"Ohio" di Stephen Markley (Einaudi, traduzione di Cristiana Mennella)




“Ohio” è il romanzo d'esordio di Stephen Markley (Einaudi, traduzione di Cristiana Mennella) che ho letto tutto d'un fiato. 500 e passa pagine laceranti, devastanti di cui avevo bisogno. Un romanzo che è un grido a pieni polmoni che dura una notte lunga quasi vent'anni. Il grido di un gruppo di amici di New Canaan, una località sperduta in Ohio, che si squarcia e si allontana, che si rincontra e si perde, che si fa del male e che non smette mai di amarsi. Amici che muoiono Iraq o che cercano vendetta per uno stupro subito, che abusano di sostanze e che sono ancora innamorati della stessa persona, che sono fuggite e che hanno scritto canzoni, che hanno sognato di diventare star football e mentito per tutta la vita.

Ohio è un romanzo con delle pagine bellissime e altre meno ma che ha il grande merito di aver raccontato splendidamente sia l'Amicizia con tutto quello che gli gira intorno che le ferite sanguinanti degli Stati Uniti.

Qui sotto ci sono le cose che mi sono piaciute e quelle che non mi sono piaciute di questo romanzo.

Mi sono piaciuti:

- la carrellata iniziale che è una vera e propria porta che si spalanca verso il romanzo

- come l'autore riesce a trasmettere la perdita dell'innocenza
- come l'autore tratteggia i personaggi e le loro evoluzioni e in particolare ho adorato la figura femminile Kaylyn e il suo essere inafferrabile, una stronza tossica sballata complicata e forse definitivamente perduta
- le rovine della civiltà industriale che riempiono quasi ogni pagina di questa romanzo
- i riferimenti ai Nativi americani e alla ferocia della colonizzazione
- la scoperta della sessualità
- il senso di vuoto e fallimento di queste vite che non sono andate da nessuna parte-le pagine che descrivono i personaggi che si incontrano una volta invecchiati
- quelle pagine ambientate nelle zone di conflitto che ritraggono la complessità dei soldati ed è davvero bellissima e straziante la telefonata collettiva di un gruppo di marines a una giovanissima vedova
- la descrizione della vita in una città di provincia e delle dinamiche scolastiche
- l'innamoramento e il sesso adolescenziale

Non mi sono piaciuti:

- una certa rigidità e ripetitività delle varie sezioni con il loro alternarsi fra passato e presente che è strutturato in maniera troppo statica e prevedibile

- la melassa retorica e in generale tutti i sermoni politici che rallentano la narrazione e che mi hanno annoiato parecchio
- come viene gestita la vendetta di Tina
- la necessità dell'autore di dire tutto ma proprio tutto senza mai lasciare vere e proprie zone d'ombra
- l'eccesso di eventi/situazioni che pesano troppo sull'equilibrio della storia


(Carry Me, Ohio)

Commenti

  1. Lo sto leggendo e per ora ho sentimenti contrastanti: a tratti ridondante, però mi sta prendendo.

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    1. A me è piaciuto ma ci sono, come dici tu, delle parti veramente ridondanti e pallose.

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