Post variegato: Festa dell'Europa, Walter Benedetto, Referendum Giustizia, appello delle 400 detenute delle Vallette di Torino, due righe su "Città in fiamme" di Don Winslow

 

Oggi, anniversario della dichiarazione Schuman del 1950, è la Festa dell'Europa e so che non frega un cazzo quasi a nessuno e nemmeno si sa perché si festeggi l'Europa. Personalmente mi auguro di vedere prima di morire nascere gli Stati Uniti d'Europa, federali veramente e non in modo pragmatico come ha detto Mario Draghi. 

Il congresso di ALDE Party - Liberals  and Democrats for Europe del 2019 ad Atene aveva adottato una risoluzione proposta da Più Europa che fra le varie cose chiedeva di promuovere le celebrazioni a livello nazionale e locale.

Se vi interessa è qui: "Strengthening European democracy and values" e quando si dice che nell'Unione Europea non c'è dibattito e partecipazione un po' è vero ma nell'ultima sessione della Conferenza sul futuo dell'Europa sono state approvate 49 proposte su cambiamenti climatici, salute e molto alto che sono state sottoposte a quei cittadini interessati a fare proposte e a votarle. 

Eccole qui e la conferenza si è chiusa oggi.

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Oggi è morto Walter Benedetto e lo voglio ricordare con questo video:

 

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Mancano meno di 40 giorni a quel 12 giugno quando si andranno a votare i referendum sulla giustizia. Una spaventosa cappa di silenzio è calata su questi referendum, anche per colpa di chi come me si è speso per promuoverli e raccogliere le firme. Certamente la Lega sembra essersi quasi sfilata ma in generale c'è un'accettazione dell'inevitabile che mi fa girare i coglioni e sono giorni che comunque sono tornato a rompere i coglioni a conoscenti o anche quando torno in Italia sull'importanza della riforma della giustizia. Peccato che siano passati anche quelli sulla cannabis, l'eutanasia e la responsabilità civile dei magistrati. 

Quasi impossibile raggiungere il quorum ma ovviamente voterò 5 sì convinti anche se saro' l'unico a recarmi alle urne. 

E a proposito di giustizia e carcere 400 detenute del carcere delle Vallette di Torino hanno firmato una lettera per richiedere l’applicazione della libertà anticipata speciale di 75 giorni estesa a tutta la popolazione detenuta e per riportare l’attenzione su chi vive nell’ombra sociale.

Ecco il testo integrale che ho trovato su Il Dubbio:

"Siamo le ragazze di Torino, le detenute che da più di due anni stanno cercando di costruire un dialogo con le Istituzioni perché venga approvata la liberazione anticipata speciale; siamo un gruppo di donne che non subiscono passivamente la detenzione ma che stanno provando a migliorarne le condizioni riportando l’attenzione pubblica e politica sui disagi delle carceri e sulle iniquità del sistema penale italiano.

È un’impresa ardua lottare contro il pregiudizio inquisitorio o il disinteresse totale verso queste tematiche. Abbiamo trovato però grande sostegno oltre le mura; esiste ancora una parte di società che pensa ed agisce con senso civico ed umanità. Ringraziamo Nessuno Tocchi Caino, le Mamme in Piazza per La Libertà di Dissenso, Yairaiha Onlus, la Conf. Dei Garanti Territoriali, Legal Team Italia, le redazioni de Il Dubbio, Il Riformista, Il Manifesto; tutti coloro che credono nel rispetto dei diritti di tutti e tutti i detenuti che resistono.

Venerdì 11 marzo la Professoressa Cartabia, Ministro della Giustizia, è stata in visita qui nel carcere di Torino, dopo tutti gli inviti e le iniziative non violente per trovare la Sua attenzione ci aspettavamo di poterLe parlare, ma al femminile non è passata. Non sappiamo con che criterio sia stata organizzata questa visita lampo, sappiamo solo che ci è stato negato il confronto: un’occasione di dibattito costruttivo. Ne siamo state fortemente amareggiate, in tutta franchezza ora chiediamo: “se le rivolte e le proteste sono da condannare… ma anche gli inviti al dialogo non vengono accolti… come dobbiamo fare per esprimerci?”.

Due anni di detenzione in lockdown equivalgono al triplo, aggiungere ulteriori afflizioni alla persona detenuta non è incostituzionale? La legge chiedete solo a noi di rispettarla? Il governo dei “migliori” avrebbe potuto agire con un decreto ad hoc, impossibile per noi sperarci vista la classe politica garantista ad intermittenza (a parte rare e preziose eccezioni): la giustizia deve essere giusta solo per i colletti bianchi?

Il carcere di Torino è stato definito il carcere della vergogna in più occasioni, tutto senza dare spazio alla voce dei reclusi che lo vivono. qui ed ora noi detenute vorremmo puntualizzare una cosa: la vergogna va oltre Torino. La vergogna è questo sistema detentivo: dovrebbe rieducare e reinserire e invece produce un tasso di recidiva altissimo.

Vi assicuriamo che se uno cambia vita lo fa da solo, non è certo grazie alla detenzione così concepita. La vergogna è dover pagare un debito con la giustizia in luoghi in cui la legge stessa non viene rispettata! La vergogna sta nel considerare le carceri come un non luogo anzi in cui mischiare persone sane e persone con problemi psichiatrici e pensare che tutto venga gestito dai detenuti o dai poliziotti, e i medici dove sono? La salvaguardia della salute non è per tutti?

La vergogna sta nel non aver dato un ristoro a tutti noi. noi non siamo stati colpiti dalla pandemia? Non esistiamo come categoria sociale da ristorare? La vergogna sta nell’invocare la forca per i reati minori o a carattere politico e non essere duri con chi ha un ruolo pubblico e ne abusa frodando tutta la comunità. La vergogna è questa disuguaglianza.

Questa lettera è indirizzata al Ministro e a tutti coloro che hanno un ruolo in Parlamento e dovrebbero agire secondo la Costituzione così come ha ricordato il Presidente Mattarella: se non avete il coraggio di agire in quella direzione perché avete applaudito? Ripristinate la centralità della dignità e la certezza del diritto.

Approvate la proposta di legge per aumentare la liberazione anticipata per tutti. Vorremmo inoltre esprimere solidarietà alle vittime di questa sporca guerra e a tutti coloro a cui è impedita la libertà di opinione e di dissenso. Pace e giustizia per tutti. (LE RAGAZZE DI TORINO)

e proprio a questo proposito non vedo l'ora di leggere questo libro:


 

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L'ho letto in due giorni "Città in fiamme" di Don Winslow (Harper Collins, traduzione di Alfredo Colitto) e come ogni volta che leggo Winslow non faccio che pensare che continua sempre a rimanere qualche gradino sotto, fra i contemporanei, a Ellroy e Peace che hanno tutt'altro respiro, profondità, ricercatezza stilistica, ferocia devastante, analisi sociale ma al di là dei paragoni e degli evidenti e dichiarati rimandi all'Iliade questo primo capitolo della nuova trilogia ha dei momenti bellissimi e sorprendenti ma prima di esprimermi compiutamente preferisco aspettare gli altri due capitoli. L'aspetto migliore di questo primo libro è certamente la delicatezza di molte situazioni familiari che fanno salire le lacrime. Mentre lo leggevo ho pensato a uno dei film che adoro di Scorsese: Quei bravi ragazzi. Comunque se amate il noir, le storie di gang, la ferocia della vita di strada, i tradimenti, la violenza è sicuramente un romanzo che fa per voi.


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