Nessuno tocchi Caino - CARCERE: NESSUNO TOCCHI CAINO, CONTINUA IL VIAGGIO DELLA SPERANZA NEI LUOGHI DI PENA IN EMILIA ROMAGNA

 Nessuno tocchi Caino news

Anno 23 - n. 19 - 20-05-2023

Contenuti del numero:

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : CARCERE: NESSUNO TOCCHI CAINO, CONTINUA IL VIAGGIO DELLA SPERANZA NEI LUOGHI DI PENA IN EMILIA ROMAGNA
2.  NEWS FLASH: DIFENDERE L’INDIFENDIBILE, RIABILITARE IL CONDANNATO: SULL’UNITÀ TORNA LA LOTTA DI LIBERAZIONE DAL CARCERE DI NESSUNO TOCCHI CAINO
3.  NEWS FLASH: SINGAPORE: SECONDO GIUSTIZIATO PER TRAFFICO DI CANNABIS IN TRE SETTIMANE
4.  NEWS FLASH: ZIMBABWE: PRESIDENTE CONCEDE AMNISTIA A MIGLIAIA DI DETENUTI PER REATI NON VIOLENTI
5.  NEWS FLASH: THAILANDIA: EX SINDACO CONDANNATO A MORTE PER L’OMICIDIO DI UN ATTIVISTA
6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : DESTINA IL TUO 5X1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO


CARCERE: NESSUNO TOCCHI CAINO, CONTINUA IL VIAGGIO DELLA SPERANZA NEI LUOGHI DI PENA IN EMILIA ROMAGNA
Prosegue lunedì 22 maggio con la visita al carcere di Bologna il “Viaggio della speranza” nei luoghi di pena organizzato da Nessuno tocchi Caino (presenti i dirigenti Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti) in collaborazione con le Camere Penali.

Il giro in Emila Romagna prevede tappe negli istituti di Bologna, Ferrara, Piacenza, Rimini, Forlì, Parma, Reggio Emilia, Ravenna, Modena e Castelfranco Emilia dove, nelle intenzioni degli organizzatori, il “visitare i carcerati” non è solo un’opera di misericordia, ha lo scopo anche di ascoltarli, verificare le loro condizioni di vita materiale e raccontarle, ma soprattutto infondere fiducia e speranza in chi rischia di prevalere sfiducia e disperazione, come testimonia il numero dei suicidi che anche in questo anno aumenta giorno dopo giorno.
Dopo le visite in carcere si svolgeranno conferenze nel corso delle quali verranno presentati i risultati e le proposte di superamento di una realtà, quella carceraria, che sempre più appare fuori controllo, fuori legge, fuori dal tempo e fuori dal mondo.
Questo è il calendario delle visite in carcere e delle iniziative programmate:

BOLOGNA – Lunedì 22 maggio 2023
Ore 11 - Visita al Carcere
Ore 14 – Conferenza “Diritto alla salute negli Istituti di pena”
Comune di Bologna - Sala Imbeni

FERRARA - Martedì 23 maggio
Ore 10 - Visita al Carcere
Ore 16 – Conferenza “Il lavoro in carcere”
c/o COA, via Borgo dei Leoni, 60

PIACENZA - Mercoledì 24 maggio
Ore 10 - Visita al Carcere
Ore 16 – Conferenza “La genitorialità in carcere”
c/o Grande Albergo Roma
via Cittadella, 14

RIMINI-SAN MARINO – Giovedì 25 maggio
Ore 10 - Visita al Carcere di Rimini
Ore 13:30 - Conferenza a San Marino "Priorità riabilitazione: progetti per alternative al carcere"
Palazzo Pubblico (sala stampa)

FORLI’ - Venerdì 26 maggio
Ore 10 - Visita al Carcere

PARMA - Sabato 27 maggio
Ore 10 - Visita al Carcere
Ore 16 – Conferenza stampa

REGGIO EMILIA - Lunedì 29 maggio
Ore 10 - Visita al Carcere
Ore 16 – Conferenza “Carcere e tossicodipendenza”
Tribunale di Reggio Emilia
(I° Piano, Aula 5)

RAVENNA - Martedì 30 maggio
Ore 10 - Visita al Carcere
Ore 15 – Conferenza “Il carcere dentro e verso la città”
c/o Università, via Oberdan 1

MODENA - Mercoledì 31 maggio
Ore 10 - Visita al Carcere
Ore 14:30 – Conferenza stampa fuori dal carcere

CASTEFRANCO EMILIA - Giovedì 1° giugno
Ore 10 - Visita al Carcere
Ore 14:30 - Conferenza stampa

Il Viaggio della speranza in Emilia Romagna è organizzato da Nessuno tocchi Caino in collaborazione con l’Osservatorio Carcere dell’UCPI e le Camere Penali di Bologna, Ferrara, Piacenza, Rimini, Camera penale della Romagna, Parma, Reggio Emilia, Modena.

Per informazioni
335 8000577

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

DIFENDERE L’INDIFENDIBILE, RIABILITARE IL CONDANNATO: SULL’UNITÀ TORNA LA LOTTA DI LIBERAZIONE DAL CARCERE DI NESSUNO TOCCHI CAINO
Sergio D’Elia su L’Unità del 17 maggio 2023

Il “viaggio della speranza” di Nessuno tocchi Caino nel mondo dei delitti e delle pene ha in questi anni percorso vie di comunicazione che ci hanno aiutato a superare o a ridurre il danno di regimi mentali e ordinamentali letteralmente mortiferi: la pena di morte, la pena fino alla morte, la morte per pena. Sono ormai – culturalmente e, in molti casi, anche giuridicamente – regimi anacronistici, reliquie di un passato che ci vergogniamo a conservare, abbiamo paura a maneggiare e teniamo nascoste nelle segrete stanze, appunto, della morte. Nei bracci dei condannati alla pena capitale e nelle sezioni del “carcere duro” e senza speranza, ma anche nelle celle di isolamento, transito, osservazione e assistenza detta “sanitaria” del “carcere normale” dove abbiamo concentrato poveracci, clandestini, tossici, malati terminali e malati di mente che in altri tempi tenevamo in altri luoghi che poi abbiamo chiuso perché inumani e degradanti.
Le vie del Signore, quello che “pose su Caino un segno perché non lo colpisse chiunque lo avesse incontrato”, sono davvero infinite, spesso imprevedibili, a volte sorprendenti. Quella che ha portato i “radicali pannelliani” a incontrare su un giornale della tradizione “comunista” un editore come Alfredo Romeo e un direttore come Piero Sansonetti, non era né imprevedibile né sorprendente, tanto comune e condiviso è stato in questi anni il nostro modo di pensare, di sentire e di agire.
Ringraziamo Il Riformista per aver deciso negli ultimi anni di ospitare ogni settimana una pagina di Nessuno tocchi Caino dove pubblicare fatti e raccontare storie che accadono nei regimi inquisitori e letali – giudiziari, penali e penitenziari – che, ormai superati nel corso della storia, residuano nell’attualità di casi del nostro tempo e del nostro mondo.
Ringraziamo L’Unità per aver aperto una nuova pista al nostro viaggio. Nel solco di una storia che il suo fondatore, Antonio Gramsci, tracciò a partire da un luogo, il carcere, dove lui “visse” per quasi otto anni, e dove noi, in modo diverso, “viviamo” da decenni, costantemente impegnati come siamo in quell’opera di misericordia corporale del “visitare i carcerati” (e i “carcerieri”) dalla quale – ammoniva Marco Pannella – non bisogna distrarsi neanche un attimo. Almeno fino a che non ci libereremo di questo istituto inutile e dannoso che continuiamo – giustamente – a chiamare “di pena”, questo essendo esattamente, strutturalmente dedito a incutere paura, a infliggere dolore, a “cohercere”, reprimere, a “carcar”, sotterrare, anime e corpi di persone vive.
Non tarderà ad arrivare un giorno – noi di Nessuno tocchi Caino, che siamo anche Spes contra Spem, cioè speriamo contro ogni speranza, faremo sì che sia un tempo politico e non storico – nel quale celebreremo la fine dello Stato-Caino, della maledizione terribile dei mezzi che pregiudicano i fini. A ben vedere, la nostra missione è quella, non di difendere Caino, ma di correggere l’errore capitale dello Stato che nel nome di Abele diventa esso stesso Caino. Ciò detto, continueremo a frequentare Caino, pasolinianamente, a identificarci col diverso, a scandalizzare, a bestemmiare. A pronunciare parole, proporre leggi vietate: amnistia, indulto, liberazione anticipata speciale! Saremo sempre in prima linea, anche su questo giornale, a difendere l’indifendibile, a “redimere” l’irredimibile, a umanizzare il mostruoso, a riabilitare il condannato, ad accogliere il reietto, a visitare il carcerato, a dar da mangiare all’affamato di amore e conoscenza, a dar da bere all'assetato di giustizia e verità.
Come abbiamo fatto sul Riformista, anche qui daremo voce a tutti, non solo ai “detenuti comuni”, che sono l’80%, ma anche a coloro che la “cronaca nera” scandalistica dell’informazione, nella sua professione di fede antimafiosa, continua a considerare “pericoli pubblici numero uno”, anche se oggi sono divenuti “costruttori di città”, convertiti al pubblico servizio, civile e nonviolento, di Nessuno tocchi Caino. Racconteremo le storie non solo di quelli che sono passati dalle patrie galere e per ciò stesso condannati a un “fine pena mai” morale e civile, ma anche di altri dannati a vita: gli irredimibili abitanti le terre del male come la Campania, la Calabria, la Sicilia, dove gli imprenditori proposti o interdetti e i Sindaci dei comuni continuano a patire misure di prevenzione, interdittive, scioglimenti prefettizi e altri torti e tormenti della Santa Inquisizione Antimafia che nel sud d’Italia in particolare continua a causare danni individuali e socia
 li incalcolabili.
Il nostro “Nessuno tocchi Caino” vale anche per loro, per questi “Ministri per la promozione della Virtù e la prevenzione del Vizio” che come le Erinni della tragedia di Eschilo pensano solo al male, tramano sospetti, sibilano maldicenze, seminano odio. A tutti, anche a loro, vogliamo succeda ciò per cui noi viviamo e lottiamo: la conversione del potere allo Stato di Diritto, a un ordine fondato sul dialogo e la nonviolenza, a una vita fondata sull’amore, a una giustizia temperata dalla grazia.

SINGAPORE: SECONDO GIUSTIZIATO PER TRAFFICO DI CANNABIS IN TRE SETTIMANE
Singapore il 17 maggio 2023 ha impiccato un uomo per traffico di droga, hanno comunicato le autorità, nella seconda esecuzione praticata nella città-stato in tre settimane.
L'uomo, un cittadino di Singapore di etnia malese, era stato condannato nel 2019 per il traffico di circa 1,5 kg di cannabis, ha affermato Kokila Annamalai del locale gruppo per i diritti Transformative Justice Collective.
Singapore ha una delle leggi antidroga più severe al mondo: il traffico di oltre 500 g di cannabis può comportare la condanna a morte.
"La condanna a morte di un uomo di 36 anni di Singapore è stata oggi eseguita nel complesso carcerario di Changi", ha dichiarato un portavoce del servizio carcerario della città-stato.
Il Central Narcotics Bureau (CNB) di Singapore ha dichiarato che non renderà pubblico il nome dell'uomo giustiziato per rispettare il desiderio di privacy della sua famiglia.
"A questa persona è stato garantito un giusto processo ai sensi della legge e ha avuto accesso a un consulente legale durante tutto il procedimento", ha aggiunto il CNB.
Un ultimo appello per la revisione del caso e la sospensione della sua esecuzione è stato respinto il 16 maggio, ha detto Annamalai.
Nonostante i crescenti appelli internazionali per l’abolizione della pena di morte, Singapore insiste che si tratti di un efficace deterrente contro il traffico.
L'esecuzione del 17 maggio è stata la seconda a Singapore quest'anno dopo quella di Tangaraju Suppiah, 46 anni, che è stato impiccato il 26 aprile per cospirazione finalizzata al traffico di 1 kg di cannabis.
Tredici prigionieri sono stati impiccati da quando Singapore ha ripreso le esecuzioni nel marzo 2022, dopo una pausa di oltre due anni.
L'esecuzione di Tangaraju Suppiah ha suscitato una protesta internazionale, con gruppi per i diritti che hanno denunciato "molti difetti" nel caso, tuttavia il governo di Singapore ha affermato che la sua colpevolezza è stata dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio.
Gli attivisti dicono che continueranno a impegnarsi affinché Singapore abolisca la pena capitale, considerato che non ha alcun comprovato effetto deterrente sulla criminalità.
"L'appello al governo di Singapore [per eliminare la pena di morte] è stato forte e chiaro a livello globale, e lo ripeteremo: Singapore deve fermare le esecuzioni", ha detto il 16 maggio ai giornalisti a Kuala Lumpur il direttore esecutivo di Amnesty International per la Malesia, Katrina Jorene Maliamauv.
"Devono commutare tutte le condanne a morte esistenti".
Tra gli 11 prigionieri impiccati lo scorso anno c'era Nagaenthran K. Dharmalingam, la cui esecuzione ha suscitato la condanna internazionale perché ritenuto affetto da disabilità mentale.
Oltre a Singapore, Amnesty International ha dichiarato che lo scorso anno l'Indonesia ha fucilato 112 detenuti per droga dopo una pausa che durava dal 2016. Al contrario, la vicina Thailandia ha depenalizzato la cannabis mentre la Malesia ha posto fine alla pena di morte obbligatoria per reati gravi.
(Fonte: AFP, 17/05/2023)

ZIMBABWE: PRESIDENTE CONCEDE AMNISTIA A MIGLIAIA DI DETENUTI PER REATI NON VIOLENTI
Il presidente dello Zimbabwe Emmerson Mnangagwa ha concesso l'amnistia a migliaia di prigionieri che scontano pene per reati non violenti, liberando i detenuti che hanno scontato almeno un terzo della loro pena entro l’anniversario del Giorno dell'Indipendenza, celebrato il mese scorso.
La misura è finalizzata a decongestionare le carceri che ora ospitano più di 22.000 prigionieri, mentre la loro capacità è di 17.000 persone.
Diverse volte in passato la grazia presidenziale è stata utilizzata nello Zimbabwe per ridurre la popolazione carceraria.
La Disposizione per la Grazia n. 1 del 2023 è stata pubblicata il 12 maggio sulla Gazzetta Ufficiale con l'Avviso Generale 672B del 2023 emesso dal Segretario Permanente per la Giustizia, gli Affari Legali e Parlamentari, la signora Virginia Mabiza. La disposizione esclude una serie di detenuti, principalmente criminali violenti e prigionieri che scontano più di quattro anni, mentre riguarda donne, minorenni, persone con malattie terminali e detenuti di età superiore ai 60 anni.
Alcuni uomini che scontano pene più lunghe possono ricevere una riduzione della pena e alcuni, esclusi i detenuti violenti, possono essere rilasciati se hanno scontato almeno tre quarti della pena effettiva.
Tutti i detenuti condannati a morte e che si trovano nel braccio della morte da 10 anni hanno la pena ridotta all'ergastolo e coloro che scontano l'ergastolo e che hanno scontato almeno 20 anni possono essere rilasciati. Anche i detenuti ciechi e disabili sono liberi.
La riduzione delle condanne al periodo già scontato, per coloro che ne hanno i requisiti, non è una grazia, poiché il verbale della loro condanna e sentenza resta agli atti e significherà una pena molto più lunga in caso di recidiva.
Anche nell'attuale ordinanza di amnistia, coloro che in passato sono stati rilasciati anticipatamente a seguito di precedenti provvedimenti ma poi sono stati recidivi, non possono stavolta beneficiare dell’ordinanza e devono restare detenuti per scontare l'intera pena.
La grazia è uno di quei poteri presidenziali che richiedono il consenso del Gabinetto e di solito ha origine da una raccomandazione del Ministero della Giustizia, degli Affari Legali e Parlamentari.
I detenuti esclusi dalla grazia e che devono restare in carcere e scontare la pena sono: quelli precedentemente liberati per amnistia; quelli condannati dalle corti marziali; quelli con precedenti di evasione dalla custodia legale; e quelli condannati per aver commesso uno dei reati specificati, che includono i crimini più violenti.
I reati specificati nell'ordine includono: omicidio, tradimento, stupro o qualsiasi reato sessuale, furto d'auto, rapina, violenza pubblica, tratta di esseri umani, detenzione illegale di armi da fuoco, violazione della Legge sull'Elettricità, violazione della Legge sulle Poste e Telecomunicazioni, violazione della Legge su Sicurezza e Ordine Pubblico e della Legge sul Mantenimento di Pace e Ordine.
L'ordinanza chiarisce che anche coloro che hanno cospirato, incitato o tentato uno dei reati specificati restano dietro le sbarre.
Secondo l'ordinanza, a tutte le detenute condannate è concessa la piena remissione del periodo di reclusione rimanente, ad eccezione di quelle condannate per i reati specificati, purché abbiano scontato un terzo della pena entro il 18 aprile di quest'anno. Tutti i minori di età inferiore ai 18 anni sono liberi purché abbiano scontato un terzo della pena entro il 18 aprile, con l’eccezione dei condannati per violenza pubblica.
La determinazione dell'età si baserà sul certificato di nascita o sull’analisi della dentatura.
I detenuti maschi che sono stati condannati a 48 mesi o meno e che hanno scontato un terzo della pena entro il 18 aprile possono essere rilasciati a condizione che non siano stati condannati per i reati specificati. Coloro che stanno scontando una pena effettiva superiore a 48 mesi e hanno scontato almeno un terzo della pena, avranno la pena ridotta di un quarto a meno che non siano detenuti per reati specificati.
I detenuti malati terminali certificati da un medico penitenziario o da un ufficiale medico governativo sono liberi indipendentemente dal reato, ma il Dipartimento dei Servizi Penitenziari deve collaborare con l'Assistenza Sociale in modo che continuino le cure dopo il rilascio. Anche i detenuti nelle carceri aperte sono stati graziati indipendentemente dal reato.
Quelli di età pari o superiore a 60 anni e che hanno scontato un decimo della pena entro il 18 aprile sono liberi a meno che non siano condannati all'ergastolo, alla pena di morte o condannati per violenza pubblica.
Per alcuni dei reati specificati, il detenuto può andare in libertà “a condizione che entro il 18 aprile il detenuto abbia scontato i tre quarti della pena dopo la consueta remissione di un terzo.
Ma quelli in carcere per violenza pubblica, rapina, tradimento, violazione della Legge sull'Elettricità, sulle Poste e Telecomunicazioni, sull'Ordine Pubblico e sulla Sicurezza o sul Mantenimento di Pace e Ordine sono esclusi. Il periodo di almeno 20 anni richiesto per i detenuti che scontano l'ergastolo comprende qualsiasi periodo in cui erano condannati a morte prima che la loro condanna fosse trasformata in ergastolo.
I disabili, quelli certificati dal punto di vista medico come non vedenti e quelli fisicamente disabili nella misura in cui non possono essere assistiti in un ambiente carcerario o correzionale, usciranno indipendentemente dal reato commesso.
(Fonti: The Herald, 13/05/2023; New Zimbabwe, 14/05/2023)

THAILANDIA: EX SINDACO CONDANNATO A MORTE PER L’OMICIDIO DI UN ATTIVISTA
Un tribunale della Thailandia il 17 maggio 2023 ha condannato a morte l'ex sindaco del distretto di Wang Wiset per l'omicidio di un avvocato e attivista per il diritto alla terra nella provincia di Trang, nel sud del Paese, avvenuto due anni fa.
Nello stesso caso, il sicario e un terzo imputato sono stati condannati all'ergastolo.
Il tribunale provinciale di Trang ha condannato a morte il 52enne Charinrat "Chuan" Kruthirat e all’ergastolo gli altri due imputati in relazione all’omicidio del 54enne Somsak "Avvocato Wao" Ochuenjit, commesso nel 2021.
Chuan è stato riconosciuto come la mente dietro l'omicidio dell'avvocato.
Alle 7:40 del 4 maggio 2021, un sicario fece fuoco su Somsak che lavorava in una piantagione di gomma vicino casa sua. Somsak non molto tempo prima aveva detto alla sua famiglia che stava ricevendo minacce di morte.
Somsak fu ucciso dopo aver guidato una campagna per il diritto alla terra a beneficio dei contadini poveri nel distretto di Wang Wiset.
A due anni di distanza, il tribunale ha condannato a morte Chuan per aver pianificato l'omicidio e assunto un sicario.
I due condannati all’ergastolo sono l'ex capo villaggio di Moo 10, Chalermwat "Yai Pua" Nokroorak, per il ruolo svolto nella pianificazione dell'omicidio, e il sicario, Saranyoo "Nil" Kueboonsong.
Quest’ultimo era stato inizialmente condannato a morte per aver ucciso Somsak, tuttavia poiché ha denunciato Chuan - aiutando le indagini della polizia - e si è dichiarato colpevole, la sua condanna è stata ridotta all'ergastolo.
Dopo la lettura del verdetto, tutti e tre gli imputati sono stati condotti nella prigione provinciale di Trang.
A processo concluso, la famiglia di Somsak si è recata al tempio di Khao Phra Wiset per bruciare incenso e invitare lo spirito di Somsak a riposare in pace poiché finalmente giustizia è stata fatta.
Il distretto di Wang Wiset terrà elezioni per un nuovo sindaco.
(Fonti: The Thaiger, 17/05/2023)

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I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA


DESTINA IL TUO 5X1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO
Firma nel riquadro “Sostegno alle organizzazioni non lucrative, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10 c. 1, lett d, del D. Lgs. N. 460 del 1997 e delle fondazioni nazionali di carattere culturale” e riporta il codice fiscale di Nessuno tocchi Caino 96267720587

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