I turni a sorpresa, le botteghe, Richard Wagamese

I turni a sorpresa al cinema sono tipo quelli che timbri alle 6 vai in pausa a 12, ricominci alle 1230 e torni e finisci alle 1630 e poi ricominci alle 1915 e finisci alle 21. E dentro ci sono i popcorn da preparare. 

Oggi è stato un altro giorno di merda, veramente faticoso e per fortuna domani solo poche ore e poi un salto veloce da mio padre per vederlo prima di eventuali nuove restrizioni, anche se non ho molta voglia di accompagnarlo in un paio di botteghe di qualità che sono realtà che detesto.

Quelle di nuova generazione coi bottegai che sembrano usciti da un corso di Etica, tutti impostati, che ti rompono i coglioni di parole per venderti due birre non filtrate, qualche uova, la pancetta e tutte quelle robe biologiche, vegane, rispettose della terra, col marchio certificato, a chilometro zero e con un packaging che trovo disgustoso quasi sempre. Cazzo, le loro confezioni mi fanno venire voglia di plastica.

Non ho mai amato le botteghe del mio paese, cosi' come non ho mai amato vivere in paese, ma c'erano botteghe dove entravi e semplicement ti servivano un etto di prosciutto, ti vendevano le uova della vicina di casa o le cotenne di maiale dell'allevamento del paese affianco ma senza che ti rompessero i coglioni. Entravi, ordinavi, te ne andavi. Una bottega. Se volevi rimanerci a lungo eri uno di quelli che che vivevano il paese. Non è mai stato il mio caso.

Adesso tutte queste botteghe fighette biologiche sembrano un incrocio fra una chiesa, una seduta psichiatrica, una classe occupata al liceo, un programma rieducativo, un aperitivo fighetto.

Son cattivo e lo so ma son cresciuto con mia nonna che tagliava la gola alle galline e mi preparava il sanguinaccio bello fritto oppure le lumache o gli uccellini e son figlio e nipote di ristoratori che hanno sempre servito prodotti locali pur inglobando ricette di altre regioni e paesi (questo dagli anni '50.... ah, la maledetta globalizzazione) e mi piaceva andare da Tonio e i suoi maiali e dirgli: La nonna vuole quel maiale là che t'ha detto. Lei m'ha detto che se la freghi ti taglia la gola.

Sono figlio di un'altra epoca e non m'interessa nemmeno che torni ma io queste botteghe le trovo quasi delle mostre, dei luoghi dove sentirsi i migliori della società, in pace con la coscienza.

Nelle botteghe di nuova generazione che difendono le eccellenze di questo o quell'altro territorio preferisco non entrare. Mi sento a disagio. Non fanno per me. Cosi' come gran parte delle librerie di qualità, indipendenti che quando ci entro e sento quel modo di parlare, respiro quel tipo di ambiente capisco che è meglio che me ne vado.

Come al mercato settimanale quando incontro quelli che vendono pane biologico e penso a quegli stronzi, farabutti, ladri, usurai di panettieri che avevano la bottega vicino a casa mia e che preparavano delle michette fantastiche. Entravo da loro (mi stavano veramente sul cazzo e avrei voluto bruciargli il posto), prendevo il pane e me ne tornavo a casa senza rotture di coglioni sul mondo, la farina, le specialità, l'origine. Mi avranno avvelenato? Probabile. Ma i nuovi bottegai e i loro locali fighetti mi avvelenano l'esistenza.

E comunque nel mio paese da quando me ne sono andato e ci torno prendo solo i giornali perché quelli dell'edicola sono una famiglia di liberali, forse un po' troppo Forza Italia, ma persone perbene e che c'entrano poco col resto del paese.

 


 

Per fortuna ho questo libro che mi sta prendendo tantissimo.

Davvero bello. 

Queste righe sono scritte di getto.

In tre giorni 8 ore di sonno per l'ansia e una serie di problemi che arrivano come grandine.


Commenti

  1. eh no bello!
    non tutto il bio è un ladrocinio, e tanto di cappello al kilometro zero.
    quello della plastica poi ... non te la passo! potrei toglierti il saluto :)

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    1. Ma guarda Silvia io riciclo quasi tutto, esco sempre con una borsa nello zaino per fare spesa e quando riesco (qui in Ticino far spesa è diverso da farla in Italia) acquisto volentieri prodotti locali o biologici e stagionali. Detesto tutto il contorno, la retorica e un certo modo di fare, essere e le chiacchiere. Per dirti che, io sono vegetariano e tendo al vegano, le persone dalle quali acquisto formaggini o verdura non mi rompono mai il cazzo sulla fine del mondo, sul rispetto per la natura. Son gente semplice, concreta che fanno quello che fanno e un paio di questi non sono per niente di sinistra.

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  2. ho cercato il tuo libro nel sistema bibliotecario, di quell'autore hanno solo "cavallo indiano". sto cercando dei libri per mia mamma, ma li devo filtrare prima, evitando temi troppo scabrosi o troppo violenti.

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    1. Avrei tanti titoli da proporti ma Gaia De Beaumont è una grandissima scrittrice e un romanzo come Vecchie noiose mi è piaciuto tantissimo
      https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/2971142/vecchie-noiose

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    2. Dimenticavo: Lecco, quando nevica sulle montagne e arriva il cielo limpido, è mozzafiato mentre si sdraia sul lago.

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  3. ah ah ma allora sei un provocatore!
    lecco è sempre bello, a parte il traffico, poi vi abita mia sorella e vi lavora mio figlio.
    grazie dei consigli per la mamma, darò un'occhiata prima, non è che mi fido tanto di uno che ama la plastica :))

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    1. Sono abbastanza un provocatore... Lecco è bellissima come la plastica :)

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