Che bello "Vivere mi uccide" di Paul Smaïl (Minimum Fax, traduzione di Lorenza Pieri)

 


Romanzo bellissimo quello di Paul Smaïl, pseudonimo dello scrittore, traduttore e musicista francese Jack-Alain Léger morto suicida nel 2013, che sin dall'incipit mi ha mangiato le viscere e il cuore con quel “Chiamatemi Smaïl ” che per uno come me che considera Moby Dick come il libro in assoluto della sua vita vuol dire già salpare per oceani di bellezza e dolore senza sapere come e se si tornerà a casa. Con un titolo che parla per me. "Vivere mi uccide". Un romanzo che ti prende a pugni e ti fa sdraiare su un letto per consolarti, accarezzarti, riempirti di lacrime, solitudine, libri, massacri. Una storia di disagio, di ribellione, di ricerca della propria identità. Romanzo antirazzista, anticoloniale, violento, sensibile, sfacciato che se non ci fossero stati alcuni passaggi a vuoto (ho trovato un po' deboli le pagine relative alla storia d'amore fra Paul e Myriam ma anche in parte quelle relative alla relazione fra Paul e suo fratello Daniel) sarebbe stato un vero e proprio capolavoro. 

Ma negli ultimi anni mi è capitato molto raramente di leggere un romanzo liberatorio come questo e capace di descrivere con tanto ardore, precisione, violenza il mondo del lavoro e basta andare a leggere le pagine relative al mondo della pizza d'asporto. Un capitolo che parla splendidamente del mio lavoro al cinema e di me come lavoratore su chiamata, senza ferie e malattie pagate (dai, cazzo ho delle percentuali di compensazione che fanno ridere la merda) e che quando si guarda in giro per colloqui, proposte di lavoro gli viene solo voglia di farsi fuori a colpi di alcool.

Ma mi piace anche riportare questo estratto che ritrae il protagonista e voce narrante mandare affanculo la proprietaria “di sinistra” di una libreria. Pezzo liberatorio  che mi ha fatto pensare a tutta una serie di persone che mi fanno veramente schifo, spesso di sinistra, spesso antirazziste, sindacalizzate, antifasciste, solidali con tutte le cause di questo mondo. Il premio di stronzo in assoluto lo vince un giornalista della RSI, ovviamente di sinistra, che quando veniva al cinema per vedere qualche film da recensidere sembrava che avesse un cazzo a spruzzo quando andava al cesso e che mai si ricordava che c'era gente che gli aveva pulito sale, porte, cessi. 

Ciao stronzo.

“Ma non ci siamo accorti che il tempo passava: eravamo tutti lì a ridere come degli scemi a una barzelletta che ci ha raccontato un vecchio strambo del quartiere che passa le giornate a sfogliare le pagine ai Libri sulla Collina, quando la Badessa ha aperto la porta. Lo yoga trascendentale non le ha donato la serenità, a quanto pare: “Ah bene!”, grida aggressivamente. “Mi pare che ci si diverta quando non ci sono! E nel frattempo c'è questo pacco di Hachette qui in giro da due giorni, almeno due giorni! E non l'avete ancora aperto!” Afferra il taglierino, lo pianta rabbiosamente sullo scotch che sigilla la scatola. La lama sfrega e lacera le copertine dei libri di sotto. Me ne passa uno: “La maledizione”, di Rachid Mimouni.

“Per lei, Paul”.

Fuori di me, le grido:”Perché? Perché è un negro pure lui? Perché é un arabo? Non ne posso più della sua stronzaggine, cazzo! Mi ha rotto i coglioni! E perché poi? Perché i negri dovrebbero leggere solo i libri dei negri, secondo lei?Proust è solamente per i froci, allora? E Melville, anche? E Virginia Woolf, per le lesbiche? E i bretoni, allora, devono leggere Chateaubriand? I russi, Tolstoj? Ma non Dickens, eh, Dickens è solo per gli inglesi! Era inglese Dickens! Un negro non può leggere Dickens! È questo che vuole, eh? Ognuno a casa sua! I serbi coi serbi, i croati coi croati, e gli altri dietro il filo spinato! Che me ne fotte a me della letteratura araba! Per me ci sono solo libri belli e libri brutti, punto. Ma lei, lei non ce la fa per due secondi a dimenticare di che origine sono... È ossessionata! Ma io sono francese, eh! Come lei. Né più né meno. Francese di seconda generazione, se lo vuole sapere. Vuole vedere i miei documenti? La sola differenza tra noi, la sola differenza è che la polizia a me i documenti li chiede più spesso che a lei! La maledizione! No, cazzo, non ci credo! La maledizione! Stronza! La nostra maledizione sono le persone come voi! Sono le persone come voi che ci portano Le Pen! Non sono tanto i fascistelli di periferia, sono quelli come voi, che si dichiarano antirazzisti e tutto il resto. Le stronze come lei... Ma io la mando affanculo! La mando affanculo! Me ne vado! Errore professionale grave: ho dato della stronza alla proprietaria! Lo ripeto: stronza! Ah, e mi può anche perquisire, anche addosso se vuole. Non ho rubato dalla cassa. Avrei dovuto: i negri rubano dalla cassa, e la sera, prima di addormentarsi leggono Mimouni! La maledizione! Si arricchiscono intellettualmente!” (pp. 81-82) 

 


 

Commenti

  1. Risposte
    1. No, sono la sua gatta. Ormai sono io a occuparmi di questo blog.

      Elimina
    2. Andrea non ha una gatta. Non che io ricordi, almeno. Devi essere un troll!

      Elimina
    3. No, mi chiamo Emma e sono una gatta trovatella arrivata a casa sua durante il periodo COVID e probabilmente fra un po' ne arriverà un'altra per farmi compagnia.

      Elimina

Posta un commento

Post più popolari