Nubifragio

Sono appena tornato dal mio paesino. Oggi mio padre festeggiava 74 anni ed è stato contento della ricetta a sorpresa che gli ho preparato, dei tanti regali e ha vissuto qualche momento di commozione durante la telefonata con mia sorella e suo marito che sono impegnati fino ai primi di dicembre in una campagna di scavi in Egitto.

Per fortuna che ci sono i Mondiali a fargli un po' di compagnia. 

Oggi il mio paesino infreddolito, battuto dalla pioggia aveva il profumo dei fiori delle corone dimenticate sui muri dei cimiteri che dopo il funerale appassiscono per giorni dimenticati da tutti.

Son felice di essere tornato in fretta a Lugano.

Mia madre rubava fiori da quelle corone ma si sentiva sempre in colpa.

Diceva che avrebbero dovuto essere bruciati tutti quanti come in un rito pagano che aveva in testa soltanto lei.  

Nei giorni prima che morisse aveva espresso il desiderio di farsi bruciare su una barca in mezzo al mare. Che peccato non aver esaudito il suo desiderio.

Ma nel freddo di oggi mi è arrivata una canzone a sorpresa dei Gazebo Penguins che anticipa il loro nuovo album.

Si intitola Nubifragio.

Mi ha morso dentro.

"
Non so se crederci o noMa tra i sogni cestinatiUno c'era in cui restiamo uniti
Continuo a illudermi peròNon c'è verso che mi salviNon ci sono strade in cui trovarsiRicordi rotti o messi viaSai mi sento un po' a disagioCome il sole in mezzo a un nubifragio
Non so se crederci o noMa da quando ti ho scordatoL'impressione è che mi sia ammalatoNon so se crederci o noMa tra i sogni cestinatiUno c'era in cui ci siam riuscitiTi ricordiUno c'era in cui ci siamo amati
Se tu restassi fino in fondoAvremmo il tempoDi riparare quello che si romperàSe tu restassi fino in fondoAvremmo il tempoDi riparare quello che si romperà
Togliamo gli angoli dal mondoFacciamo un cerchioDove non sia possibile nascondersiSe mi abbracciassi, mentre affondoDaremmo un senso al buco neroChe di nome fa realtà"


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