Leggere "Infanzia e bestiario" di Claudia Quadri (Edizioni Casagrande) e farmi prendere dai ricordi
Questo è un periodo che a convincermi e a piacermi sono i libri che non cerco mentre gli altri che compro, che segno si rivelano spesso delle vere e proprie delusioni e su "Infanzia e bestiario" di Claudia Quadri (Edizioni Casagrande) non avrei scommesso nemmeno un franco (le fascette, le bandelle, i premi mi hanno sempre detto poco) e invece eccolo qui che mi ha distrutto, riempito di ricordi, spunti, di rovine, di macerie. Sono un nipote di albergatori che ha vissuto la chiusura dell'albergo di famiglia. Ero un bambino e di quell'albergo non rimane più nulla. Tranne quella foto appesa in casa di mia madre e poi qualche bicchiere, qualche tazzina, qualche cucchiaio e forchette e coltelli. Ormai sono anche pochi quelli che ancora vivi che ci hanno lavorato: mio padre, mio zio e novantenne diventata cieca che mi dice sempre che ho la stessa voce di mia madre. Questo è un libro di ricordi, di alberghi e case che vengono demoliti per far spazio alla modernità, ai palazzoni anonimi. Di un mondo, l'albergo di famiglia a Paradiso, andato in frantumi perchè i tempi cambiano, perchè non te la senti di portare avanti l'attività di famiglia. Un libro di camminate, di ospiti, di tuffi nel lago, di piccolissime avventure come correre giù dalle scale di un albergo o le impronte nella neve di un animale, di adesivi incollati nel bagno e di animali che ci stanno vicini molto più di esseri umani. Di grazia antica.
Quando l'hanno buttato giù il nostro albergo dei miei familiari non c'è andato nessuno tranne il sottoscritto.
Ricordo un gruppo di cittadini che commentava che almeno il nipote dello Sciur Cesarino e della Sciura Teresina si era fatto vedere.
Che voglia di andare a bussare porta per porta e chiedere di saldare tutti i debiti che avevano con i miei nonni.
Alla fine tutto è finito.
E chi ho sposato? Una donna che da sempre lavora nell'alberghiero. E io che faccio? Sabato, domenica e festivi sempre al lavoro. E oggi sono libero perchè ormai si sta per chiudere.
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