La rottura di scatole sui giovani d'oggi, mia sorella Anna e un po' di dischi che mi stanno piacendo
Quando ero un ragazzino c'erano sempre una mia parente e un vicino di casa comunista che non facevano che ripetermi "Non ci sono piu' i ragazzi di una volta, non avete piu' rispetto per niente, siete dei fannulloni, sboccati, viziati e vi rovinate il cervello con quei cartoni animati che guardate tutto il giorno."
Metà anni '80.
Una volta mio nonno senti' questo vicino di casa farmi la predica e mi disse: "Guarda Andrea, mio nonno e le mie zie mi dicevano che non eravamo come i ragazzi di una volta. Sono tutte storie da vecchi, tu lasciali parlare e vai avanti per la tua strada".
Mio nonno era nato nel 1918.
Le stesse parole di conforto e l'invito a fregarmene delle lagne degli anziani e degli adulti me le diceva mia nonna Dina.
Ed era nata nel 1902.
Ho 42 anni ma non ne posso piu' di ascoltare che i ragazzi di oggi visto che stanno sui social, giocano alla Playstation sono dei viziati, dei bamboccioni, senza spina dorsale. Lavorando al cinema ho conosciuto questa nuova generazione. Avevo due colleghe innamorate delle storie su Instagram e della movida serale, devote delle influencer, giocavano alla Playstation con i loro fratelli, senza social non avrebbero potuto vivere, tatuate, super truccate e svestitite e: studiavano all'università e lavoravano al cinema nei festivi, le domeniche, fino a notte fonda per non pesare troppo sui propri genitori. Le ho viste lavorare dal 23 di dicembre al 6 di gennaio senza un giorno di pausa. Tutte e due, ho appena saputo, si sono laureate col massimo dei voti e tutte due proseguiranno il loro percorso di specializzazione.
Tutte queste chiacchiere (ieri ho acceso un secondo la tv su Rete4 e dopo aver ascoltato per due minuti le cazzate di Raffaele Morelli, ho spento e son tornato a leggere) sono figlie della superficialità, di un mondo di adulti e moralizzatori che amano parlarsi addosso, semplificare, banalizzare un mondo complicato come quello dei giovani che per provare a conoscerlo, decriverlo, capirlo devi prima levarti i pregiudizi, i paraocchi abbandonando sicurezze, metri di giudizio che appartengono ad un'altra epoca storica. Poi certo ci saranno difetti, problemi, situazioni incomprensibili ma queste generalizzazioni, questa criminalizzazione dei giovani mi stanno veramente sulle scatole.
E sempre per stare sull'argomento: mia sorella ha 46 anni e fin da piccola è stata una devota degli anime giapponesi (ancora oggi ho saputo che si è riguardata tutto Candy Candy), stravedeva per Beverly Hills e Saranno Famosi e nelle pause di studio guardava Amici di Maria De Filippi. Mia sorella è diventata un'egittologa, parla e scrive in sei lingue, per studiare all'università ha vinto borse di studio e ha lavorato come guida nei musei e dato ripetizioni al sabato pomeriggio e con le sue amiche è andata ai concerti dei Take That e per questo motivo nell'ambiente universitario/archeologico/intellettuale l'hanno spesso considerata una ragazza frivola o per capirsi meglio "non una vera archeologa". Ha scavato per anni in Egitto, ha lavorato al Museo Marta di Taranto, oggi è la responsabile della collezione egizia del Museo di Firenze. Legge 200 libri all'anno e la sera legge spesso i classici greci e latini in lingua originale (a casa nostra ci sono tanti classici geci e latini senza alcuna traduzione), ama il mare, divertirsi con le amiche e fare il culo alle persone, legge Glamour, guarda ancora Amici e X-Factor, fa yoga, è magrissima e le piace mangiare, va dal parrucchiere una volta a settimana, va in chiesa e non smette di studiare. Non ama i posti radical chic, i centri sociali, le manifestazioni di piazza, i fascisti e preferisce Una Mamma per Amica ai film del festival di Venezia.
Insomma, mica l'intellettuale posata, seria. Tutto il contrario.
Ma non c'entrano i successi lavorativi o intellettuali a farne delle belle o brutte persone ma il fatto che siano persone con tutti i loro difetti, incongruenze, aspetti che non capiamo e che magari non ci piacciono ma il mondo per fortuna è vario, incomprensibile, sfuggente e ogni generazione è una generazione con lati positivi e negativi.
Ecco, io sui giovani d'oggi non ci scatarrerei mai sopra.
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Qualche disco che mi sta piacendo:
"Distant Light" dei Tape Waves
"The Monster Who Hated Pennsylvania" di Damien Jurado
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Purtroppo siamo la patria dei luoghi comuni e della gente che ragiona a compartimenti stagni. Bellissimo post!
RispondiEliminaCiao Lucien, grazie per il "bellissimo". Siamo un mondo che ha sempre paura dei giovani, dei cambiamenti. Certo, non tutti i cambiamenti mi devono piacere ma quando incontro un ragazzo di 20 anni la prima cosa che mi interessa è stare ad ascoltarlo.
Elimina"ogni generazione odia quella che viene dopo"
RispondiEliminaIo ho risolto alla base; odio tutti, indistintamente.