"Ermellino bianco e altri racconti" di Noëlle Revaz (Edizioni Casagrande, traduzione di Maurizia Balmelli)
Mi sono avvicinato con grandi aspettative alla raccolta di racconti "Ermellino bianco e altri racconti" della scrittrice sviizera Noëlle Revaz (Edizioni Casagrande, traduzione di Maurizia Balmelli) e ne sono uscito un po' deluso. Una raccolta discontinua che mescola umorismo nero, pamphlet femministi, monologhi, squarci dolorosi di vita quotidiana, toni favolistici. I racconti sono di breve durata e spesso li ho trovati stucchevoli, ripetitivi o come diceva una mia cara amica "leccati" . Forse sono anche troppi questi racconti e se letti uno dietro l'altro potrebbero trasmettere una sensazione di noia e l'effetto sorpresa, lo sguardo graffiante tende a evaporare e per assurdo anche a diventare normalizzante, fin troppo moralistico e rassicurante. Peccato perché poi ci sono delle fiammate di assoluta bellezza ma nel complesso è una raccolta che non mi ha convinto.
Un estratto da uno dei racconti che ho preferito che si intitola "Discorso in tre parti agli amanti e agli innamorati impietriti":
"Ci rivolgiamo a lor signori al fine di sbrogliare la matassa che ci infagotta l'esistenza. Siamo quelle che volete sempre tra le braccia. Siamo quelle che concupite, a cui rivolgete i vostri pensieri, quelle che sommergete di lettere e che importunate. Smettetela di redigere le vostre missive, risollevate la testa un istante, sospendete le penne e le mani e una volta tanto ascoltate: abbiamo qualcosa da dirvi. Le parole che stiamo per pronunciare avremmo di gran lunga preferito che le intuiste da soli. Ma le cose si riducono a questo: pare che non rientri nelle vostre capacità andare oltre i nostri occhi, le nostre bocche che vi imbaldanziscono, le nostre espressioni che decifrate, ma sempre in modo sbagliato. In un primo tempo però non lo ritroviamo. L'abbiamo senz'altro gettato insieme ai resti delle verdure che ci abbiamo mondato sopra. Volevamo telefonavi. Il vostro numero ci sfugge. Sapete, non abbiamo mai avuto memoria per i numeri. Per questi motivi oggi apriamo bocca e vi chiediamo, signori, di prestarci attenzione e aguzzare le orecchie cinque minuti." (pag. 41)
Però vero, pare che non rientri nelle nostre capacità andare oltre le loro bocche e il loro ancheggiare. Decifriamo distorto e colti in errore flagrante, ogni tanto, uccidiamo.
RispondiEliminaHai perfettamente ragione, anche se credo che parecchie donne vedano negli uomini o in altre donne le stesse cose che vediamo noi uomini, compresi i soldi. Sono un po' stronzo oggi.
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