Tre libri bellissimi - Weyes Blood

Anche se lavoro o non faccio assolutamente niente o bevo troppo non smetto mai di leggere e capita di leggere in due giorni due libri bellissimi e di mettermi a rileggerne un altro di racconti ritrovandolo molto bello come la prima volta.

Quelli di Dorothy Johnson sono quattro racconti westerni spettacolari per lo stile. Non sono racconti western. Sono racconti memorabili. Scritti da Dio. Da tre ne sono stati tratti tre film molto celebri: L'uomo che uccise Liberty Valance, Un uomo chiamato cavallo e L'albero degli impiccati (quest'ultimo è il mio favorito) mentre il mio preferito è "Una sorella scomparsa" che è un racconto magistrale dalla prima all'ultima riga e che racconta di una donna rapita dagli indiani che torna a casa, dalle sue sorelle, dopo decenni di qualcosa che erroneamente da tutti viene definita prigionia. Molto toccante.

E poi c'è il libro di Marie Nimier.

La figlia dello scrittore francse Roger Nimier. 

Un libro bellissimo. Mi ha spezzato il cuore. E lo dico da lettore di Roger Nimier che prima d'ora non aveva mai letto nulla di Marie Nimier. Adesso devo assolutamente recuperare le sue opere tradotte. Che scrittrice, porca miseria.

E poi ecco in rilettura i racconti di Jay McInerney.


Rileggendo il primo di questi racconti mi sono ricordato di quando io e mia sorella andammo in interrail nel Regno Unito. Io avevo 18 anni e lei 22. Prima tappa Londra. Ostello a Holland Park. Mi ricordo che lei mi disse, Mi raccomando Andrea, non fare cazzate stanotte. Ovviamente le risposi di sì ma appena verso le 23 ci dividemmo, io subito fuori a conoscere la Londra notturna. Ricordo poco. Sono passati secoli ma ricordo che fu una serata fantastica. Mapoi mi arrivò addosso un dolore immenso. Ricordo, quello sì, di essermi sporto sul Tamigi piangendo e con la voglia di scomparire. Fu solo grazie a una ragazza che riuscii a tornare in ostello. Mi portò a piedi fino al parco e mi offrì una sigaretta. La fumammo insieme nel buio. Mi carezzò i capelli e mi disse di prendermi cura di me stesso. Il giorno dopo fu dedicato interamente al grande museo londinese. Non stavo bene ma Londra è magnifica. E che voglia di tornarci. Anche solo per sedermi davanti al Tamigi e poter leggere in tranquillità.

 


 

 

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