Mortòri, Fleur Jaeggy, Liz Moore, referendum
Domani esce “A mort l’amur”, l’EP del nuovo progetto in cui Aris Bassetti (Peter Kernel) canta in dialetto. Non sono un grande amante del dialetto ma sono molto curioso di ascoltare questi nuovi pezzi di Aris.
Ne parla qui Vasco Viviani: "Mortòri: d’amore e di morte; di bianco, di rosso e di nero".
....
Fleur Jaeggy è per me una delle più grandi scrittrici viventi.
Ieri le è stato assegnato il Gran Premio svizzero di letteratura .
....
Ho trovatp "Il dio dei boschi" di Liz Moore (NNE, traduzione di Ada Arduini) un buon romanzo ma non certo il capolavoro di cui qualcuno mi aveva parlato e con un finale che non mi ha convinto.
...
In primavera in Italia si andrà a votare su 5 referendum: 1 sulla cittadinanza e altri 4 sul mondo del lavoro. Non so ancora se accettare solo quello cittadinanza e rifiutare di votare gli altri 4. Dovessi votarli tutti: voterei sì alla cittadinanza e no ai quattro promossi dalla CGIL.
Trascrivo il comunicato di Europa Radicale:
"
REFERENDUM: Europa Radicale promuove il Comitato per il NO ai quesiti “contro il lavoro” della CGIL
In vista della tornata referendaria che si svolgerà tra il 15 aprile e il 15 giugno che porterà al voto 5 referendum, Europa Radicale si mobiliterà da subito per 1 SI (referendum cittadinanza) e 4 NO (referendum contro il lavoro promossi dalla CGIL)
Dichiarazione di Igor Boni (Coordinatore di Europa Radicale):
“Stiamo costituendo il Comitato per il NO ai 4 Referendum ‘contro il lavoro’ promossi dalla CGIL per impedire a questo Paese di fare passi indietro dopo i pochi passi avanti compiuti in questi decenni. Il Comitato è aperto a chiunque voglia aderire e farne parte, con l’obiettivo di contrastare le controriforme proposte. Colpire le norme sui licenziamenti, abrogando parte del Jobs Act, non farà altro che far diminuire le assunzioni che, dati alla mano, sono nettamente incrementate dopo l’approvazione di quella riforma. Stesso risultato si otterrebbe con le limitazioni all’utilizzo dei contratti a termine che, lo ribadiamo, fummo proprio noi Radicali per primi nel 1997 con un nostro referendum a voler liberalizzare; limitarli come vorrebbe fare la CGIL non produrrebbe un aumento dei contratti a tempo indeterminato ma semplicemente un utilizzo di altre fattispecie contrattuali con meno garanzie per i lavoratori. Infine il quarto referendum, quello che vorrebbe riconosciuta una responsabilità in solido dell’azienda committente per tutte le tipologie di incidenti, in appalti e subappalti. Una responsabilità impossibile da porre in atto, quindi assurda da introdurre in una legislazione italiana (codice degli appalti in testa) che norma tutto ma che evidentemente non è efficace in termini di controlli. Un referendum senza senso logico su un argomento così importante è pura demagogia a buon mercato e non ridurrà di nulla infortuni e morti bianche ma coinvolgerà nelle responsabilità chi responsabilità non ha e non può avere”.
Commenti
Posta un commento