"Diario dello smarrimento" di Andrea Di Consoli (Schibbolet)

Succede che prendo in prestito libri perché mi sento di dare un'altra possibilità a autori che non mi hanno mai convinto. Come nel caso di Andrea Di Consoli e del suo “Diario dello smarrimento” (Schibbolet). Una lettura che mi ha convinto poco e annoiato tanto. Magari non capirò un cazzo di letteratura ma qui dentro mai uno scossone, mai un brivido che mi mettesse voglia di prendere appunti. Zero. Quasi da sentirmi una merda per essere così stronzo. Nemmeno le sferzate contro la Svizzera dove lavoro da ormai quasi dieci anni con un contratto di merda e senza alcuna garanzia mi hanno particolarmente sorpreso. Forse perché non mi è mai piaciuto Per Paolo Pasolini. Forse perché non ho nessun tipo di attaccamento/legame per il mio paesino. Forse perché ogni volta che leggo qualche pagina di Moravia sbadiglio. Forse perché del mio paesino mi restano che qualche tomba e la casa in affitto dove vive mio padre e mi bastano quelle. Ma ogni volta che ci torno nel paese mi viene voglia di farmi fuori. Forse perché non mi è mai importato avere una casa, una patria, una nazione, una famiglia. Forse perché dei Pooh non me n'è mai fregato un cazzo. O forse perché ieri sera ho bevuto troppe birre e non ho mangiato un cazzo e ho una gran voglia di morire da una vita. Forse perché non vivrei mai a Roma e nemmeno a Napoli. Forse perché sono un nordico del cazzo che mangerebbe volentiere ogni giorno nebbia e lago e afa. Non lo so. Forse perché non mi è mai interessato metter su famiglia e avere figli. Forse perché questo diario l'ho trovato pedante, moralista, conservatore e fin troppo educativo anche nelle sue pagine più cupe. Forse perché appena leggo ancora di Berlinguer e Almirante e del senso dello stato mi vien voglia di bermi una bottiglia di Martini intera per tirarmi su di morale. Mai disperato come forse intendo io la disperazione. Anche se la disperazione è una faccenda strettamente privata e mica la puoi regolamentare a seconda dei gusti e mi è sempre stato sul cazzo chi è in cerca della soluzionecarcere migliore. Boh, non lo so, forse sono troppo depresso per capirle queste pagine però questo diario non mi è piaciuto per un cazzo. Sono giornate buie, sfiancanti, terribili. E quanto mi manca Simone Cattaneo.
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