Un gran bel romanzo: "Paradiso terrestre" ; Georg; L'Opinione delle libertà; Japandroids

 

"Paradiso terrestre di Laura Van Den Berg (Mercurio, traduzione di Marta Olivi) è un romanzo che mi ha sorpreso, confuso, scosso e anche fatto commuovere. Un romanzo su un mondo magico travolto da una pandemia. Un romanzo di fantasmi, visioni, storie da raccontare e perdute. Un romanzo di sette, di ospedali psichiatrici, di visori che offrono mondi alternativi. Un romanzo di sparizioni, di buchi nella terra dove sprofondare, di gatti, di lucertole e ghost writer. Un romanzo malinconico che racconta un mondo che sta scomparso, che è già scomparso, che vive dentro di noi.

Una lettura che mi sta spingendo ad acquistare altri libri di questa casa editrice.

 
Ieri pomeriggio ho saputo della scomparsa di Georg. Lui è stato una delle prime persone che ho incontrato e con la quale ho parlato quando sono arrivato qui a Lugano. Sono trascorsi tantissimi anni da allora. Stavo fumando mentre aspettavo l'allora mia compagna impegnata in un colloquio di lavoro e Georg arrivò col suo organetto e si piazzò a due metri da me e cominciò a suonarlo. Mi fece compagnia per una decina di minuti e gli lasciai qualche soldo. Era abituale incontrarlo per le vie del centro o anche in qualche centro commerciale, alle feste e alle sagre. Lo salutavo sempre e gli lasciavo qualche spicciolo e sorrideva sempre. Quando mi guardo allo specchio quasi invidio la vita che ha fatto Georg.

 
Ieri ho sottoscritto l'abbonamento a L'Opinione delle Libertà e prossimamente sottoscriverò anche a quello de Il Foglio.
 
Il 18 ottobre uscirà l'ultimo disco dei Japandroids. Ultimo  perchè poi si scioglieranno. Sono legatissimo a loro, in particolare ai primi due dischi. Un po' di malinconia. Il tampo scorre inesorabile.
 
E ho in testa questa loro canzone:
 



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