Leggendo "La sottrazione", la morte di Gorbaciov

Anche se sto lavorando tanto, sono stanco morto, con un sacco di problemi che spuntano da tutte le parti e sono al settimo giorno di lavoro consecutivo non smetto di leggere e cercare di fare le cose che mi interessano e fra l'altro ieri e ieri ho letto con grande commozione e ammirazione per la precisione dello stile questo "La sottrazione" di Alia Trabucco Zerán (Sur, traduzione di Gina Maneri). Un flusso splendido che vi consiglio di seguire senza mai abbandonarlo. Per le recensioni andate sul sito. Un estratto: 

"Felice Arrabal, mi chiamo Felipe Arrabal, e Augusto José Ramon che mi sbavava sulle scarpe e l'odore della gente sola e la voce dello sbitto che usciva forte, sgorgava rossa per dire: Felipe Arrabal è presunto morto, e io zitto, e i pistilli e i petali e il calice e la bava che ribolliva di rabbia nella bottiglia e allora io, ingoiando sabbia che mi scendeva nella trachea, cercando di pronunciare una frase a bassa voce, molto bassa, sussurrando quelle parole in modo da non perderle in galera, in modo che non si mimetizzassero metalliche con il metallo, parlando lentamente, mentre lo guardavo negli occhi, con il muso bagnato di rabbia sulle caviglie, io allora ho detto, tra me e me, come facevo con le cose importanti, ho detto pre-sun-to-mor-to, e sono scappato e non sono più riusciti a prendermi." (pag. 108)

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La morte di Gorbaciov mi ha portato indietro di tanti anni. Quandro si dissolse la dittatura assassina dell'Unione Sovietica avevo 12 anni e fu vissuta in famiglia con grande gioia. Ma, e l'ho già scritto, ricordo ancora le lacrime di gioia di mio nonno partigiano antifascita, antinazista e anticomunista e la bottiglia stappata quando cadde il muro di Berlino. Avevo 10 anni e ricordo ancora mio nonno una domenica che mi dice "Devi ricordarti questo giorno di libertà e vedrai che fra un po' viene giu' anche tutto il resto di quella robaccia". 

Sono felice di aver avuto un nonno come lui che mi ha messo in guardia da tutte le dittature e dal grande respiro di libertà che mi hanno trasmesso i miei parenti. 

Poi ci sono coglioni come Marco Rizzo.

E qualcuno li vota pure.

Ma ci sono anche quelli che si ostinano a continuare a votare Cinque Stelle. 

Bah.

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