un libro bellissimo "Gli uffici competenti" di Iegor Gran (Einaudi, traduzione di Giuseppe Girimonti Grego e Ezio Sinigaglia)

 

Alla fine dell'autunno del 1959 i servizi vengono a conoscenza della pubblicazione, a Parigi, sulla rivista della dissidenza polacca “Kultura”, di un racconto scritto dallo stesso anonimo. Be', anonimo non è più una definizione del tutto corretta. L'autore, adesso, ha uno pseudonimo: si fa chiamare Abram Terc. Ivanov ci si immerge di nuovo: questa votla è facile, perché il testo é in russo. Il racconto, intitolato Compagni, entra la corte, parla di magistrati e di adulterio. Fin dal secondo capitolo cominciano a proliferare scene di nudità femminile. In parecchie pagine si trova anche il termine “trockismo”, che è sempre un brutto segno. Perché spargere sale sulle ferite? La vicenda si conclude in un un campo di detenzione, alla Kolyma. Non c'è alcun dubbio: mai e poi mai questo racconto disgustoso avrebbe potuto essere essere pubblicato in Unione Sovietica. Il nome, Abram Terc, è sconosciuto ai servizi. Ivanov consulta, per mero scrupolo, gli elenchi telefonici di mosca, Leningrado, Kiev, Kazan'... Succede a volte che qualche esaltato particolarmente ingenuo firmi volantini antisovietici con il suo vero nome. Non è questo il caso di Abram Terc.” (pag. 32)

 "Gli uffici competenti" di Iegor Gran (Einaudi, traduzione di Giuseppe Girimonti Grego e Ezio Sinigaglia) è un libro bellissimo e sorprendente. Uno dei miei libri dell'anno. Mi è stato consigliato e mi aspettavo un romanzo/saggio un po' pedante sulla figura dello scrittore Andrej Sinjaviskij, alias Abram Terc, che fu arrestato e poi condannato ai gulag per i suoi scritti e invece mi sono immerso in un romanzo e in un'avventura splendida e grottesca in grado di mettere a nudo tutte le atrocità e stupidità del regime sovietico prima e dopo Stalin. Certo, dopo Stalin qualcosa era cambiato, ma basti pensare che solo leggere e diffondere Pasternak valeva ancora 4 anni di prigionia e solo al pensiero che c'è ancora oggi qualcuono che ritiene il comunismo il sol dell'avvenire mi viene da vomitare. L'autore, figlio dello scrittore e dissidente Sinjaviskij, ha scritto un libro bellissimo che è un inno alla ribellione, al dissenso, alla messa in discussione di ogni dogma e lo ha fatto descrivendo con perfezione mirabile i meccanismi, la psicologia degli apparati e degli uomini che si occuparono di rintracciare suo padre e sua madre. Un libro che vive di letteratura, di meschinità, di follia, di macchinine che non funzionano un cazzo, di mercato nero, di Fellini, di poesia, di libertà e di amore. Perché Andrej e sua moglie sono una coppia fantastica e discosta. Piena di debolezze e litigi, di alcool e musica ma che pur sapendo che la prigionia li aspetta al varco non smettono mai di darsi forza, di amarsi e di scopare anche se qualcuno li ascolta in un campo di prigionia.


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