Sairen - Vestiges (Fluttery Records)

  

"Tutto svaniva nella nebbia. Il passato veniva cancellato, la cancellazione dimenticata, e la menzogna diventava verità" (George Orwell, 1984)

Il quarto album del compositore francese Sairen“Vestiges” (Fluttery Records) è denso di atmosfere apocalittiche con suono postmetal, barocco, post-rock sulla scia dei Mono, Caspian, Tunturia, Alcest che tocca al cuore e che sa coniugare delicatezza e esplosioni fragorose, in un continuo contrapporsi fra melodia e rumore, fra stati d'animo dolorosi e squarci di luce, fra rovine e catarsi. Un disco strumentale da ascoltare in cuffia mentre si cammina o su un balcone col freddo che sta scendendo su di noi

Sacrificiel” che sembra il camminare notturno di un uomo destinato al patibolo

Inévitable” perché poi questi giorni di Covid, di incertezze, cimiteri, di zero soldi, di controlli continui, di permessi, di dolore, di stati d'emergenza di morte sembrano condurre a qualcosa di inevitabile o forse no perché poi questo pezzo si chiude in una maniera così drammatica che può anche significare la possibilità di un nuovo inizio, di un rinnovamento

Insecte” quando ti senti assalito, quando gli incubi ti soffocano, quando ti svegli e devi versarti qualcosa da bere e ti guardi allo specchio e cosa trovi? Chi trovi? E alla fine sembra quasi che questo pezzo urli, canti, si sfoghi fuori dalla finestra, mentre ti prendi a pugni, mentre tutto va alla deriva

Lés Negatives Des Apparences” che è il brano,più caldo dell'album e che mi ha ricordato per atmosfere i primi Natas con le loro atmosfere trasognanti eppure grondanti dolore, odori, profumi, sudore ed è come quando ti trovi su una scogliera e guardi lontano in cerca di una via di fuga, di un modo per andartene e cambiare vita e invece resti fermo e non riesci a muoverti e il vento ti gira intorno e ti tocca sulla spalla e ti parla e ti guarda e ti sorride

V'empire” e io qui ho aperto le braccia semplicemente perché dischi come questo hanno proprio questo necessità di essere vissuti e di lasciarsi andare mentre li ascolti perché nei suoni ritrovi immagini, sensazioni, volti, violenza, cattiveria, liberazione, il Paradiso

"Interlude” ecco forse il pezzo che non serviva a questo album

Radicalité Des Temps Derniers” il pezzo liberatorio dell'album e mi auguro che i prossimi giorni, mesi, anni siano di trasformazione, di liberazione, di vita e il pianoforte, i suoni celestiali e le chitarre di questo pezzo mi hanno spezzato il cuore.

E grazie a Sairen per questo disco che mi ha liberato almeno per qualche ore dai consueti bolletini di morti, statistiche, disgrazie, chat, cazzate varie.

Mi sono seduto sul balcone del mio palazzo nel quartiere popolare con la compagnia di qualche birra, le cuffie nelle orecchie, il cappello calato sugli occhi, la giaccavento e ho ascoltato questo disco.

Fa già troppo freddo per me.

E sono giorni davvero di merda.

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