"Dobbiamo parlare di Kevin" di Lionel Shriver (Piemme, traduzione di Amedeo Romeo/Grandi & Associati) uno dei miei libri dell'anno e non solo

 

E sul finire di novembre è arrivato uno dei miei libri dell'anno, uno di quei romanzi più sconvolgenti, dolorosi, affascinanti, violenti, commoventi che io abbia mai letto. Sto parlando di “Dobbiamo parlare di Kevin” di quella Lionel Shriver (Piemme, traduzione di Amedeo Romeo/Grandi & Associati) della quale ho adorato "I Mandible. Una famiglia, 2029-2047" e sto aspettando “Proprietà” che uscirà l'anno prossimo per 66thand2nd. Un romanzo di quasi cinquecento pagine uscito nel 2003 che ho fortunosamente trovato qualche giorno fa nel mercatino dei libri della Caritas e da cui nel 2011 èstato tratto anche un film diretto da Lynne Ramsay con Tilda Swinton nel ruolo della madre. Un romanzo epistolare con la protagonista, Eva, donna di successo, che alla soglia dei quarant'anni diventa madre di un figlio che da adolescente compirà una strage in una scuola (e questo romanzo è anche una straordinaria riflessione sulle stragi nelle scuole operate da adolescenti, sulla spettacolarizzazione di questi fatti e dei protagonisti). Nelle lunghe lettere al marito Eva cerca di fare i conti con la propria vita, col proprio dolore, con la mancanza di senso materno, di ragionare sulle sue responsabilità nel massacro perpetrato dal figlio a colpi di freccia. Non aspettatevi la madre misericordiosa: Eva potrebbe non piacervi per niente, potrebbero infastidirvi le sue considerazioni sprezzanti e violente sul figlio, potrebbe risalirvi dallo stomacco il pranzo nel leggere cosa ne pensa della maternità e del parto, potrebbero non piacervi la sua voglia di fare carriera, i suoi commenti sul mondo, ciò che ha fatto o non ha fatto a suo figlio, il suo disinteresse, la sua cattiveria, il suo odio. Potrebbe anche non piacervi per niente Kevin, questo bambino/ragazzino/adolescente viziato/cattivo/vendicativo che sembra un demonio e rovina la vita della madre . Potrebbe farsi incazzare il marito, Franklin, prototipo dell'americano perfetto, ottuso, che vuole fare il padre a tutti i costi. Potrebbe spezzarvi il cuore Celia la figlia sfortunata. Potrebbe farvi incazzare tutto questo romanzo, potreste ritenerlo scritto da una pazza furiosa, da una mente diabolica, cinica, cattiva. Potreste odiare questa madre con tutto voi stessi. Ma leggetele queste lettere e abbiate il coraggio di leggerle con attenzione e senza pregiudizi ascoltando il vostro cuore e troverete un romanzo scritto divinamente, dotato di una grazia e di una sensibilità autoriale impareggiabile. Potreste spezzarvi il cuore. Potreste sorprendervi e restare senza parole di fronte alla forza sconvolgente di questo romanzo.

E all'improvviso tutto finì. Più tardi scherzammo su quanto avevo resistito e su come avevo implorato un sollievo solo quando ormai era inutile, ma al momento non fu per niente divertente. Nell'istante preciso della sua nascita, associai Kevin ai miei limiti personali: non solo alla sofferenza, ma anche alla sconfitta." (pag. 103) 

 

(Boys In The Better Land)

Commenti

  1. Non lo leggerò. Dalle premesse immagino che potrei davvero solo incazzarmi.
    Mi prendo Calvino con Repubblica invece.

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    1. Io invece lo consiglierò spesso perché è anche, o forse soprattutto, un romanzo sull'amore e la comprensione e poi la Shriver scrive divinamente e mi somiglia caratterialmente

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    2. Ovvio non voleva essere irriverente la risposta.. è che in questo periodo, da letture a doppio fondo, credo riuscirei a spalmarmi addosso solo la patina negativa, rimanendo impantanato là senza arabafeniciarmi neanche un po'.. ma intanto grazie sempre.. ;)

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  2. https://www.lankenauta.it/?p=6372 Non ho letto il libro, ma vidi il film in sala nel 2011, e lo recensii (il link e alla recensione). Davvero inquietante e con attori davvero in parte.

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