Due libri diversi ma entrambi bellissimi e inquietanti
"La ragazza scomparsa" di Shirley Jackson (Adelphi, traduzione di Simona Vinci) e "50 tentati suicidi piú 50 oggetti contundenti" di Alessandra Carnaroli (Einaudi) sono due libri molto diversi ma li ho trovati entrambi bellissimi e inquietanti. Quello della Jackson contiene tre racconti micidiali, perfetti nei tempi, gotici, da brividi con una ragazza che scompare nel nulla da un campus estivo femminile, un bambino che incontra su un treno una ladra e una donna che vive un vero e proprio incubo quotidiano ("Incubo" mi ha realmente angosciato perché ha portato a galla molte mie paure, incubi ricorrenti e paranoie). Tre racconti brevi ma che andrebbero studiati e riletti per capire cosa cazzo significa scrivere.
Nell'altro invece Alessandra Carnaroli mette in versi la condizione delle donna, la disperazione quotidiana di casalinghe, di madri, gli impulsi suicidi e quelli omicidi, le paure inespresse, i desideri castigati, l'autolesionismo, le giornate costruite su televisione/ricette/matrimonio/dipendenze/farmaci/figli/lavoro. Non un libro per tutti. Non sono poesie semplici e vanno digerite, assorbite, vissute per mettersi a nudo, per affrontare il dolore che sta dentro di noi e nelle regole di una società che annienta la bellezza e non accetta le debolezze. E per uno come che ci gira intorno da sempre al suicidio mi è salita anche una certa ansia mentre lo leggevo.
Qualche estratto dal libro della Carnaroli:
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