"La casa di Roma" di Pierluigi Battista (La nave di Teseo) e certe volte posso essere molto cattivo, anche se questa volta sono solo cattivo

 

Tutta una vita che penso di scrivere un romanzo ispirato alla mia famiglia. Non una biografia ma qualcosa di molto molto romanzato. Ecco, questa voglia mi passa tutte le volte che leggo romanzi come "La casa di Roma" di Pierluigi Battista (La nave di Teseo). Apprezzo molto Battista come giornalista e mi sono piaciuti i suoi saggi ma questo romanzo che è un affresco pomposo, noioisissimo di una famiglia dal Novecento ad oggi con una bella lavatrice che non dimentica proprio nulla: Fascismo-Comunismo, Resistenza, scontri ideologici, boom economico, Roma - quartiere Prati, segreti, misfatti, morti, menzogne, divorzio, conflitti interfamiliari, cambi di casacca, arte mi ha proprio rotto i coglioni. 

Molto meglio le telenovelas che guardava mia nonna mentre cucinava la faraona.

Dentro c'è proprio tutto quello che serve per parlare dell'Italia, della guerra civile, delle contraddizioni e parlare e parlare e dibattere e scontrarsi e rompere i coglioni sulle contraddizioni di una generazione e poi di quell'altra e di quell'altra ancora, in tv, sui social, sull'Espresso, Repubblica, il Giornale, Il Fatto Quotidiano, Il Riformsita, Corriere della Sera, Huffington Post e compagnia bella.

Insomma "La casa di Roma" è uno di quei romanzi che sembrano saggi, stantii e da scaffale da supermercato o da libreria da salotto con la tv accesa sulla Gruber o Porro o Piazza Pulita o Vespa o Giletti o Zoro, mascherati e che affascinano tonnellate di lettori perché insomma se ancora oggi nel 2021 siamo qui a parlare di Fascismo-Antifascismo volete che non ci siano tantissimi lettori disposti a leggere romanzi come questo di Battista? 

Magari poi per realizzarci sopra un bella fiction o uno speciale a reti unificate sull'Italia che non ragiona sul proprio passato, sulla condizione delle donne, sul degrado di Roma, sulle generazioni finite nel gorgo della droga, del terrorismo, della playstation, del trap, del calcio, del narcisismo, del consumismo.

La letteratura è da un'altra parte.

Quando penso al romanzo sulla mia famiglia a me vengono in mente Thomas Mann, Philip Roth, Saul Bellow ed è anche per questo che non ho ancora trovato la forza e la qualità per scriverlo.

Magari un giorno.

Ma penso sempre alla faccia della mia nonna paterna mentre mi dice "Meglio se stai zitto Andrea".


illuminati hotties - MMMOOOAAAAAYAYA

Commenti

  1. Il Silenzio è un'eroica e saggia idea che sto decisamente prendendo in considerazione anch'io. Perché non mi sento più Scrittore? No, per il motivo opposto, ovviamente. :(

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