Due righe intorno a "L'arte di produrre effetto senza causa" di Lourenço Mutarelli (Edizioni Casagrande, traduzione di Roberto Francavilla)

 

Tratteggia compulsivamente delle righe sull'immagine, cercando di disegnare una mappa dei punti dove ha provato quella scarica elettrica e quell'ustione. Divide il disegno con tratti longitudinali. Rappresenta onde e raggi nella parte della testa ritratta. Traccia dei cerchi compulsivi e delle ellissi, onde e raggi nella parte sinistra della testa ritratta. Centinaia di tratti concentrici intorno a qualcosa che cerca di incapsulare. Circonda la zona dell'occhio e dell'emisfero sinistro dell'immagine fatta a carboncino. Divide il disegno con tratti longitudinali. Ripete così tante volte quel movimento che l'odore dell'inchiostro della stilografica si impadronisce dell'aria. La carta quasi si strappa. Interpreta il disegno come se fosse uno specchio. Traccia delle righe. Deve fare una mappa del suo dolore. Una mappa di quella perdita di controllo. L'attacco che ha subito. Quella strana possessione. Si ricorda di qualcosa di strano. La sensazione peggiora. Come se la fenditura aumentasse. Come se lui fosse dure. Ha visto sua moglie con il ragazzino? Lui e Bruna hanno fatto l'amore? È stato lui o suo figlio a sognare il re? Quella giornata nuvolosa era un sogno o era reale? Il vecchio nero esiste veramente? Qualcosa di astratto sta cercando di trovare una forma dentro la sua testa. Il lato destro del corpo è sempre meno suo. Un nodo gli soffoca la gola. Sente difficoltà a inghiottire la propria saliva. Punti dorati, punti luminosi, danzano, offuscanondogli la vista.” (pp. 72, 73)

“L'arte di produrre effetto senza causa” dello scrittore e fumettista brasiliano Lourenço Mutarelli (Edizioni Casagrande, traduzione di Roberto Francavilla) è un romanzo sorprendente, delirante, spiazzante, commovente, una sofisticata dedica a cuore rivolta a William Burroughs ma anche molto meno ostico di quanto possa sembrare nel solo sfogliarlo e magari incontrando una serie di illustrazioni realizzate da quello che sembrerebbe vittima di un delirio psicotico. È il romanzo di una caduta questo romanzo. Una caduta nella solitudine, nella follia, nella paranoia di Junior, un uomo di 43 anni, che ha lasciato tutto: matrimonio, moglie (che l'ha tradito col figlio del suo migliore amico e datore di lavoro), figlio, lavoro per finire a dormire sul divano nella casa del padre che ha affittato una stanza a Bruna, un'avvenente studentessa di una scuola d'arte. Junior è senza soldi, senza punti di riferimento, il fratello sta in carcere da anni dopo un'esistenza dedita alle droghe, gli amici sono invecchiati, ingrassati e con vite fatte di sotterfugi e menzogne e allora meglio perdersi nell'alcool, in passeggiate in una città allucinata per poi tornare sempre allo stesso divano in condizioni pietose e risvegliarsi sotto i colpi degli insulti e del compatimento del padre. Poi un giorno Junior riceve un pacchetto senza mittente contenente dei cd e dei pezzi di stoffa che lo conducono, con l'aiuto di Bruna, a scoprire lo scrittore William Burroughs e in particolare l'episodio in cui, sotto l'effetto di alcool e droga, nel 1951 uccise a colpi di pistola la moglie nel tentativo di emulare le gesta di William Tell. Un incontro con Burroughs e la sua storia che spalancherà a Junior definitivamente le porte di un abisso fatto di alcolismo devastante, crolli nervosi, ricoveri, deliri, tentativi di stupro, paranoia coinvolgendo chiunque gli stia incontro.


 

“L'arte di produrre effetto senza causa” è un romanzo costruito come una stanza che lentamente finisce per togliere il fiato e il pieno controllo della propria mente, costruito su un equilibrio fragilissimo ma affascinante fra dialoghi perfetti e spiazzanti e pagine di un dolore che toglie il fiato, piene di una vita spezzata e impossibile da ricomporre, di una tragedia che sta montando avvolta dal profumo di sigarette fumate di nascosto, di una ricerca di amore e tenerezza da cui è impossibile non essere travolti.

Fino alla fine, che ha sempre il suono di una pistola.

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