"Sacred Heart" di Liz Suburbia (Eris Edizioni, traduzione di Fay R. Ledvinka)

 


Tanto tempo fa un'amica mi aveva scritto che avrei dovuto assolutamente leggere la graphic novel di Liz Suburbia “Sacred Heart” (Eris Edizioni, traduzionedi Fay. R. Ledwinka) perché dentro c'è un po' il nostro mondo e le nostre ossessioni e tutta quella musica e magliette e vita adolescenziale che conosciamo bene. Finalmente sono riuscito a recuperarla e l'ho letta tutt'un fiato ieri con lo stereo acceso in sottofondo trovandola semplicemente fantastica, disturbante, delicata e con un finale davvero sorprendente che non voglio assolutamente rivelarvi. E di cosa racconta Sacred Heart? Prendete una comunità della profonda provincia statunitense da cui sono misteriosamente spariti gli adulti/genitori e che non si quando e se ritorneranno e poi prendete un mucchio di ragazzi e ragazze che si dividono fra feste, concerti punk, scopate, litigi, tatuaggi, dipendenze, innamoramenti fra cui si staglia la protagonista assoluta Ben e poi metteteci dentro anche un killer che si è messo a uccidere selvaggiamente alcuni di questi ragazzini e il tutto con uno stile duro, fatto di bianchi e neri, di squarci ultrarealistici che sembrano schegge documentaristiche. Una graphic novel con piglio ultrapunk da fanzine di ultra qualità e di realismo magico che riflette sull'alienazione, sulla forza dell'amore e dell'adolescenza, sulla questione di genere, sulla vita nei sobborghi, sul razzismo, sulla violenza, sulla fede religiosa, sul rapporto fra adulti e adolescenti. Si ride e ci si commuove, si resta senza parole e ci si sente pervasi da scariche elettriche mentre si legge e si segue le vicende tenere e dolorose di questi ragazzini che sembrano non avere un futuro. Se avete (ancora) un'anima punk, se ne avete e ne avevate un po' le palle piene di tutti questi ragazzini e ragazzine pulite e delle regole per il bene della società e della scuola e dei giudizi e di chi non la smette mai di dirvi come vivere allora cercate Liz Suburbia.


 

(Suburbs)

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