"Winesburg, Ohio" di Sherwood Anderson (Dalai, traduzione di Giulio Pane) + La maledizione degli affetti

 

Torno ciclicamente a rileggere i meravigliosi racconti di “Winesburg, Ohio” di Sherwood Anderson (Dalai, traduzione di Giulio Pane anche se la prima volta li lessi nella versione Einaudi di mio padre e vi consiglio proprio la versione Einaudi) scritti fra il 1915 e il 1916 e pubblicati nel 1919, vero e proprio classico della letteratura americana, e ogni volta ci trovo spunti nuovi, sfumature che non avevo colto. Ero un ragazzino quando incontrai questi racconti che hanno il respiro di un romanzo e mi sembrò di rivivere le atmosfere del mio paesino di 4000 anime e mi specchiai particolarmente nell'ansia vitale di George Willard, cronista del settimanale locale e personaggio ricorrente, dei suoi innamoramenti e della sua voglia di andasene.

Sono trascorsi tanti anni, non abito più nel mio paesino, la depressione non se n'è mai andata, ho fallito su tutti i fronti, ho abusato di alcolici, è morta mia madre e altre persone a me care, ho cominciato a lavorare, sono quasi senza soldi, ho trovato la compagna della mia vita, ho scritto e pubblicato libri e uno di questi è stato ispirato proprio dai racconti di Sherwood Anderson.

Invecchiando alcuni di questi racconti mi sono esplosi in testa con un'altra forza: per esempio ho capito meglio la madre di George, ho compreso la disperazione di un padre e cosa significa perdere tutto e farsi spezzare il cuore e soprattutto mi è esplosa in testa la perfezione stilistica della scrittura di Anderson. Uno stile apparentemente semplice e invece quasi impossibile da riprodurre, dal ritmo perfetto e che ti conduce dove vuole, che divaga, nasconde, rivela, illumina parola dopo parola, riga dopo riga. Se non li avete mai letti vi consiglio di farlo. In circolazione attualmente non c'è quasi nulla di paragonabile a questi racconti.

Di sicuro il finale del libro non smette mai di commuovermi:

La mente del giovane veniva portata via dalla sua crescente passione per i sogni. Nessuno, guardandolo, avrebbe mai pensato che fosse particolarmente in gamba. Con tutte quelle piccole cose che occupavano la sua mente, chiuse gli occhi e si abbandonò sullo schienale. Stette così a lungo e quando si mosse, e guardò nuovamente dal finestrino, la cittadina di Winesburg era sparita e la sua vita in quel luogo era diventata nient'altro che lo sfondo su cui dipingere i sogni della sua gioventù.

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E comunque se il libretto di cui vi parlavo è questo sotto e se qualcuno lo vuole leggere gratis ve lo spedisco volentieri. 


 

 (Never Meant)

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