NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS - BANGLADESH: IL PRESIDENTE ABDUL HAMID APPROVA LA PENA CAPITALE PER GLI STUPRATORI

NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS

Anno 20 - n. 39 - 17-10-2020

Contenuti del numero:

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : BANGLADESH: IL PRESIDENTE ABDUL HAMID APPROVA LA PENA CAPITALE PER GLI STUPRATORI
2.  NEWS FLASH: ZAMBIA: COMMISSIONE DIRITTI UMANI CHIEDE AL GOVERNO DI ABOLIRE LA PENA CAPITALE
3.  NEWS FLASH: YEMEN: 200 CONDANNE A MORTE EMESSE DAI TRIBUNALI HOUTHI DAL 2017
4.  NEWS FLASH: IRAN: CONDANNATO ALL’AMPUTAZIONE DI QUATTRO DITA
5.  NEWS FLASH: SOMALIA: CONDANNATO A MORTE PER L’ATTACCO ALL’HOTEL DI KISMAYO
6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


BANGLADESH: IL PRESIDENTE ABDUL HAMID APPROVA LA PENA CAPITALE PER GLI STUPRATORI

Il presidente del Bangladesh Md Abdul Hamid il 13 ottobre 2020 ha firmato un'ordinanza di approvazione della pena di morte per gli stupratori, nel mezzo delle proteste nel Paese a seguito di numerose recenti aggressioni sessuali.

"Il Presidente ha approvato la decisione del governo e ha emesso un'ordinanza relativa alla Legge sulla Prevenzione e Repressione dei crimini su donne e bambini", ha detto all’agenzia PTI un portavoce del palazzo presidenziale.
Il 12 ottobre, il Consiglio dei Ministri ha approvato l’aumento della pena massima nei casi di stupro, portandola dall’ergastolo alla pena di morte.
Il Ministero della Giustizia in un comunicato ha affermato che d'ora in poi la "pena di morte" invece dell’"ergastolo duro" sarà la massima punizione per lo stupro.
Il primo ministro Sheikh Hasina ha affermato che il governo ha introdotto la pena capitale nei casi di stupro nel tentativo di prevenire la "brutalità" degli aggressori.
Secondo il gruppo per i diritti Ain O Salish Kendra o ASK, almeno 889 donne sono state violentate in Bangladesh tra gennaio e agosto 2020.
Gli attivisti per i diritti credono che i numeri siano molto più alti perché molte delle vittime non si rivolgono alla polizia.
(Fonti: PTI, 13/10/2020)

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

ZAMBIA: COMMISSIONE DIRITTI UMANI CHIEDE AL GOVERNO DI ABOLIRE LA PENA CAPITALE

Il governo dello Zambia dovrebbe rimuovere completamente la pena di morte dalle sue leggi unendosi agli altri Paesi che l'hanno abolita, ha affermato l’organismo per i diritti umani del Paese il 13 ottobre 2020.
Pur apprezzando che il governo non abbia praticato esecuzioni negli ultimi 23 anni, la Commissione Diritti Umani ritiene che il governo debba fare un ulteriore passo in avanti abolendo la pena capitale.
Mweelwa Muleya, portavoce dell'organismo per i diritti umani, ha detto che il governo dovrebbe essere incoraggiato a far sì che il Paese si unisca al crescente numero di Paesi che hanno abolito la pena di morte di fatto e di diritto.
"A tal fine, la Commissione chiede all’opinione pubblica e a varie parti interessate di presentare proposte alla Commissione per lo Sviluppo della Legge dello Zambia affinché si modifichino in modo appropriato il codice penale e quello di procedura penale al fine di rafforzare il rispetto del diritto alla vita", ha detto.
Secondo il Portavoce, la condanna a morte obbligatoria per i crimini di tradimento, omicidio e rapina aggravata deve essere modificata per conferire poteri discrezionali ai giudici in base al merito di ciascun caso.
Lo Zambia ha effettuato l'ultima esecuzione nel 1997.
(Fonti: Xinhua, 13/10/2020)
 

YEMEN: 200 CONDANNE A MORTE EMESSE DAI TRIBUNALI HOUTHI DAL 2017

L'Organizzazione per i Diritti e le Libertà SAM ha reso noto il 10 ottobre 2020, in occasione della Giornata Internazionale Contro la Pena di Morte, che i tribunali controllati dagli Houthi hanno emesso dal 2017 più di 200 condanne a morte contro oppositori politici e civili, tra cui quattro giornalisti, per motivazioni politiche. Osservando questi processi, che si sono conclusi con condanne capitali, SAM ha riscontrato che sono state violate completamente le garanzie e gli standard del processo equo.
SAM sostiene che ci siano più di 50 civili sottoposti a procedimenti giudiziari viziati, in cui i giudici giocano ruoli in processi predeterminati, comprese le sentenze che sono in evidente contraddizione con le leggi.
SAM ha chiesto che la magistratura venga liberata dal dominio dell'autorità della milizia Houthi, che ha negato alla magistratura le più importanti condizioni di indipendenza.
L'Organizzazione ha anche chiesto il rispetto e l'applicazione delle garanzie e degli standard del giusto processo senza discriminazioni, in modo che nessuno venga privato ingiustamente e arbitrariamente della propria vita.
Sebbene la milizia Houthi non abbia eseguito nessuna delle suddette condanne a morte, per SAM è necessario che la milizia dichiari il proprio impegno a smettere di manipolare la magistratura per terrorizzare e abusare dei suoi oppositori.
SAM è un'organizzazione non-profit fondata da un gruppo di attivisti per i diritti umani, accademici e professionisti in Europa che cercano di monitorare i diritti umani in Medio Oriente mirando a porre le violazioni sotto il radar delle istituzioni internazionali.
SAM ha sede a Ginevra.
(Fonti: SAM, 10/10/2020)


IRAN: CONDANNATO ALL’AMPUTAZIONE DI QUATTRO DITA
 
Un uomo è stato di recente condannato in Iran all’amputazione di quattro dita, ha riportato Iran Human Rights Monitor il 4 ottobre 2020.
Arash Ali Akbari, 32 anni, era stato arrestato nel settembre 2019 per 16 imputazioni di furto.
La 2° sezione del tribunale penale di Urmia il 9 luglio ha condannato l’uomo all'amputazione di quattro dita della mano destra per furto.
La sentenza è stata confermata dalla Corte Suprema iraniana e inoltrata al Centro per l'Implementazione delle Sentenze di Urmia, nella provincia dell'Azerbaigian Occidentale.
L'uomo, che di professione fa il saldatore, è stato condannato al "taglio completo di quattro dita della mano destra in modo che rimangano solo il palmo della mano e il pollice". Ad Akbari non è stato consentito di farsi assistere da un avvocato di fiducia.
IHRM ricorda che recentemente altri quattro uomini sono stati condannati all’amputazione. Si riferisce ai casi di Hadi Rostami, Mehdi Sharafian, Mehdi Shahivand, e Kasra Karami. La notizia della loro condanna era stata riportata da Nessuno tocchi Caino il 2 maggio 2020.
Così scriveva NtC: La Corte Suprema iraniana ha confermato 2 sentenze che condannano quattro rapinatori, Hadi Rostami, Mehdi Sharifian, Mehdi Shahivand e Kasra Karami, detenuti nella prigione centrale di Urmia, all’amputazione delle quattro dita della mano destra. La notizia è stata pubblicata il 26 giugno da iran-hrm.com, ma fa riferimento alla sentenza della 13° Sezione della Corte suprema iraniana emessa il 2 maggio 2020, di cui però i condannati sono stati informati solo la scorsa settimana, quando la pratica è giunta al Centro per l'Implementazione delle Sentenze del Dipartimento di Giustizia di Urmia. Il processo di primo grado contro 3 dei condannati, Hadi Rostami, Mehdi Sharifian e Mehdi Shahivand, si era tenuto il 19 novembre 2019. Il quarto - Kasra Karami - è stato condannato all'amputazione delle dita dalla 1° sezione del Tribunale penale nella provincia dell'Azerbaigian Occidentale nel febbraio 2017.
In base all'articolo 278 della Legge sulle Punizioni Islamiche, l’amputazione è la pena che viene disposta quando un imputato subisce la quarta condanna per furto o rapina. Le tre falangi delle quattro dita saranno tagliate, lasciando solo il palmo e il pollice. Ai sensi dell'articolo 667 della stessa legge, agli imputati è stato anche ordinato di restituire quanto rubato. Hadi Rostami, Mehdi Sharifian, Mehdi Shahivand e Kasra Karami hanno denunciato di essere stati costretti a confessare sotto tortura.
(Fonte: iran-hrm, 04/10/2020)


SOMALIA: CONDANNATO A MORTE PER L’ATTACCO ALL’HOTEL DI KISMAYO

Un tribunale militare di Kismayo, in Somalia, il 13 ottobre 2020 ha condannato a morte un uomo in relazione all'attentato del luglio 2019 contro un hotel della città, che provocò la morte di 26 persone e il ferimento di altre 50.
Il tribunale ha dichiarato Deeqow Aliyow Kusow colpevole di aver preso parte all'attacco del 26 luglio, condannandolo alla fucilazione.
Il giudice della corte Bashir Mohamud ha concluso che l'accusa abbia dimostrato il collegamento tra Kusow e l'attacco contro l'As-Asay Hotel di Kismayo, avvenuto la sera del 12 luglio 2019.
Tra le vittime che persero la vita ci furono la giornalista televisiva somalo-canadese Hodan Naleye e suo marito.
I due erano in albergo al momento dell'attacco. Dei miliziani lanciarono contro l'ingresso dell'hotel un veicolo carico di esplosivo, poi diversi uomini armati cominciarono a sparare alle persone indiscriminatamente.
Il gruppo islamista degli Al-Shabaab ha rivendicato l'attacco.
Kismayo è una città portuale nella provincia meridionale del Lower Juba in Somalia. È la capitale commerciale della regione autonoma del Jubaland.
(Fonti: HOL, Goobjoob News, 13/10/2020)


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