Ascoltare per deprimersi

 


Ieri sera ascoltare i discorsi di due vicini in cortile mi ha intristito. Uno avrà al massimo trent'anni. L'altra sui cinquant'anni. Vicini che si dipingono come cittadini democratici, di buon senso ma che sembrano dei kapo. Che litigano per stronzate. Che dicono di chiamare la polizia per robe assurde. Che parlano di regole democratiche di convivenza e ti fanno venir voglia di buttarti dal balcone per quanto sono deprimenti e censori. Ho sempre vissuto in palazzi e piango  quando ascolto queste pseudo discussioni democratiche. La cosidetta brava gente, ragionevole, con la testa sulle spalle che si porta nella tasca una ghigliottina. Veri e propri spioni, frustrati, sbirri mancati. Gente che mi toglie il fiato sin da quando ero un bambino. Moralisti e moralizzatori. I lettori compulsivi di articoli sul vandalismo di qua e di là o della fontanella rotta o degli schiamazzi e che vogliono un bel mondo al riparo da ogni cosa. Vanno a letto contenti dopo essersi sfogati su quanto fanno schifo i giovani di oggi e che rimpiangono i bei tempi che stanno solo nelle loro fantasie. Persone che poi sono sempre pronti a metterti i piedi in testa. Gli parli e non capiscono e ti rispondono con una valanga di cazzate che sembrano le regole di un carcere. La sindrome del controllo. Del regolamento dei conti. Della purificazione. Della pulizia. Ma è davvero importante la purezza? Ma davvero vi sentite bene a scrivere lettere agli amministratori per lamentarvi dei ragazzini che giocano o della bicicletta fuori posto? Non riuscite a respirare un po'? So bene che esistono problemi, anche grossi. Vi dico che non é facile mantenere la calma quando nel nostro turno di lavatrice troviamo i fili del locale per stendere occupati dai vestiti di qualcuno che se li é dimenticati o che se ne frega. Cazzo, per dirvi, la tossica che vive sotto di me si era dimenticata per due settimane i sacchi della spazzatura sul balcone. Tutti che parlavano e parlavano. L'ho incrociata e ci ho parlato con leggerezza. Le ho detto che glieli avrei portati fuori io se voleva. Il giorno dopo li ha portati fuori. Lo so che tutto non si risolve in questo modo. Ma contribuire a un clima diverso fra le persone è ciò che mi è sempre interessato. È difficile parlare con gli altri. Spesso non porta a nulla ma anche no. Ma non smetto di credere nel valore del confronto, del dialogo, anche se molto spesso é doloroso, frustrante. Trovare le parole giuste e mantenere la capacità di ascoltare e capire l'altro mi fa guardare a domani. Mentre vedere gente di trent'anni che si comporta come il direttore di un carcere mi fa scuotere la testa. E ieri mi sono rimesso i Crystal Castles nelle cuffie per non crollare in questo conformismo strisciante venduto come libertà.



Commenti

  1. "Le ho detto che glieli avrei portati fuori io se voleva." E' così, a volte basta veramente poco e spesso si può risolvere. Tanti, chissà perché, si trovano meglio con l'autoritarismo: nella scuola, sul lavoro, in famiglia...

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    1. Sono d'accordo con te. Tante volte si possono trovare soluzioni semplici ma si preferisce scegliere forme autoritarie per risolvere tutto. Devo anche dirti che mi piacerebbe riflettere sull'apporto negativo che hanno tutti quei siti/micro siti che raccontano la vita di provincia e che raccontano di vere e proprie stronzate spacciandole per immense tragedie creando una costante situazione di pericolo e paura. Te lo dico perché quando ero un ragazzino, facciamo 9 anni, 1988, ne succedevano di ogni per esempio nel mio paesino. C'era la famosa banda di Papa Giovanni che ne combinava di tutti i colori. E c'erano vandalismi, etc, etc ma restavano circoscritti alla vita di paese, robe insomma di paese che si risolvevano oppure no. Mio padre mi ha detto guardato il sito facebook Se sei... e sono rimasto sbigottito, c'è la delazione continua, gente che ti vuole fotografare, filmare mentre fai questo o quell'altro... una roba che mi mette il voltastomaco.
      Vabbè, scusa, ho divagato ma è una roba asfissiante.

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    2. Su "sei di pinco pallino" e gruppi facebook simili si condensa il peggio di quello che una volta erano solo pettegolezzi di paese e chiacchiere da bar. Dieci anni fa un mio conoscente ne aveva creato uno in buona fede e con intenti nobili, per poi uscirne schifato.

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    3. Veramente terribile. Ne sono uscito angosciato. Non ho Facebook e ho visto solo quanto si riesce a leggere andando semplicemente sulla pagina. Non lo so, non ci capisco davvero nulla di queste cose.

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  2. Io sono per il buon vicinato, vado d'accordo persino con un clan di calabresi che fanno un casino boia e costruiscono abusivamente e forse mi rubano la legna, ma con un nuovo acquisto che posteggia l'auto mastodontica in mezzo alla strada per far posto a una colonia felina del kaiser mi viene voglia, ogni volta che passo facendo la gimkana, di rigargli il SUV.

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    1. è dura, io per esempio non riesco a sopportare le matrone del palazzo che gestiscono il locale lavanderia come se fosse casa loro.

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