziabile che si alimenta di tutto quello che incontra per strada; guardo alle sofferenze e alle felicità altrui solo in rapporto a me, come a un nutrimento, a un sostegno delle mie forze spirituali. Per quel che riguarda me, non mi succede più di impazzire per gli effetti della passione; l'ambizione in me è stata sopraffatta dalle circostanze, ma è comparsa in un'altra forma, dal momento che l'ambizione non è altro che sete di potere, e il mio primo piacere è sottomettere alla mia volontà tutto quello che mi circonda; e suscitare un sentimento d'amore, di dedizione e di passione non è forse il primo segno e il più grande trionfo del potere? Essere per qualcuno ragione di sofferenza e di gioia, non avendone alcun diritto reale, non è il più dolce alimento della nostra superbia? E cos'è la felicità? Superbia appagata. Se io credessi di essere il migliore, il più potente uomo al mondo, sarei felice; se tutti mi amassero, troverei in me infinite fonti d'amore. Il male imita il male; la prima sofferenza fa capire il piacere che c'è nel far soffrire un altro: l'idea del male non può entrare nella testa di un uomo senza che questi lo voglia realizzare; le idee sono creazioni organiche, ha detto qualcuno: la loro nascita produce già la loro forma, e questa forma è l'azione; colui nella cui testa sono nate più idee è quello che agisce più degli altri; questo genio, incatenato al tavolo di un ufficio, morirebbe o impazzirebbe, esattamente come un uomo con una possente struttura fisica che faccia una vita sedentaria e abbia una condotta morigerata morirebbe di un colpo apoplettico. Le passioni altro non sono che idee al loro primo grado di sviluppo: esse sono proprie della giovinezza del cuore ed è stupido chi pensa che sarà agitato da loro per tutta la vita; molti tranquilli ruscelli iniziano come rumorose cascate ma nessuno corre e schiuma fino al mare. Questa tranquillità è però spesso segno di una grande forza segreta; la pienezza è la profondità dei sentimenti e dei pensieri, si rende conto di tutto, perfettamente, e si convince che così deve essere; essa sa che senza tempeste la continua arsura del sole la inaridirebbe; essa si sprofonda nella sua stessa vita, si vezzeggia e si punisce come un bimbo amato. Solo in tale stato superiore di consapevolezza l'uomo può apprezzare la giustizia divina. Rileggendo questa pagina mi accorgo che mi sono allontanato di molto dall'oggetto del mio racconto... Ma cosa importa? Questo diario lo scrivo e per me stesso e, di conseguenza, qualsiasi cosa ci metta diventerà col tempo un prezioso ricordo.” (pp. 114-116) 

 


 Che disco questo.

Commenti

  1. Particolarmente affezionato a Lermontov, primo perché ho portato sulle scene il suo Un ballo in maschera, secondo perché sulle tavole di quel palcoscenico ho conosciuto la donna che sarebbe diventata mia moglie.. ;)

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    1. Cavolo che bella storia. Posso chiederti quanti anni avevate? Su queste cose sono un po' un romanticone.

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    2. Esattamente 21 anni fa.. e venivamo da storie tormentate, lei 44, io 41 ;)

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    3. Bello. Io e la mia compagna stiamo insieme ormai da tantissimi anni (ci siamo conosciuti in un modo che sembra uscito da un romanzo dell'ottocento) ma c'è stato un periodo che ci siamo lasciati e abbiamo avuto altre relazioni ma a un certo punto non abbiamo potuto fare a meno di tornare a sentirci e poi alla fine siamo tornati insieme. E siamo tornati insieme proprio dove abbiamo trascorso le vacanze quest'anno.

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  2. Ho sentito anche The fiery furnaces.. molte tracce assimilabili a roba del calibro di Gentle Giant, Van der Graaf, King crimson.. insomma una discreta base progressive.. grazie della dritta!

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    1. Mi piacciono perchè sono un frullato molto intelligente di generi diversi (e poi a me lei piace moltissimo).

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