"Montana 1948" di Larry Watson (Mattioli 1885, traduzione di Nicola Manuppelli)

 


Sono passati quarant’anni. Due mesi fa mia madre è morta. È stata, come si dice, una bella morte. È entrata in casa dopo essersi occupata del giardino e le è venuto un infarto improvviso, rapido come uno starnuto. È crollata a terra, in cucina. La morte di mio padre, dieci anni prima, è stata assai meno misericordiosa; il cancro lo ha logorato nel corso degli anni fino a quando anche un refolo di vento lo avrebbe fatto crollare a terra. E che dire di Marie Piccolo Soldato? Il suo destino contiene una parte troppo ampia di questa storia perché possa rivelarlo già adesso. Una storia che ora tocca a me e soltanto a me raccontare. Forse non sono l’unico testimone rimasto, ci potrebbe essere qualcun altro in questo piccolo paese del Montana che si ricorda quegli eventi bene quanto me. Ma nessuno conosceva quelle tre persone meglio di me. E nessuno le amava quanto me.

“Montana 1948” di Larry Watson(Mattioli 1885, traduzione di Nicola Manuppelli) è un romanzo di formazione sulla scia di Mark Twain, "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee, "L'età incerta" di Leslie P. Hartley (se non l'avete mai letto vi consiglio vivamente di farlo e se aggiungete un "S" magari scoprirete un splendido gruppo musicale un po' troppo dimenticato ispirato proprio da questo romanzo), quasi anticipatore delle atmosfere di alcuni romanzi di Lansdale,  ambientato nel 1948 a Bentrock, capoluogo della contea di Mercer, nell'angolo più a nord est del Montana, sul bordo della riserva indiana di Fort Warren. 

Raccontato in prima persona da David Hayden che diventato adulto decide di raccontare cosa accadde alla sua famiglia quando era un dodicenne. David è un ragazzino come tutti gli altri: figlio di Wesley, avvocato e sceriffo della contea, e di Gail, una donna che tanto vorrebbe tornare nel natio Montana, e nipote del ranchero più ricco e potente della zona.

David è un ragazzino giocoso, legatissimo a Marie, la governante indiana, e affascinato dal suo fidanzato Ronnie Orso Alto.

Inoltre, Marie aveva un fidanzato, Ronnie Orso Alto, che lavorava in un ranch a nord della città. Non ero geloso di Ronnie perché mi stava simpatico quasi quanto Marie. Simpatico? In realtà, lo adoravo. Si era diplomato alla Bentrock High School qualche anno prima ed era uno dei migliori atleti che la regione avesse mai prodotto; era la stella dei Mustangs, dove giocava come fullback, e l’ala con il punteggio più alto a basket; in pista aveva stabilito il record scolastico di disco, giavellotto e quattrocento metri. Per giunta, giocava da lanciatore e da esterno nella squadra di baseball della American League. (Mi rendo conto adesso di quanto il mio modo di pensare fosse influenzato dall’epoca; non mi chiesi mai, a quei tempi, come invece mi domando ora, perché nessun college si fosse voluto accaparrare un atleta del genere. L’ho capito più tardi, da solo, come in un’illuminazione giunta improvvisamente, che il college non era un posto fatto per gli indiani).

Una vita che scorrerebbe via tranquilla se non fosse che la polmonite di Marie diviene l'occassione per rivelare una serie di abusi, stupri commessi ai danni delle donne indiane dal fratello di Wesley, Frank, un dottore, eroe di guerra e figlio prediletto. Reati su cui Wesley, spinto dall'ardore e dalla sete di giustizia della moglie, sceglierà di non far cadere il silenzio ma anzi combatterà strenuamente, sfidando la propria famiglia, per scoprire la verità fino ad arrivare un finale straziante.

È una storia vissuta attraverso il sottile meccanismo della memoria che permette di rispolverare e magari anche confondere ricordi, sensazioni, luoghi d'ombra del passato e narrata con la voce di un ragazzino divenuto adulto e che riesce a far luce sul razzismo ai danni degli indiani, considerati scarti, inaffidabili, pagani, ignoranti quasi delle bestie e le loro donne nient'altro che delle prede di cui disporre a proprio piacimento. Ma questa scelta di non rimanere zitti condurrà al crollo dell'idillio familiare e a mettere in discussione il quadretto immacolato della brava gente di paese e la retorica della conquista civilizzatrice del West con gli stermini che non sono terminati con la fine delle guerra indiane ma che sono proseguite negli anni e basterebbe solo informarsi sulle condizioni in cui vivono i nativi dentro le riserve. Montana 1948 , non è solo un romanzo di denuncia, ma è anche un bellissimo romanzo di formazione con questo ragazzino che con ancora un pieda nella stagione dei giochi è costretto a varcare tragicamente la soglia dell'età adulta scontrandosi con un mondo fatto di dolore, pregiudizi e intraducibilità. Un ragazzino che vede andare in frantumi la propria famiglia, che finisce per non avere più nulla e perdere le persone amate e quelle che riteneva intoccabili ma che sceglie la strada di non arrendersi alla tradizione. David conoscerà l'amore, imparerà cosa significa sacrificarsi per una causa, conoscerà l'ipocrisia, capirà come una famiglia possa essere un nido d'amore ma anche come una famiglia possa trasformarsi in una prigione che condiziona e rovina le esistenze. 

Perché le ferite non sempre si rimarginano, il dolore brucia nel sottobosco della nostra memoria pronto ad esplodere o a corrodere per sempre la nostra vita. 

 

(The Go-Betweens - Love Goes On!)

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