"Questa terra" di Andrew Krivak (Einaudi, traduzione di Giovanna Granata) + Giro d'Italia

 

L'ho letto ieri "Questa terra" di Andrew Krivak" (Einaudi, traduzione di Giovanna Granata) e l'ho trovato pesantissimo. Pensavo di trovare un romanzo aspro, denso, sanguigno e invece ho trovato un mezzo polpettone, noioso, pieno di troppe spiegazioni/ricordi/descrizioni che racconta del sogno americano realizzato e andato in frantumi, delle ferite aperte della guerra del Vietnam, della terra da conquistare e proteggere e coltivare e mangiare e a cui sentirsi per sempre legati. Qualcuno, visto che ci sono i cervi, due fratelli, la caccia, la Pennsylvania ci potrà vedere Il cacciatore (l'ho rivisto ultimamente e tutta la parte iniziale del matrimonio e lo scenario delle acciaierie è qualcosa di assolutamente fuori dal comune) o un grande romanzo americano, io invece ci ho trovato ben poco e ho pensato invece a quei film americani pieni di retorica che ti rompono le scatole con le famiglie, le tradizioni e ogni genere di dramma e sfighe e col consueto finale catartico, riappacificatore o da lacrime che colano.

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Sabato parte finalmente il 104° Giro d'Italia. Amo il ciclismo con tutto me stesso. Funziona come una medicina, mi rilassa, mi prosciuga da tanti pensieri negativi e in questo periodo ne ho tantissimi di pensieri negativi. La testa piena di confusione, pagine che non riesco a scrivere, ansia per la riapertura del cinema e rivedere colleghi che sono ormai degli estranei e non trovare tutti quelli che sono stati licenziati. Spero che nei prossimi giorni, riapertura dopo riapertura, si possa tornare a vivere il cinema in maniera vera e totalizzante e che compaiano all'orizzonte anche delle offerte di lavoro credibili, anche solo temporanee. Poi capita di leggere che in Italia un navigator prenda 1700 euro netti e non so cos'altro aggiungere.

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