"L'impozzibile dottor Pezz" di Nicola Pezzoli (Amazon)

 


 "Poi inciampò e morì. Ma non prima di aver generato Mastino. Che ammazzò Ebetino. Che nel frattempo aveva generato (al volo e per un pelo) Pino. Che generò Pasquale. (Come facciano non si sa: magari si scopano i pomodorini femmina, che ne so). Pasquale generò Natale detto Natalino. Natale detto Natalino generò Carne Vale. Carne Vale generò Ferro Augusto (ecco perché tutte quelle noiosissime feste). Ferro Augusto generò Katerpillar. Katerpillar generò Quater Pirla." (dal racconto "Mini Eden"

Sono giorni brutti. Con la depressione che è tornata a picchiare duro. Non riesco a dormire e quando mi addormento vorrei dormire per giorni. Forse anche troppe birre mescolate a antidolorifici. Non lo so.  E allora i 26 racconti di "L'impozzibile dottor Pezz" di Nicola Pezzoli (Amazon) hanno funzionato come una medicina strappandomi risate e permettendomi di respirare. Ancora adesso mentre sto scrivendo queste due righe sto sorridendo e mi è venuta in mente mia madre che mi diceva "Sei proprio un bel birbante, che cosa hai combinato anche oggi?" Perché ogni volta che leggo le pagine di Nicola penso che lui sia uno splendido e folle scrittore, un birbante della letteratura, simile a quella gazza che durante il lockdown si divertiva ogni giorno a rubarmi una molletta ma guai a fargliene trovare una dello stesso colore perché allora si incazzava tantissimo e io non ho mai creduto che le gazze siano portatrici di brutte notizie. 

In questi 26 racconti della ridarella ci ho trovato tutta la genialità creativa di Nicola, tutto il suo talento cristallino e bambino che se ne frega di regole e dogmi, di lisciare il pelo e di adeguarsi alla regola del Premio Strega e che mette alla berlina il politically correct imperante, la censura di ogni posizione scomoda e non allineata, la truffa dei corsi di scrittura (da far leggere a tutti gli aspiranti scrittori che sognano un posto alla scuola Holden e compagnia bella) e oserei dire anche di tutti quegli scrittori e scrittrici che inventano corsi e scuole di scrittura, i sogni di Tarzan, la mafia delle recensioni, le sceneggiature e i film di merda che hanno invaso i cinema, variazioni sulle stazioni (da sganasciarsi perché a me una volta è successo di guadagnare 30 franchi per aver indicato la stazione che stava duecento metri avanti dalla fermata dell'autobus) i cliché del mondo carcerario, professoresse del cazzo, l'esasperazione del salutismo, la vita della provincia con le sue piccole tragiche comiche merdose storie, le straordinarie invenzioni religiose che tanto ancora condizionano questo mondo, riunioni demenziali di impiegati (poco fa ero in centro e camminavo dietro un gruppo di impiegati che sembravano gli stessi descritti da Nicola), la demenza dell'universo militare. 

Ho sorriso tantissimo e vi dico solo che la "La carta dei diritti" mi piacerebbe stamparlo e farlo leggere a tutti e a tutte quei rompicoglioni che a furia di ripulire storia, piazze, linguaggio, letteratura, cinema ci faranno vivere in un bel pianeta vuoto e freddo e che puzza di candeggina. 

"Bisognerebbe insegnare ai maiali a recarsi al macello in bicicletta."

Potrei andare avanti a citarvi altri passaggi e racconti ma quello che mi preme ribadire è che questi racconti non sarebbero nulla senza lo stile unico di Nicola: una continua esplosione di invenzioni lessicali e narrative, di ritmo indiavolato eppure mai fuori sincrono, di un italiano quasi argot e sporco eppure pulitissimo, apparentemente sciatto e invece curato nel minimo dettaglio e in grado di donare un suono a questi racconti. 

Un suono.

Ecco cosa volevo dire, e forse non ci sono nemmeno riuscito. 

Parlano i racconti di Nicola.

Senti la loro voce.

Te la senti nelle orecchie questa voce, dentro al cuore, nello stomaco e poi ridi e pensi e ridi e dici anche Ma vaffanculo Nicola come cazzo hai fatto a pensare sta' roba e pure a scriverla?  e poi giù a ridere. 

Ridere.

Grazie Nicola.

Anche perché quando rido dicono che somiglio tantissimo a mia madre.

Perché come lei mi copro la bocca e mi guardo le mani, quasi vergognandomi dei miei sorrisi.

 "Ho sempre avuto in puzza i piciorla che non sanno fare il loro mestiere, ma ci campano benbene sulla pelle e sulle palle degli altri, con gran facciatosta: elettricisti sabotatori dell’impianto di casa, medici che ti fanno ammalare di più, piastrellisti che piazzano nel pavimento cunette o dossi, scrittorucoli senza idee né talento, insegnanti privi di passione e a malapena ferrati nella materia che “insegnano” prendendola paripari dal manualetto in dotazione, speaker televisivi con problemi di dizione e di pronuncia, arbitrelli paraculati che non azzeccano un fischio, e chi più ne ha più gli metta in mano una zappa. Ammesso che sappiano zappare." (dal racconto "K.H. RUMMENIGGE E LA FILOSOFIA LICEALE (una storia vera)"

(Io e te)

Commenti

  1. Grazie di cuore, caro Andrea. Ogni volta che mi capitano recensioni così mi viene da piangere dalla commozione. Ma anche dalla rabbia per tutti quegli stronzetti che snobbano un bel libro che potrebbe divertirli e deliziarli solo perché è autoprodotto, o perché è venduto dal cattivo babau Amazon. Un forte abbraccio da uno scrittore pazzo e sul punto di arrendersi, ma che poi probabilmente non si arrenderà. Proprio perché è pazzo. Proprio perché è Scrittore.

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    1. Ma grazie a te Nicola. Anche io non ce la faccio proprio piu' a sopportare un certo tipo di persone, pieni di pregiudizi e nemici spesso immaginari. Ce l'hanno con Amazon ma per loro le grandi case editrici e i libri sponsorizzati ogni dove da questo o quell'intellettuale/politico illuminato van bene. Meglio non aggiungere altro.

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  2. Nicola, sinceramente, quanti libri Amazon hai comprato quest'anno?

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    1. Mi sa che devi chiederlo a lui e a non a me.

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    2. Ad Amanda rispondo che io i libri preferisco comprarli su ibs perché accettano il pagamento in contrassegno (Amazon non l'ho sposato, è solo il partner di lavoro al momento più vantaggioso e affidabile). Ma credo che questa splendida e accorata recensione di Andrea riguardi il libro e il livello del libro (e i suoi splendidi effetti sull'umore di una persona, oltre che di un lettore appassionato e buongustaio), riguardi l'autore e il livello dell'autore, e non dove cazzo uno vada o non vada a comprare. Poi uno può avere altri più che legittimi gusti e pensare che Nicola Pezzoli non interessi o valga poco, ma non si può mancare di rispetto a uno scrittore con queste menate patetiche che sottintendono mancati do ut des.

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