Leggendo "Rigenerazione" di Pat Barker

 

Eva mi ha detto che forse non mi fa bene leggere questo romanzo in questi giorni che sono così giù e che tante cose del passato son tornate a bussare alla mia porta. Forse dovresti lasciar perde Andrea. E invece sono andato avanti. E sono a pagina 300 di Rigenerazione. Non so se sia una grande trilogia, non lo so ma per me è stato impossibile non pensare al mio nonno materno, Paolo, che non ho mai conosciuto e che combattè nella Prima Guerra Mondiale e al mio nonno paterno, Cesare, che si è fatto la Seconda Guerra Mondiale e che è pure stato partigiano. Tutti e due tornati distrutti dall'esperienza vissuta. Mio nonno Paolo tornò che era diventato un vecchio.

 

Quandò finì la guerra aveva 21 anni. Mio zio mi disse che era impossibile fargli raccontare qualcosa. Non si sa nulla delle sue esperienze di guerra. Se non che morì giovane perchè il suo fisico era stato distrutto. Mio nonno Cesare tornò con la Sindrome post traumatica di guerra. Ancora oggi quando ripenso a mia nonna che racconta di come mio nonno di notte per anni rivisse gli scontri gettandosi sotto al letto oppure mettendosi alla finestra e sparando con le mani al cielo. Anche con lui non amava raccontare di quegli anni anche se certe volte poi si lasciava andare all'improvviso. Mi ricordo una volta che ero in macchina con lui che si mise a raccontarmi di una città bombardata. Lo fece con una freddezza tale che mi mise i brividi. 

Ma ricordo anche la volta che una mia cugina gli chiese: Cesare come si fa a uccidere un uomo? 

E lui si voltò, andò fra le galline ne prese una e le tagliò il collo e poi un'altra e poi un'altra ancora. 

Ci guardò e si accese una sigaretta e poi prese le galline e le buttò nel sacco dell'immondizia.

Ma nessuno dei miei nonni diventò pacifista dopo la guerra. Mi ha sempre colpito molto. 

E non c'è giorno che non mi chieda quanto tutti questi traumi abbiano influito sulla vita delle nostre famiglia... nel bene e nel male.

Ma leggere questo libro mi fa male anche per un altro motivo: Robert Graves. Allora, va bene ci sono anche e soprattuto Sigfried Sassoon e Wilfred Owen. Ma Robert Graves è seppellito sull'isola di Maiorca, dove io e Eva andammo in vacanza l'anno prima che mia madre morisse. Sono andato da Graves e quella vacanza fu bellissima, uscivo da un periodo nero e qualcosa sembrava che stesse andando meglio nella mia vita. E invece. E invece le volte che telefonavo a casa mia madre era troppo felice per quella mia vacanze. Sentivo che stava mentendo su qualcosa. Quando tornammo a casa e ci ritrovammo capii subito che tutto sarebbe andato in pezzi.

Sono passati anni e una parte di me si è persa per sempre quando mia madre mi guarda quando entrammo in casa insieme a Eva.

Vorrei tanto tornare a Maiorca.

Farmi un giro a Deià e poi guidare fino a Port Pollenca.

Fermarmi.

Tirare il fiato.

E non tornare per un po'.

 

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