Liberalismo, Luigi Einaudi, Separazione delle carriere e Clementine

 

Due libri sul tavolo da leggere. Ovviamente sono favorevole alla separazione delle cariere e aspetto da anni una vera e seria riforma della giustizia che ovviamente non ci sarà mai.


 

Sempre a proposito di liberalismo sabato scorso a Milano c'è stato l'incontro dei Libdem dove si è discusso del futuro dell'associazione, del percorso e delle scelte da compiere e di come comportarsi in vita delle elezioni Europee e di questa fantomatica lista unica liberale che guardi a Renew Europe.

Qui potete trovare il mio intervento  mentre questa è stata la mozione dell'amico Andrea Bitetto che sottoscrivo:

"I promotori e sottoscrittori di questa proposta sono convinti che:


  1. L’ipotesi di una partecipazione autonoma di LDE alle Elezioni europee 2024, anche aprendo ad altri gruppi liberali organizzati, rischia di peccare di velleitarismo. Ciascuno di noi vorrebbe la presenza di una forte ed autorevole rappresentanza della tradizione liberaldemocratica, riformatrice e laica. Ma oggi questa rappresentanza non è immediatamente raggiungibile. Esistono forze politiche che si caratterizzano, quantomeno su alcuni temi tipici della proposta liberale, su posizioni a noi vicine, ma il primo difetto è la frammentazione che conduce a ridurne la capacità di impatto ed influenza politica. Non ci sono risorse umane, organizzative ed economiche per affrontare da soli una competizione elettorale come le Elezioni europee;

  2. LDE nasceva con l’ambizione di traguardare chi come noi si riconosce dei principi e nei valori della liberaldemocrazia europea verso la costruzione di un soggetto politico unitario che mettesse assieme Azione, Italia Viva e PiùEuropa, oltre ovviamente ad una qualificata presenza liberale. Le cose sono andate diversamente e non per causa nostra. Si è a tal punto creduto, e si continua a sperare, che vi possa essere un atto di resipiscenza. Ma attenzione: questo rischia di avvenire, ammesso e non concesso che si realizzi, ad un costo, in termini di credibilità verso l’elettorato potenziale, assai caro. Che sia gradito a chi oggi già sostiene Azione Italia Viva o Più Europa non risolve il problema del messaggio verso l’esterno. Inoltre, dovrebbe esser evito il danno costituito dalla formazione di liste elettorali modello Arca di Noè, dove ci si rifugia per salvarsi;

  3. Posto che per LDE quel progetto unitario era parte integrante dell’oggetto sociale, per dirla coi giuristi, ora siamo di fronte ad una scelta secca: o ci si scioglie perché non si è in grado di raggiunger quell’obiettivo e ciascuno di noi si condurrà come meglio crede, reinverdendo i fasti di una datata tradizione notabiliare e personale per trattare una qualche forma di presenza individuale, oppure si cerca di andar oltre, e si cerca una qualche forma di alleanza coi soggetti esistenti che sia chiara nei presupposti, nei contenuti e nelle condizioni. Per il vero, esisterebbe pur sempre la scelta dell’Aventino, forse più dignitosa della negoziazione in proprio;

  4. Se ci si vuol condurre come un sodalizio politico, allora è necessario che si cerchi di assumere decisioni che siano chiare nei presupposti, nelle possibili alternative, nelle condizioni e nei termini di tali scelte. Questo ovviamente dopo aver discusse e fatte valere le reciproche ragioni, ovviamente con l’impegno, che è morale ma è per questo serio, di rispettare la soluzione che dovesse emergere dopo tale confronto e discussione. Per scegliere consapevolmente bisogna esser posti di fronte alla possibilità di scelta: un ulteriore rinvio da parte nostra non farebbe altro che ridurre le opzioni, conducendoci, implicitamente ed opacamente, verso un’unica soluzione. Non si tratterebbe di una scelta ma di una mera necessità.

Per queste ragioni, si ritiene di assumere una decisione, se non già oggi quantomeno entro la fine del presente anno, chiara su quello che LDE vuole essere e come vuole condursi in vista delle elezioni:


  1. Scegliendo, dopo adeguato confronto, quale sia il proprio orizzonte e a quali condizioni e con chi confrontarsi in modo da contribuire sin da principio alla formazione delle liste elettorali per le europee, vedersi riconoscere piena dignità;

  2. Individuando poche, anche solo una, figure autorevoli disponibili ad esser candidate, che devono essere figure di LDE: inutile negarlo, primi tra tutti i fondatori ed il presidente cui vanno riconosciute le massime capacità di rappresentare adeguatamente la nostra proposta politica.

La giornata di oggi è intitolata “il futuro non ci attende”. Appunto: non attende gli attendisti.

Nonostante le preferenze individuali, non proponiamo una o l’altra scelta. Chiediamo che si scelga."

mentre questa è la conclusione dell'incontro:

"

Amici tutti, 

 

anzitutto un enorme grazie per la vostra partecipazione di ieri.

Fra i presenti e quanti collegati da remoto abbiamo superato di molto il numero di 200.

 

Si tratta della dimostrazione chiara della volontà di proseguire nel nostro cammino, anche – e forse soprattutto – adesso che lo scopo iniziale che ci eravamo dati dovrà trovare diversa attuazione.

 

Il nostro scopo rimane quelli di costruire un grande partito unitario liberaldemocratico assieme ad altri. Non succederà nei tempi che fino a primavera avevamo sperato e magari non succederà nemmeno con tutti i soggetti che fino a primavera avevamo ipotizzato.

 

Ma noi siamo qui per la liberaldemocrazia, prima che per fare un partito con Tizio o Caio. Creare un grande partito unitario è la conseguenza dell’essere qui per la liberaldemocrazia.

 

Ieri abbiamo cercato di dare spazio. Dopo le relazioni iniziali di presidenza e segreteria il dibattitto è durato 3 ore e mezza filate. 3 ore e mezza in cui tantissimi iscritti hanno portato il proprio contributo sul futuro che ci aspetta, sul ruolo che Libdem dovrebbe avere e sul suo posizionamento politico.

 

Ci scusiamo con coloro che erano in lista per parlare e che non hanno potuto esprimersi a causa del tempo diventato insufficiente. Ci scusiamo anche con gli amici collegati da remoto, ma ci è sembrato più corretto dare la precedenza a chi era venuto a Milano.

 

Ci saranno altre occasioni, davvero, e la prossima volta cominceremo da coloro che sono rimasti in lista.

 

Quanto al nostro incontro, avete sentito da Andrea Marcucci due cose, in particolare: 

  • l’importanza che Alde ci attribuisce nel panorama liberaldemocratico italiano, riconoscendoci una chiara genuinità politica in fatto di liberalismo;
  • l’utile dialogo che abbiamo avuto nel mese di novembre con i segretari politici di Azione, Italia Viva e Più Europa, ai quali abbiamo personalmente presentato la nostra proposta di creazione di una lista unitaria alle prossime elezioni europee sotto il nome di Renew Europe.

 

A questa proposta abbiamo avuto riscontri e aperture diverse. Qualcuno pone più veti e condizioni di altri, qualcuno fa dei giusti distinguo, qualcuno è apparso più disponibile di qualcun altro se si tratta di massimizzare il risultato comune.

 

(Intanto qui potete vedere che, stando ai sondaggi di oggi, ad andare divisi ci perdiamo tutti e Renew Europe è tornata a esprimere ZERO deputati dall’Italia: il paese di Luigi Einaudi che non esprime candidati d’area, non aggiungiamo altro). 

 

Escludendo di poter correre da soli, capite bene che le tempistiche della scelta dipendono inevitabilmente dalla prosecuzione del dialogo da noi avviato a novembre con le tre segreterie. Per questo noi possiamo dettare i tempi fino a un certo punto (anche perché in questo momento non c’è ancora una proposta politica concreta da portare ad un voto interno).

 

Al tempo stesso non possiamo ignorare la mozione presentata ieri da Andrea Bitetto e molti altri iscritti, che chiede si adottare una scelta – quale essa sia – in tempi celeri.

 

Per questa ragione, presidenza e segreteria hanno scelto di indire a breve un consiglio direttivo (che costituisce l’organo direttivo emanazione dell’assemblea con competenza sulle questioni politiche) per delegare all’assemblea stessa la decisione, stabilendo i termini, i tempi e i modi del confronto e del voto, tenendo conto della mozione Bitetto e di quanto in generale emerso ieri. 

 

Immaginiamo che una simile decisione - considerando i diversi passaggi che devono essere rispettati - possa essere assunta nel mese di gennaio.

 

Se, per quella data, non vi saranno proposte concrete da mettere al voto, la segreteria e la presidenza chiederanno un voto di indirizzo, proponendo agli iscritti di ottenere mandato per continuare a lavorare per una lista unitaria, ma, al contempo, chiedendo anche di esprimere una preferenza per uno o più dei nostri interlocutori d’area, oppure chiedendo di esprimere direttamente una preferenza e basta, laddove la possibilità di una lista unitaria possa dirsi davvero impossibile.

 

Grazie sempre a tutti, amici, per la vostra partecipazione."

 

.....

 

E che bello che è arrivato anche il secondo volume.


 

 

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