Libri e bravi Carlo Calenda e Giuseppe Benedetto a tenersi alla larga dall'alleanza piddinogrillinaaviessina

Sono già stanco dopo sei giorni di fila di lavoro ma almeno oggi sono riuscito a togliermi dalle palle uno dei lavori più ostici visto che soffro di vertigini: lavare il tetto della veranda. Con un po' di pazienza e concentrazione l'ho fatto tornare come nuovo il tetto.

E intanto, visto che tutto quello che esce non mi interessa o non mi piace sono tornato a rileggere due libri bellissimi:


 

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Ogni tanto quell'egocentrico di Carlo Calenda mi sorprende positivamente. In questi giorni Calenda ha deciso di non appoggiare il candidato Giani alle prossime elezioni regionali in Toscana dopo lo schifo di accordo sottoscritto con i grillini e la Taverna... e anche di non appogggiare Tridico in Calabria e nememno Fico in Campania. Sono ormai lontano dall'Italia ma mi auguro che qualcosa possa accadere nel mondo liberale.

Bello e chiaro questo tweet di Calenda:

Come già più volte ripetuto, non ci saranno liste di Azione a sostegno di candidati dei #5S alle elezioni #regionali. Allo stesso modo Azione non sosterrà candidati del #PD che si piegano ai programmi imposti dai 5S. Il Paese ha bisogno di #sviluppo, #concorrenza, #infrastrutture e #efficienza nella spesa pubblica. Lo spettacolo a cui stiamo assistendo, in preparazione di queste elezioni, rappresenta invece la quintessenza del trasformismo e della mancanza di programmi e idee per migliorare il funzionamento delle regioni. Tutto è ridotto, a destra come a sinistra, a scambi di poltrone e percorsi di carriera personali. Il Partito Democratico oscilla tra la prostrazione davanti ai cinquestelle e la sottomissione ai cacicchi locali. Due tendenze che spesso si saldano. Ogni traccia di riformismo è svanita. Ancora una volta alle prossime elezioni regionali vincerà l’astensione e trionferà il voto clientelare. La degenerazione del regionalismo è una malattia contro cui Azione ha sempre combattuto. Il nostro impegno rimane quello di non sottostare ai ricatti del bipopulismo e tirare dritto verso la costruzione di un forte fronte #liberale alle prossime elezioni politiche."

che viene dopo questo: 

"Da un lato un esecutivo che flirta con i #novax e ha all’interno filorussi (Salvini) e una classe dirigente di governo disastrosa. Dall’altro un campo largo oramai guidato da filorussi, “no a tutto” (termovalorizzatori, rigassificatore e infrastrutture) e si a sussidi a pioggia. Questo paese ha disperato bisogno di un’alternativa al bipopulismo. Il problema non è sconfiggere la destra o la sinistra ma sconfiggere il declino dell’Italia prima che cada la democrazia per assenza di risultati. Per quanto difficile possa essere questo obiettivo e’ l’unico che vale la pena perseguire."

e ho apprezzato tantissimo anche le parole di Giuseppe Benedetto:

"Il dibattito di queste ore nel mondo liberale gira attorno a questo tweet di @CarloCalenda . Chi mi conosce sa che sto sostenendo da sempre la nascita di una forza politica liberale, terza, che si ponga al di fuori dei due poli. Potete dunque immaginare quanto possa apprezzare questa posizione del leader di@Azione_it Quello che deve essere chiaro sin d’ora è che non ci saranno i maledetti “tavoli” per trattare alcunché all’interno del nostro mondo. Abbiamo già dato! Ho detto e scritto ad inizio di questo anno 2025, che avremmo dovuto dedicare tutto il tempo necessario ad avviare azioni politico-culturali identitarie per i liberali. Per quanto riguarda la @fleinaudi, sotto un aspetto prevalentemente culturale: abbiamo avviato e concluso la raccolta di firme sul “nucleare” con Azione e con altri amici; abbiamo, sempre con Azione, depositato in Parlamento la proposta di legge per una Assemblea Costituente che possa affrontare e risolvere organicamente la questione delle più urgenti riforme costituzionali in un quadro condiviso; abbiamo lanciato l’operazione, tuttora in corso, per ripristinare l’articolo 68, come voluto dai nostri padri costituenti; siamo stati alla guida della riforma della giustizia e in particolare della “separazione delle carriere” per la quale costituiremo il “Comitato per il SÌ” alla riforma; ci occuperemo di scuola, di AI e di merito nei prossimi mesi. Su questi temi si costruiscono le convergenze tra liberali. Appena sento parlare di sigle, di chi dovrà essere il leader, di come lo si deve selezionare, fuggo a gambe levate. I leader non si scelgono a tavolino, hanno conquistato già la leadership sul campo. Infine, nessuna lista elettorale dovrà e potrà esserci, accompagnata magari dagli osceni simbolini patchwork all’interno del simbolo da depositare per le elezioni. Dovrà esserci solo un PARTITO VERO (non una lista!) che si presenti alle elezioni, ma che sia proiettato al dopo elezioni qualunque sia il risultato elettorale. Così si costruisce il futuro."

 

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