7 ottobre - grazie a Il Foglio - Anna Politkovskaja - libri e altre cosette
Ieri ero in Italia per portare mio padre in ospedale per una visita di controllo dopo l'ultima operazione e mentre aprivo Il Foglio in sala d'aspetto ho notato più di uno sguardo di disprezzo e disgusto. So da che parte sto, pur con tante critiche, e sempre grazie a Il Foglio.
Tre piccoli articoli a proposito del clima di questi giorni e dell'eroina di sinistra: 1) 2) 3) 4)
Ieri era anche l'anniversario della morte di Anna Politkovskaja e voglio ricordarla con questo tweet della dissidente russa Daria Kryukova:
Anna Politkovskaja, giornalista della Novaja Gazeta, è stata assassinata il 7 ottobre 2006, proprio il giorno del compleanno di Putin. Le hanno sparato nell’ascensore di casa sua a Mosca. Scriveva della guerra in Cecenia, delle torture, delle esecuzioni extragiudiziali e della corruzione dei militari russi. La sua voce dava fastidio. Hanno cercato di zittirla per sempre.
Stanislav Markelov, avvocato per i diritti umani, è stato ucciso il 19 gennaio 2009 a Mosca con un colpo alla testa in pieno giorno. Difendeva le vittime della guerra in Cecenia e aveva denunciato pubblicamente il rilascio anticipato del colonnello Budanov, condannato per lo stupro e l’omicidio di una ragazza cecena. Anche la giovane giornalista Anastasija Baburova, che era con lui, fu uccisa per aver cercato di proteggerlo.
Natal’ja Estemirova, attivista per i diritti umani e collega di Politkovskaja, è stata rapita nel 2009 a Groznyj e trovata poche ore dopo nel bosco, crivellata di colpi. Documentava i crimini commessi in Cecenia dal regime di Kadyrov: sparizioni forzate, torture, esecuzioni. L’avevano minacciata, ma non ha mai smesso di parlare. Le hanno tolto la voce con le pallottole.
Questa foto è una reliquia di coraggio.
Ognuno di loro sapeva di rischiare. Nessuno si è fermato.
Ricordiamoli. E diciamolo chiaramente:
in Russia dire la verità può costare la vita.
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In queste settimane di assistenza a mio padre mi sono letteralmente consumato. La diversità fra noi è talmente grande che per non litigare dobbiamo parlare di calcio, cibo e passato. Se comincio a parlare del mio lavoro noto in lui subito un certo fastidio di avere in casa un figlio che fa le pulizie e prepara popcorn in un cinema svizzero sposato tra l'altro a una vicegovernante veneta di un albergo di Lugano. Ieri almeno dallo zio di mia cugina ho ricevuto la conferma che in fin dei conti sono il peggiore di tutta la mia famiglia allargata.
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Per fortuna ci sono i libri. Quello della Revaz è una rilettura ed è un bellissimo romanzo mentre ho cominciato a leggere quello di Alessandro Refrigeri e mi sta piacendo.
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