Mio padre, le chiusure e un pacco di libri

Oggi ho rivisto mio padre dopo un sacco di tempo e l'ho trovato molto depresso e invecchiato. L'inverno non gli è mai piaciuto ma da quando è morta mia madre riusciva quantomeno a superarlo con le partite di calcio dilettantistico la domenica, la puntata al bar, due passi fra Como/Milano/Lecco/Oggiono, i mercati, le commissioni, i supermercati. 
Ho trascorso con lui il primo lockdown e credo che, anche se non andremo mai d'accordo, gli abbia fatto bene ma questa crisi che non finisce mai con le sue restrizioni, gli stadi vuoti, l'impossibilità di spostarsi a piacimento, di incontrare chi si vuole e quando si vuole lo sta distruggendo. 
Non ha mai smesso di offrire il suo aiuto al Comune ma questi ultimi due mesi li sta vivendo come uno con l'acqua alla gola, abbandonato a se stesso, senza una credibile via d'uscita.
È sempre stato difficile fargli ammettere che è una vita che soffre di depressione e che tutti i momenti neri che ha passato nella sua vita non sono qualcosa di cui dovrebbe vergognarsi. 
Io ne so qualcosa, mia madre e mia sorella anche ma siamo una famiglia di solitari anche se frequentiamo persone, soprattutto per lavoro.
Preferiamo l'ombra, starcene per i cazzi nostri o con le pochissime persone delle quali ci fidiamo.
Ma questa pandemia lo ha distrutto nel suo individualismo, nel suo fare quel che cazzo che voleva, senza rendere conto a nessuno.
Per un po' ha obbedito a tutte queste regole, ha fatto sacrifici ma adesso è davvero stanco, non ci vede più un senso.
Viviamo in un mondo dove l'unica salute da preservare è quella fisica e dei mercati. 
Della salute mentale non gli è mai fregato un cazzo a nessuno se non sono quelle cazzo di belle storie da vedere in tv
Impossibile ancora oggi parlarne.
Quando dici che non ce la fai ti dicono: Devi sopportare, forza, non piangerti addosso.
Oppure se non dici nulla, se stai così male da chiuderti in te stesso, da farti del male ti danno del coglione, del pazzo, di uno che se l'è cercata, del debole.

Ho mangiato con lui (una trippa eccezionale), abbiamo discusso di politica, vaccini ma non aveva molta voglia di parlare. Gli ho detto che deve curarsi, che deve andare dal medico e fare qualcosa per quella gamba, che deve affrettarsi a prenotare la necessaria visita oculistica annullata già due volte per colpa del Covid.

Ha risposto muovendo il capo affermativamente per poi aggiungere, Ho perso la voglia di fare le cose, non mi va di uscire, sono stanco di incontrare le solite persone, sono stanco di tutte queste regole, di queste aperture e chiusure, di quello che passa in tv.

Gli ho accarezzato gli ultimi riccioli che ha in testa e me ne sono andato.

Verrà l'estate del cambiamento.

E lo porterò a Finale Ligure.

A Berna e a Zurigo.

A Firenze da mia sorella.

A Milano a mangiare Da Berti per tenere vive alcune tradizioni.

E non smetterò mai e poi mai di litigare con lui e mandarlo a cagare.

E che bello che era oggi il lago sepolto sotto la nebbia.

E che voglia di guidare senza sosta.


E che bello tornare a casa e trovare la mia compagna che scrive al computer e la nostra gatta addormentata sul divano che si sveglia e corre a strusciarsi contro le mie gambe fregandosene che stessi piangendo.

...

 
E qui sotto c'è la pila di libri recuperata oggi. 
Di ciascuno di loro scriverò qualcosa di lungo o di corto.

A Veronica Tomassini ho promesso di lasciarmi andare.

 

 

(Fields of Reeds)

Commenti

  1. Da quando è morta mamma, la gatta che inizialmente papà non voleva assolutamente, è diventata la sua mascotte, ragione quasi di vita, mangia e legge e dorme con lui.. una compagnia vitale, certo c'è anche mia sorella con loro, e finché sarà in smart working, indispensabile.. ma papà sembra reggere bene, vede la Roma, ha prenotato il vaccino anti covid, guai a chi gli tocca le sue fiction, e legge un sacco di libri. Basta non portarlo al cimitero, che mi si deprime. Nessun problema.
    Ci vado io da mamma, e le racconto di una gatta che fa il diavolo a quattro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E invece mio padre non accetterà mai animali in casa. Sono 7 anni che ogni tanto ci provo ma lui non è proprio fatto per averne uno. Avesse un giardino, forse. Anche mio padre legge tanto ma è sempre stato un uomo che ha vissuto del suo lavoro di tecnico fino alla pensione (ancora oggi non smette di interessarsene). Vivere in un paese piccolo non lo aiuta, anche perché per anni non lo ha quasi mai frequentato essendo sempre impegnato nel lavoro o in giro con mia madre e noi figli. La nostra famiglia è completamente disgregata. Il suo fratello amato è morto tanti anni fa e con l'altro non ha quasi rapporti. Io sto a Lugano, mia sorella prima era a Taranto, adesso si è trasferita a Firenze. spero almeno in qualche allentamento e un ritorno per lui a una vita un po' piu' serena.

      Elimina
  2. Ho perso mia mamma tre mesi fa - prematuramente - non aveva nemmeno l'età pensionabile. Mio padre stessa età, ed è rimasto vedovo. Ho avuto sempre un pessimo rapporto con lui, quasi inesistente. Ero certo che senza più una donna al suo fianco sarebbe stata una veloce caduta nell'oblio, invece in maniera impacciata e goffa sta reagendo, molto meglio di quello che pensavamo - a detta di noi tre figli.
    Sono riuscito a stare a cena insieme a lui appena un mese fa, non prima. Non per il cazzo di covid o altro, ma per il pessimo rapporto che abbiamo. Mi ha fatto tenerezza, forse per la prima volta nella mia vita. Poi penso al momento storico in cui gli (ci) è capitato tuttò ciò e provo ancora più tenerezza e ammirazione.

    Il mondo è completamente impazzito in questi ultimi mesi e se c'è una cosa certa è che ha tirato fuori il peggio da ogni essere umano.
    Vado spesso al cimitero e osservo la terra che ricopre la bara di mia mamma. Sopra, a sorvegliarla, ci ho appoggiato un vaso a forma di gatto acciambellato (l'amore per i gatti è ciò che più ci accumunava), sto lì e penso che lei non saprà mai niente di tutto questo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Simone, grazie per le tue parole. Io e lui non siamo mai andati d'accordo anche se poi mia madre durante la sua malattia non faceva che ripetermi, buona com'era, che solo io sono in grado di farlo tornare sui suoi passi e di offrirgli alternative.
      Mia madre è morta sette anni fa e anche lui è uscito a uscirne nemmeno troppo male, anche perché è una persona molto pratica e sa fare praticamente tutto, da stirare a cucinare, eccetera e questo gli ha permesso di mantenere una quotidianità accettabile.
      Questo virus pero' lo sta distruggendo perché lo priva dello possibilità di spostamento e lo chiude sempre piu' in casa e questo gli fa emergere la sua depressione latente e finisce per lasciarsi andare.
      Speriamo che tutto questo passi, anche perché mio padre è un soggetto a rischio per vari motivi.

      Elimina

Posta un commento