"Redenzione" di Smith Henderson (Einaudi, traduzione di Paola Brusasco)

 

Finalmente un romanzo che non è esplosivo solo nelle dichiarazioni e nei commenti entuasiasti di un sacco di scrittori apprezzati dalla critica. "Redenzione", esordio di Smith Enderson (Einaudi, traduzione di Paola Brusasco), è un romanzo di quasi seicento pagine che mi ha stregato sin dall'inizio ed è stato molto bello scoprire che quanto scritto nel retro di copertina con la storia Pete Snow, assistente sociale con una vita di merda e alcolizzato, che quasi per caso si scontra/incontra col giovanissimo Benjamin e il padre Jeremiah, un uomo ossessionato dall'apocalisse e che vivono fra le montagne di un Montana isolatissimo, instaurando con loro un rapporto di rispetto e amicizia, è solo una parte del romanzo. 

Perché in quest'opera disturbante, violenta, commovente, esagerata, debordante, senza paura di confondere il lettore, dove si respirano echi di Cormac McCarthy, Edward Abbey, Denis Johnson ( e anche le atmosfere di David Means di Hystophia e con un finale meraviglioso e spiazzante per come infonde la possibilità di un cambiamento, si incontrano, all'ombra di una natura descritta in maniera splendida, storie di una disperazione che lasciano senza fiato e tratteggiate con un'umanità/compassione/stupore che mette i brividi: bambini e bambine che vivono in famiglie sfasciate piene di madri e padri tossicodipendenti e carcerari e dei quali Pete si deve occupare (bellissima la figura di Cecil) spesso con scarsa sfortuna affidandoli a famiglie affidatarie di fiducia o a istituti dove nessuno vorrebbe mai trascorrere una notte; la figlia di Pete, Rachel che scappa via dalla madre perdendosi fra le strade d'America e che il padre cercherà invano per anni; Luke, il fratello di Pete che si è dato alla macchia dopo aver picchiato l'agente di sorveglianza; Mary, un'altra assistente sociale, con un passato di sofferenza e abusi che per qualche mese sembrerà portare un po' di serenità nella vita di Pete e tanti altri uomini e donne alla deriva, infestati da sogni di supremazia razziale, impazziti per un Dio folle e disposti, come la moglie di Jeremiah, a sacrificare anche i propri figli in nome di interpretazioni allucinate e alla lettera della Bibbia e di teorie cospirazioniste.

E domani torno veramente al lavoro.

Anche se poi la situazione è tragica.

Fuori splende il sole ma ci sono troppi turisti in giro e avevo solo voglia di stare in casa a leggere.

Il bagno nel lago preferisco farlo quando non c'è nessuno in giro.



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