Sofi Oksanen, totalitarismi, Robert Conquest, Mila, Je suis le prix de votre liberté

 

Ho riletto con grande piacere e emozione “Quando i colombi scomparvero” di Sofi Oksanen(Feltrinelli, traduzione di Nicola Rainò), confermandomi ancora una volta come la scrittrice finlandese di origini estoni sia una delle voci più interessanti e liberi della letteratura europea e non solo. 

Una storia ambientata in Estonia in un arco temporale che va dalla Seconda Guerra Mondiale a metà degli anni e che restituisce, attraverso la storia di due cugini estremamente diversi fra di loro, tutto l'orrore patito dal popolo estone prima sotto il giogo comunista, poi quello nazista e di nuovo quello comunista fino alla tanto agognata liberazione avvenuta nel 1991 col crollo della dittatura comunista. Un romanzo in cui si racconta cosa significa lottare per la libertà e non riuscire mai a sentirsi mai veramente liberi e vengono esplorati i meccanismi della dittatura, della propaganda, di una realtà plasmata e riassemblata a seconda delle esigente e dove tutti i cittadini diventano passibili di reati, prigionia, di essere additati come pericolosi sovvervisi, controrivoluzionari, indesiderati, nemici dello Stato, gente infetta da estirpare, cancellare, spedire nei campi di concentramento, nei gulag, nelle fosse comuni, nelle carceri, ridotte alla pazzia, fatte sparire.

Per una migliore e più dettagliata recensione vi rimando a questo link e anche questa volta mentre lo leggevo ho ripensato a quella signora ucraina che divenne amica di mia nonna durante una vacanza in Liguria e che non smetteva mai di ripetermi quel giorno che la incontrai (ero un ragazzino delle medie): Io non capisco proprio come ci sia ancora gente che possa difendere l'Unione Sovietica, Stalin, la rivoluzione d'Ottobre. Gran parte della mia famiglia è stata fatta fuori o è morta di fame durante gli anni '30, poi è arrivata la guerra, poi i nazisti, poi ci hanno detto che eravamo amici dei nazisti ma volevamo solo coltivare la nostra terra e invece niente e avevano pure il coraggio di dirci che lo facevano per il nostro bene, per farci stare meglio, per liberarci dalla povertà. Prima eravamo poveri, quando sono arrivati i comunisti siamo diventati ancora più poveri. E prigionieri lo eravamo prima del comunisti e lo siamo stati anche dopo


 

E chissà in quanti hanno letto i libri di Robert Conquest che hanno fatto una fatica del diavolo a essere pubblicati, distribuiti e letti in Italia? Titoli come "Il grande terrore" o "Raccolto di dolore" .

 

Penso in pochi (a sinistra) mentre credo che in molti abbiano letto libri sul nazismo o sul fascismo. Non è solo questione di interessi. Praticamente non conosco quasi nessuno che abbia letto, a parte "1984"di Geroge Orwell (ne conosco anche tanti che negano che quel libro sia in primis una feroce critica del mondo comunista), i libri di Arthur Koestler o Aleksandr Isaevič Solženicyn o di altri narratori, saggisti, poeti oppositori del regime comunista se non addetti ai lavori (gente del mondo editoriale, lettori forti, recensori, giornalisti, scrittori) o per motivi legati a percorsi universitari mentre (anche per motivi ovvi visto che siamo gli inventori del Fascismo) su campi di concentramento, memorialistica varia, eccetera ne conosco a centinaia che hanno le librerie piene di libri di questo tipo. C'è un libro bellissimo ma non di facile lettura che vi consiglio per quest'estate:


 

Segnalo un'ultima cosa. Ho cercato di dare tutto il mio sostegno a Mila e oggi Il Foglio dona a tutta Italia alcune pagine del suo libro appena uscito in Francia e Giulio Meotti ci ha scritto sopra come al solito qualcosa di veramente bello e senza alcuna paura: " "Se Mila avesse deriso i cattolici e non l'Islam, Lgbt e femministe sarebbero sulle barricate" Mentre la liceale minacciata di morte definisce "vile" il silenzio arcobaleno, qualcosa si muove. "Con Mila e contro le bestie che ci fanno credere che la morte è vita e l'odio è amore"


 




 

Commenti

  1. Io non credo che siano ancora in molti a difendere la dittatura stalinista e l'oppressione del giogo comunista nell'ex Unione sovietica. Credo che chi lo fa, lo faccia per ignoranza e reale non conoscenza di cosa è stato quel periodo.

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    1. Ciao Andrea, stalinisti convinti ne ho incontrati e cosi' come di persone che ritornerebbero volentieri a sparare ma ovviamente sono pochi ma spesso quando si parla con persone di sinistra del periodo comunista risuonano sempre dei "ma, si', pero', devi contestualizzare e poi sai insomma, quando si fanno le rivoluzioni..." e via di questo passo con la perla del "e l'Armata Rossa ha pure liberato Auschwitz" dimenticando che nello stesso periodo avevano i gulag pieni di uomini e donne destinati alla morte o a ogni sofferenza possibile. Anche oggi per tanti a sinistra Cuba non è una dittatura e quando ti dicono che lo è poi si ritorna sulle giustificazioni e sulla sanità migliore dell'America Latina e magari sono gli stessi che tuonano contro la mancanza di democrazia in Italia. E spesso poi tutto si ferma al periodo stalinista e invece a me piace ricordare Turati che nel 1921, in maniera quasi profetica, metteva in guardia su quanto stava accadendo in Russia e sui pericoli insiti in una ideologia massimalista e teorizzatrice della dittatura del proletariato e nel 1921 Lenin era ancora vivo.
      Pensa soltanto che il libro di Conquest (che tra l'altro contiene degli errori ma è stato uno dei primi a parlare del genocidio ucraino) doveva uscire nel 1970 per Garzanti ma non fu pubblicato perchè osteggiato dalla classe intellettuale di sinistra ed è stato pubblicato solo nel 2004 da una piccolissima casa editrice. A dimostrazione di quanto ancora oggi si faccia fatica a discutere di queste questioni, anche perché poi (succede regolarmente anche a me) si finisce spesso per essere additati come reazionari, filo fascisti e altre robe...

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  2. Mi hai incuriosito. Proverò a cercare il libro di Conquest.
    Ciao.

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    1. son molto belli i suoi libri. Quello in cui parla del genocidio ucraino è Raccolto di dolore.

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