"La casa futura del Dio vivente" di Louise Erdrich (Feltrinelli, traduzione di Vincenzo Mantovani)



Oggi vedo una cosa che non avevo mai visto. Un uccello grande più o meno come uno sparviero vola via dalla quercia, si abbassa fino ai rami di un gelso e poi saltella qua e là tra le foglie. Ha una coda lunghissima, e lui sembra aggrapparsi alla corteccia e ai ramoscelli come gli artigili che gli spuntano dalla cerniera delle ali, come un grosso pipistello. Riesco a dare una rapida occhiata alla testa: senza becco, senza penne, come quella di una lucertola, tra il rosso e il rosa. Le penne sono blu ardesia con le punte nere. L'uccello, o quello che è, sembra cibarsi tanto dei frutti quanto degli insetti che svolazzano intorno all'albero e brulicano sulla corteccia. Una creatura aggraziata dai movimenti fluidi e guizzanti, che si comporta proprio come una lucertola con le ali. È affascinante. Trovo il binocolo pieghevole e lo osservo per tutto il tempo che posso. A dispetto di quanto mi dice tutto questo sulla sorte degli esseri viventi e sul mondo in generale, mi perdo nella contemplazione. Ho quel senso del tempo che si ripiega su se stesso, la stessa estatica consapevolezza che ho provato nella stanza delle ecografie. Mi rendo conto di questo: non sono alla fine delle cose, ma all'inizio.” (pag. 111)

Di libri, serie, film, fumetti distopici ne sono usciti una valanga negli ultimi anni.

Alcuni interessanti altri decisamente meno.

Ho deciso di leggere “Lacasa futura del Dio vivente” di Louise Erdrich (Feltrinelli,traduzione di Vincenzo Mantovani) perché adoro questa scrittrice e la considero una delle migliori scrittrici contemporanee e pur trovandolo inferiore al resto della sua produzione (ci sono alcune smagliature nella trama) l'ho trovato comunque interessante e pieno di spunti.

Siamo, tanto per capirci, dalle parti di The Handmaid's Tale ma gli elementi e gli spunti interessanti sono tanti e in particolare:

  1. l'idea che il mondo a un certo punto cominci a regredire e che gli stessi esseri umani sembrino in preda a mutazioni genetiche e che l'umanità, per come l'abbiamo conosciuta, sia destinata all'estinzione

  2. la voce femminile della protagonista assoluta del romanzo: Cedar, una giovane madre incinta, indiana ojibwe adottata da una famiglia “bianca” durante l'infanzia, che racconta tramite un diario questi tempi bui con l'avvento di un regime che controlla ogni singolo istante della vita, con droni che svolazzano ovunque, col coprifuoco, con dogmi religiosi che diventano modelli assoluti di comportamento, di donne incinta che vengono sequestrate oppure costrette all'inseminazione per partorire figli “vivi”

  3. l'elemento religioso/cattolico che permea l'intero romanzo a colpi di citazioni bibliche, Ildegarda di Bingen, apparizioni e e che ci fa precipitare in una sorta di atmosfera mistica, medioevale, messianica, apocalittica con la santa irochese Kateri Tekakwitha, già personaggio fondamentale dell'incredibile romanzo di William T, Vollmann “Venga il tuo regno” (Alet, traduzione di di Massimo Bocchiola e Micol Toffanin), a fare da angelo custode

  4. la descrizione della cultura nativa in tutta la sua bellezza e magia fatta di racconti orali, di tradizioni ancestrali, senza dimenticare le contraddizioni attuale dei nativi, stretti fra passato e modernità, fra stereotipi e dramma della vita nelle riserve

  5. come l'autrice affronta temi politici senza offrire facili soluzioni e scappatoie al lettore, evitando saggiamente una narrazione ideologica e retorica (ovvio pensare agli Stati Uniti dell'ultima amministrazione ma non solo) ma facendo vivere sulla pagina tutta la tensione ancestrale e la bellezza di questa madre disposta a tutto pur di partorire e e non assuefarsi al Controllo

Louise Erdrich fa respirare al lettore il mistero della maternità e dell'autodeterminazione, lo interroga sul tema diviso dei diritti civili e delle libertà personali, sul ruolo della donna, mette in guardia sulle derive autoritarie che gli stessi cittadini sembrano accettare senza ribellarsi, fino a condurlo a un finale straziante.

Un libro politico, sferzante, cupo, pieno di dubbi e di amore per la vita, qualunque essa sia.

(Pattern Recognition)

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