Nessuno tocchi Caino - IMPICCATO IN IRAN ARMAN ABDOLALI, L’UOMO CHE VISSE SEI VOLTE

NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS

Anno 21 - n. 44 - 27-11-2021

Contenuti del numero:

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : IMPICCATO IN IRAN ARMAN ABDOLALI, L’UOMO CHE VISSE SEI VOLTE
2.  NEWS FLASH: CECINA (LI): IL 30 NOVEMBRE NTC PER LA FESTA DELLA TOSCANA ‘ARTE COME LUOGO DI LIBERTÀ’
3.  NEWS FLASH: COREA DEL NORD: CONDANNATO A MORTE PER AVER TRAFFICATO ‘SQUID GAME’
4.  NEWS FLASH: PAKISTAN: ASSOLTO CRISTIANO CHE ERA STATO CONDANNATO A MORTE PER BLASFEMIA
5.  NEWS FLASH: INDIA: COMMUTATE IN ERGASTOLO TRE CONDANNE A MORTE PER STUPRO
6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


IMPICCATO IN IRAN ARMAN ABDOLALI, L’UOMO CHE VISSE SEI VOLTE
Sergio D’Elia su Il Riformista del 26 novembre 2021

Arman Abdolali era ancora piccolo al momento del fatto per il quale è stato condannato a morte. Arman è diventato grande nella prigione di Rajai Shahr a Karaj, a ovest di Teheran dove, in un anno, ha superato sei prove di impiccagione.
Sono state prove crudeli e inumane, forme terribili di tortura dell’anima quelle di essere trascinato all’improvviso fuori dalla propria cella, portato in una stanza di isolamento in attesa di essere impiccato e, poi, all’ultimo momento, riportato nel braccio della morte. Per la gioia dei compagni di sventura che lo hanno rivisto vivo. Per il tormento del condannato nell’angosciante attesa di un’altra prova o di un altro finale di partita.
La sua esecuzione era stata programmata già due volte, nel gennaio 2020 e nel luglio 2021, ma è stata interrotta in entrambi i casi dopo una protesta internazionale.
Poi altre due volte, alla metà di ottobre e i primi di novembre, gli era stato tolto il cappio al collo grazie a un appello urgente mosso dalle Nazioni Unite. Era stato trasferito di nuovo nell’anticamera del patibolo il 21 novembre scorso. Lì aveva atteso tre giorni e due notti, poi era ritornato in sezione.
Per sei volte sull’orlo del precipizio mortale, per sei volte Arman è “rinato”. La sera tardi del 23 novembre, per la settima volta, lo hanno condotto di nuovo nella sezione di isolamento, nella stanza davanti alla forca.
Sarebbe stata l’ultima prova di impiccagione dell’uomo che ha vissuto sei volte, quella che avrebbe segnato la fine della storia di Arman e della sua lenta agonia. La rappresentazione teatrale della legge del taglione avrebbe assicurato l’ultimo spettacolo: biglietto di sola entrata per l’attore principale, nessuna via d’uscita, nessuna replica, nessun ritorno alla vita del condannato a morte.
Arman non è più salito in sezione dai suoi compagni di pena. Arman è salito sul patibolo il giorno dopo, alle prime luci dell’alba. Con gli occhi bendati, lo hanno portato sotto la forca, una corda gli ha cinto il collo, un calcio allo sgabello sferrato dal boia gli ha tolto l’appoggio sotto i piedi e anche la vita.
Arman Abdolali era nato il 9 marzo 1996 e aveva 17 anni al momento della scomparsa della sua ragazza nel 2013. Il corpo non è mai stato ritrovato. È stato condannato lo stesso per omicidio.
Arman aveva già fatto l’esperienza della cella di isolamento quando è stato arrestato. Per 74 giorni è stato privato di tutto: della luce, del sonno e dell’amore materno che meriterebbe ancora un ragazzo della sua età. Anche prima di morire, solo come un cane, gli è stato tolto la luce, il sonno e l’amore materno. I suoi genitori sono stati privati del diritto sacrosanto e del senso minimo di umana pietà di un’ultima visita al figlio in attesa di esecuzione.
Nella cella di isolamento, dove era stato deprivato di tutto e aveva subito di tutto, aveva confessato l’omicidio. Sulla base della confessione, senza tener conto che era minorenne e che non era mai stato trovato un corpo, senza un giusto processo è stato condannato a morte, alla qisas, a una “ritorsione in natura”. Nel campo dei delitti e delle pene coraniche, dei torti arrecati dal reo e dei diritti maturati dalla vittima, la qisas islamica prevede proprio questo: una “restituzione dello stesso tipo”, una punizione analoga al delitto, la legge del taglione, il prezzo del sangue: chi sbaglia paga, una vita per una vita, chi ha ucciso dev’essere ucciso.
Non sappiamo se Arman ha ucciso davvero la sua ragazza. Quel che sappiamo è che aveva meno di 18 anni al momento del fatto e condannarlo a morte è una violazione grave del diritto internazionale, del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici e della Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo. L’Iran ha firmato sia l’una che l’altra carta, ma evidentemente le considera carta straccia. Difatti, la Repubblica islamica è uno dei pochi paesi al mondo che ancora applica la pena di morte per i minori di 18 anni ed è responsabile di oltre il 70% di tutte le esecuzioni di minorenni negli ultimi 30 anni. Arman Abdolali è il secondo minorenne a essere giustiziato quest’anno. L’anno scorso ne ha impiccati otto.
Il regime dei mullah è rimasto praticamente solo a violare questo diritto umano universale, la sacra consuetudine di non uccidere persone troppo giovani per capire il male di uccidere. E la civilissima Europa dei diritti umani, dell’abolizione della pena di morte e della pena fino alla morte, non ha mosso un dito per Arman e i ragazzi come lui condannati per fatti avvenuti quando erano troppo giovani d’età. Anzi, l’Europa tollera questi crimini contro l’umanità, blandisce e legittima un regime che continua a praticare la tortura dell’isolamento, a infliggere l’agonia dell’attesa all’ombra della forca e la pena fuori dal tempo e fuori dal mondo di un cappio che si stringe intorno al collo.
Per saperne di piu' : https://www.ilriformista.it/impiccato-arman-abdolali-luomo-che-visse-sei-volte-263501/

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

CECINA (LI): IL 30 NOVEMBRE NTC PER LA FESTA DELLA TOSCANA ‘ARTE COME LUOGO DI LIBERTÀ’
Il 30 novembre la regione Toscana può vantare un compleanno felice e colorarsi a festa da quando nel giugno del 2001 il Consiglio Regionale approvò una legge per celebrare l'anniversario della riforma penale del 1786 voluta da Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana dal 1765 al 1790, che decretò "la demolizione delle Forche ovunque si trovino" (art. 54°).
In un’epoca in cui la tortura, la morte per smembramento erano la regola, tale riforma si manifestò come una rivoluzione copernicana e pose una pietra miliare nella storia dell’umanità. Riforma ispirata anche da quel libro di Cesare Beccaria “dei delitti e delle pene” che è un primo manifesto per l’affermazione dei diritti umani e che permise di abolire insieme alla condanna capitale anche la tortura e le amputazioni.
Il 30 novembre a Cecina, nel Teatro Comunale Eduardo De Filippo, per il progetto “SconfinaMenti” ottobre – dicembre 2021 Pedagogia, politica, arti della scena con la direzione artistica di Alessio Pizzech e la direzione organizzativa di Maurizio Canovaro, Nessuno Tocchi Caino - Spes contra spem, partecipa e patrocina all’evento “Arte come luogo di Libertà” con la Presidente Rita Bernardini e la regista teatrale Porzia Addabbo, autrice del docufilm “ Bohème al Carcere di Maiano” il racconto dell’allestimento di un’opera lirica all’interno di un supercarcere che sarà proiettato a una platea di studenti, insegnanti, artisti e cittadini. Interverranno i sindaci Samuele Lippi di Cecina e Massimo Fedeli di Bibbona, la direttrice della Casa di Reclusione di Volterra Maria Grazia Giampiccolo ed è previsto un’apericena a cura dei detenuti, il cui ricavato andrà in beneficenza. Condurranno l’evento Ilaria Fontanelli e Maurizio Canovaro.
La città attraverso l’arte incontra il carcere ed è lo spazio di una comunità che non esclude, di una storia che ritorna nel nome dei diritti umani e ci ricorda quanto essi ci appartengano perché patrimonio culturale di civiltà. E come aveva ben compreso Leopoldo, essi sono e vivono della storia degli uomini che è una storia di Libertà.
info@nessunotocchicaino.it
Info@teatrodefilippo.it


COREA DEL NORD: CONDANNATO A MORTE PER AVER TRAFFICATO ‘SQUID GAME’
La Corea del Nord ha condannato a morte un uomo che avrebbe trafficato e venduto copie della serie Netflix "Squid Game", a seguito dell’arresto da parte delle autorità di sette studenti delle scuole superiori che hanno guardato la produzione in lingua coreana, hanno riferito fonti nordcoreane a Radio Free Asia.
Il trafficante avrebbe introdotto una copia di Squid Game in Corea del Nord dalla Cina e avrebbe poi venduto dispositivi USB contenenti la serie. Le fonti hanno detto che la sua condanna capitale sarà eseguita tramite fucilazione.
Uno studente che avrebbe acquistato il prodotto è stato punito con l'ergastolo, mentre altri sei che hanno visto la serie sono stati condannati a cinque anni di lavori forzati, inoltre i loro insegnanti e amministratori scolastici sono stati licenziati e rischiano l'esilio per andare a lavorare in miniere lontane o di dover lavorare per conto proprio, hanno detto le fonti.
RFA ha riferito la scorsa settimana che copie di Squid Game erano arrivate in Corea del Nord nonostante gli sforzi delle autorità per tenere fuori i media stranieri.
Le copie hanno iniziato a diffondersi tra la gente su unità USB e schede SD.
Fonti hanno affermato che il mondo distopico descritto nella serie - in cui persone emarginate vengono messe l'una contro l'altra nei tradizionali giochi per bambini per enormi premi in denaro, con i giocatori perdenti che vengono messi a morte – riflette le condizioni rischiose e instabili dei cittadini nordcoreani.
"Tutto è iniziato la scorsa settimana quando uno studente delle superiori ha acquistato di nascosto una memoria USB contenente Squid Game e l'ha guardato con uno dei suoi migliori amici in classe", ha detto il 22 novembre una fonte delle forze dell'ordine nella provincia di North Hamgyong al servizio coreano di RFA.
"L'amico ha parlato con diversi altri studenti, che si sono interessati, e insieme hanno guardato la serie. Sono stati arrestati dal servizio censura del 109 Sangmu, che ha ricevuto una soffiata", ha detto la fonte, riferendosi all’unità governativa specializzata nella cattura di chi guarda video illegali, conosciuta ufficialmente come Gruppo 109 del Bureau di Sorveglianza.
L'arresto dei sette studenti segna la prima volta che il governo applica la nuova legge sull'“Eliminazione del Pensiero e della Cultura Reazionarie” in un caso che coinvolge minorenni, secondo la fonte.
La legge, promulgata l'anno scorso, prevede l’esecuzione capitale come pena massima per chi guarda, detiene o distribuisce media dei paesi capitalisti, in particolare Corea del Sud e Stati Uniti.
"I residenti sono travolti dall'ansia, poiché i sette saranno interrogati senza pietà fino a quando le autorità non scopriranno come la serie sia stata introdotta clandestinamente nonostante il confine chiuso a causa della pandemia di coronavirus", ha detto la fonte.
"Significa che i venti sanguinosi delle indagini e delle punizioni soffieranno presto", ha detto la fonte, sottintendendo che una lunga indagine stabilirà la catena di distribuzione poiché ogni nuova persona indagata sarà costretta a dire dove ha preso la sua copia e con chi l’ha condivisa.
Le punizioni non si fermeranno al trafficante e agli studenti che hanno visto il video, poiché anche altri senza alcun collegamento con i fatti saranno ritenuti responsabili, secondo la fonte.
“Il governo sta prendendo molto sul serio questo incidente, affermando che l'istruzione degli studenti è stata trascurata. Il Comitato Centrale ha licenziato il preside della scuola, il segretario per i giovani e l'insegnante della classe", ha detto la fonte.
“Sono stati anche espulsi dal Partito. È certo che verranno mandati a lavorare nelle miniere di carbone o esiliati nelle zone rurali del Paese, per cui gli altri insegnanti della scuola sono preoccupati che possa succedere anche a loro se uno dei loro studenti venisse coinvolto nelle indagini”, ha aggiunto la fonte.
In seguito all’arresto degli studenti, le autorità hanno iniziato a setacciare i mercati alla ricerca di dispositivi di archiviazione di memoria e CD video contenenti prodotti stranieri, ha detto a RFA un residente della provincia.
"I residenti tremano tutti di paura perché saranno puniti senza pietà per l'acquisto o la vendita di dispositivi di archiviazione, non importa quanto piccoli", ha detto la seconda fonte, che ha chiesto l'anonimato per parlare liberamente.
"Ma indipendentemente da quanto sembri severo il giro di vite del governo, circolano voci secondo cui tra i sette studenti arrestati ce n’è uno con genitori ricchi che sono riusciti ad evitare la punizione al ragazzo, avendo corrotto le autorità con 3.000 dollari", ha sostenuto la seconda fonte.
“La gente si lamenta che il mondo è ingiusto perché se i genitori hanno soldi e potere anche i loro figli condannati a morte possono essere rilasciati”.
(Fonti: RFA, 23/11/2021)


PAKISTAN: ASSOLTO CRISTIANO CHE ERA STATO CONDANNATO A MORTE PER BLASFEMIA
Un cristiano che in Pakistan ha trascorso quasi 10 anni in prigione per blasfemia è stato scarcerato il 9 novembre 2021 dopo che un'Alta Corte lo ha assolto, ma senza che la notizia trapelasse per evitare la rabbia degli islamisti, ha detto il suo avvocato.
La condanna all'ergastolo di Sajjad Masih Gill, 37 anni, era stata convertita in pena di morte lo scorso 10 marzo su pressione islamista.
Il suo avvocato, Javed Sahotra, ha detto che un collegio di due giudici dell'Alta Corte di Lahore il 26 ottobre ha assolto Gill per insufficienza di prove e ha ordinato il suo rilascio.
"Il mio cliente sta affrontando gravi rischi per la sua sicurezza", ha detto Sahotra a Morning Star News. “Abbiamo intenzionalmente tenuta segreta la notizia per evitare di mettere a rischio la sua e la nostra vita. Gill è molto felice dopo essere uscito di prigione, ma non può tornare alla sua vita normale”.
Gill, membro della Chiesa Avventista del Settimo Giorno a Pakpattan, ha trascorso nove anni, 10 mesi e 15 giorni in prigione per una falsa accusa, ha detto Sahotra.
L’avvocato ha affermato di apprezzare i giudici dell'Alta Corte per aver amministrato giustizia, anche se dopo un prolungato ritardo.
Un tribunale aveva condannato Gill all'ergastolo nel 2011 ai sensi della Sezione 295-C della controversa legge sulla blasfemia del Pakistan contro la profanazione di Maometto, il profeta dell'Islam.
Un musulmano aveva accusato Gill di aver inviato un messaggio blasfemo.
Nel verdetto di assoluzione dello scorso mese, i giudici dell'Alta Corte di Lahore Malik Shahzad Ahmad Khan e Muhammad Tariq Nadeem hanno affermato che la polizia ha mancato di recuperare da Gill il telefono cellulare e carta SIM presumibilmente utilizzati per commettere il “reato”, ha aggiunto Sahotra.
(Fonti: Morning star news, 22/11/2021)


INDIA: COMMUTATE IN ERGASTOLO TRE CONDANNE A MORTE PER STUPRO
L'Alta Corte di Mumbai il 25 novembre 2021 ha commutato in ergastolo le condanne a morte di tre uomini in un caso di stupro che ha sollevato nel Paese la questione della sicurezza per le donne.
L'aggressione, verificatasi nel 2013, seguì un altro caso di stupro di gruppo avvenuto l'anno precedente, che provocò la morte di una donna a Nuova Delhi, scatenando proteste a livello nazionale che portarono a leggi anti-stupro più severe.
I tre uomini - Vijay Jadhav, Mohammed Kasim Bengali e Mohammed Salim Ansaria - insieme a due complici, intrappolarono e violentarono ripetutamente una fotoreporter di 22 anni in una fabbrica abbandonata a Mumbai.
Il complesso di Shakti Mills si trova vicino a una zona alla moda con appartamenti, uffici, negozi e ristoranti, nel centro finanziario dell'India.
L'aggressione sorprese i cittadini di Mumbai, metropoli considerata molto più sicura per le donne rispetto alla capitale Nuova Delhi, scatenando proteste in città e clamore nel Parlamento nazionale.
La polizia di Mumbai arrestò cinque persone a meno di una settimana dal crimine.
La vicenda spinse una operatrice telefonica di 19 anni a farsi avanti accusando i tre di averla violentata nello stesso posto un mese prima, insieme a due diversi complici.
Tutti e sette gli accusati, due dei quali minorenni, sono stati condannati per i due stupri.
Il caso di Nuova Delhi del 2012 ha portato a un cambiamento nella legge per rendere gli stupratori recidivi punibili con la morte.
I tre uomini giudicati colpevoli di entrambe le aggressioni di Mumbai erano stati condannati all'impiccagione, le prime condanne capitali ai sensi della legislazione modificata.
Al momento della sentenza avevano 19, 21 e 28 anni.
L'Alta Corte di Mumbai il 25 novembre ha confermato la loro colpevolezza, ma ha ridotto le condanne a "ergastolo duro" senza possibilità di libertà condizionale.
"La morte mette fine al concetto di pentimento", ha detto il giudice dell’Alta Corte, secondo l'agenzia di stampa PTI.
"Non si può dire che gli accusati meritino solo la pena di morte. Meritano la reclusione a vita per pentirsi del crimine da loro commesso".
(Fonti: Afp, India Today, 25/11/2021)

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