"Voler morire" :
"Dato che lo chiedi, molti giorni non li ricordo.
Cammino vestita, immemore di quel viaggio.
Poi quella brama innominabile ritorna.
Con questo, non ho nulla contro la vita.
Conosco bene i fili d'era che menzioni,
i mobili che hai messo sotto il sole.
Ma i suicidi hanno una lingua particolare.
Come falegnami, vogliono sapere gli utensili.
Non si chiedono mai perché si costruisce.
Due volte mi sono dichiarata cosi' semplicemente,
possedendo il nemico, mangiandolo,
rubando la sua arte, la sua magia.
in questo modo, pesante e pensosa,
piu' calda dell'olio o dell'acqua,
ho riposato, con la saliva in bocca.
Non pensai al mio corpo al punto croce.
Persino le cornee e i resti di urina erano spariti.
I suicidi l'hanno già tradito, il corpo.
Nati morti, non sempre muoiono,
ma abbagliati, non scordano una droga cosi' dolce
che farebbe sorridere un bambino.
Buttare tutta quella vita sotto la lingua!...
già questa, di suo, diventa una passione.
La morte è un osso triste; contuso, diresti,
e tuttavia lei mi attende, anno dopo anno,
per risanare cosi' delicatamente una vecchia ferita,
per svuotare il mio respiro dalla sua cattiva prigione.
Là equilibrati, i suicidi alle volte si incontrano,
infuriati contro la frutta, una luna imbottita,
lasciando il pane che avevano scambiato per un bacio,
lasciando la pagina del libro sbadatamente aperta,
un qualcosa di non detto, la cornetta non riagganciata
e l'amore, qualunque cosa fosse, come un'infezione."
Leggo e rileggo spesso le poesie di Anne Sexton "La zavorra dell'eterno" (Crocetti Editore, traduzione e cura di Cristina Gamberi). Le tengo sempre vicine. Adesso sto cercando di leggerle esclusivamente in inglese per comprenderle in maniera migliore Anche quando sistemiamo le librerie (abbiamo una casa di 48 metri quadrati disposti male e una valanga di libri) cerco sempre di non nasconderle per poterci tornare nei momenti di sconforto, per trovare le parole e le emozioni che non riesco a esprimere.


Si legge molta poca poesia e se ne scrive fin troppa. E quando se ne legge si finisce sempre per tornare al passato, ai poeti che si leggono a scuola eppure poeti contemporanei, anche giovani, ne esistono eccome e Louise Glück, ultimo premio Nobel per la letteratura, è proprio una poetessa e a questo proposito vi consiglio magari di leggere qualche sua poesia appena pubblicate da Il Saggiatore oppure anche fare un giro sul sito delle Edizioni Black Coffee dove c'è tutta una sezione dedicata per esempio alla nuova poesia americana.
(Manetti - Playground Love (Air)
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