"Il riflesso del passato" di Dan Chaon (NNE, traduzione di Silvia Castoldi)

 

Fra i piatti che preferisco sin da bambino ci son sempre state le polpette e il polpettone. Mi hanno risollevato da giornate nere a scuola e al lavoro. Mia madre e la mia nonna paterna erano delle maghe perché sapevano giocare sui sapori, sulla delicatezza, sull'innovazione. Non si accontentavano delle ricette classiche ma osavano, sperimentavano profumi e accostamenti. Senza mai snaturare la ricetta ma guardano avanti, indietro, di lato. Non erano mai pesanti le loro polpette o le loro fette di polpettone. Ti lasciavano un sapore in bocca meraviglioso. Mescolavano scarti e idee innovative. Ne ho sempre mangiato poche di polpette e di fette di polpettone. Non ho mai amato i piatti pieni, anzi.

Mentre leggevo “Il riflesso del passato” di DanChaon (NNE, traduzione di Silvia Castoldi) ho pensato invece a tantissimi polpettoni e polpette che mi é capitato di mangiare/leggere nella mia vita: pesanti, asciutti, collosi, indigeribili, con troppi ingredienti, senza un'idea di fondo, facili, scontati, affogati in sughi acidissimi o rancidi.

In questo romanzo si racconta una storia dolorosa fatta di abbandoni, di figli adottati, di sofferenze, di cittadine abbandonate a se stesse nelle sterminate praterie americane, di un Male che colpisce senza seguire quel senso tanto invocato dagli esseri umani, di vite distrutte, di possibili redenzioni legate a un filo sottilissimo ma l'autore ha quest'ansia insopportabile di spiegare tutto ma proprio tutto e di non lasciare neanche un angolo di inconoscibile nelle vite dei personaggi, di ricostruire tutte, ma proprio tutte, le vicende ammassando continuamente informazioni/storie/digressioni pesantissime che alla fine ottiene il risultato di rendere quasi insopportabile la lettura, di non comunicare nulla, di annoiare.

Insomma leggere questo libro è stato come sentirsi rifilare una fetta di polpettone industriale, indigesto ma venduto come piatto di qualità. 

Pallosissimo, piatto, mai un brivido.

Due coglioni davvero.

Poi oggi vabbé son cattivo perché ho rivisto in tv le Sardine e a me le sardine che stanno in acqua piacciono tantissimo mentre queste qui che rompono il cazzo fra tv, istinti rivoluzionari da copertina e bla bla bla bla mi son sempre state sul cazzo.

Sono arrivato al termine di questo romanzo solo perché avevo promesso a un'amica, che l'aveva detestato pure lei, un secondo parere. 

E visto che sto divagando ho anche abbandonato dopo solo dieci pagine il libro vincitore del National Book Award.  L'ho trovato insopportabile. 

I giorni passeranno.

 

Commenti

  1. Adoro le polpette casalinghe. Quelle della mensa e dei ristoranti le evito come peste. A casa mia le polpette sono appannaggio di mio marito, che dai figli viene quindi chiamato, il giorno in cui le cucina, *mastro polpetta*.
    Lui prepara le polpette piccoline belle tondeggianti visto che è preciso, io poi le cucino, un po' da sole un po' al pomodoro, ne prepara una cinquantina e poi le distribuiamo ai figli e noi restiamo quasi sempre senza :))

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    1. bravi. Visto che ormai tendo a evitare la carne, se le faccio le preparo quasi sempre vegetariane o vegane.

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    1. prova anche una ricetta vegana, cosi', tanto per cambiare.

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  3. orca, mi sembrano un po' troppo vegetariane per i miei gusti!

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    1. Ah ah ah , ti giuro che sono buonissime.

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    2. E comunque queste che ti ho detto sono vegane, non c'è niente di origine animale.

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  4. Niente contro i vegani, a parte un mio collega che è vegano e viscido.
    Da piccola avrei voluto essere vegana, ma non andava di moda come adesso e quindi mi sono lasciata traviare.

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    1. Io sono mi sono interessato al vegetarianesimo e al veganesimo perché sin da piccolo ho sempre preferito i legumi che sono in cima al mio cibo preferito. Per dirti, io nella cassoela adoravo le verze. Poi se penso al cibo animale a me piacciono tutte quelle robe un po' ruvide (il termine ruvido mi viene da un caro amico) tipo gli intragli, i polmoni, il cuore, le animelle, il collo, la cresta, la cotica, i fegatini, i durelli, le lumache, etc.....

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