"Il manifesto del rinoceronte. L'avventura del liberalismo" di Adam Gopnik (Guanda, traduzione di Isabella C. Blum)

 


 

Tutte le volte che ho risposto alle domande del test "Che liberale sei?" della Fondazione Luigi Einaudi sono sempre risultato "liberale classico" e fra i libri associati a questo profilo (ma non solo a questo profilo) c'è "Il manifesto del rinoceronte. L'avventura del liberalismo" di Adam Gopnik (Guanda, traduzione di Isabella C. Blum). Alla fine sono riuscito a procurarmelo e a leggerlo e credo di poter dire che (salvo alcuni passaggi ma questo è ovvio proprio per qualsisi liberale, anche perché ho tratti un po' più libertari rispetto all'autore) c'è davvero tanto di me stesso in questo bellissimo libro che ha il ritmo di un romanzo, empatico, profondo, leggero. So di far parte ormai di una minoranza e di non essere molto apprezzato tanto a destra quanto a sinistra ma non m'interessa. L'unico rammarico è di non avere il tempo per leggere tutti quei testi di stampo liberale che m'interessano ma piano piano li recupererò. Compresa la rilettura di "Middlemarch" di George Eliot e se vi state chiedendo cosa c'entra questo romanzo con il liberalismo, ecco la risposta la potete trovare anche nell'opera di Gopnik.

Ecco un estratto ma ci sarebbero tanti passaggi, anche più "tecnici", che trascriverei volentieri:

"Che cos'è il liberalismo, allora? Un'avversione nei confronti della crudeltà. Un'osservazione intuitiva della condotta umana radicata in una dolorosa ammissione, sia della nostra fallibilità, sia dell'inadeguatezza della nostra mente combattuta e incapace di trovarsi nel giusto abbastanza spesso da potersi autodeterminare. La convinzione che la simpatia, che fa da collante della società umana, possa emapnciparsi dal nostro sospettoso passato di clan. Un programma di riforma permanente basato sulla ragione e su un appello al ragionamento, consapevole della fallibilità umana e aperto alla lezione dell'esperienza. La consapevolezza che piccole istituzione sociali aperte - anche se non più grandi di un café o più esplicitamente politiche di un parco - svolgano un ruolo importantissimo nel generare menti libere e nel garantire la sicurezza pubblica. Una fede nel dibattito razionale più che in un rituale ereditato; e nella riforma, più che nella rivoluzione o nella reazione. La fiducia nel cambiamento radicale ottenuto attraverso misure pratiche. La disponibilità ad agire in nome della parità - in modo nonviolento ma tangibile, a volte a dispetto delle minacce di violenza. La convinzione che la vita dovrebbe essere giusta (o più giusta, o giusta quanto parrebbe giusto): la vita di un individuo non dovrebbe essere determinata da chi erano i suoi genitori, da quanto denaro può aver ereditato o dalla sfumatura del colore della pelle stabilita dal patrimobio genetico. La convinzione che la ricerca di una felicità non convenzionale da parte dell'individuo possa unirsi alla fede condivisa in una procedura equa. 
Tutto questo alla luce di una forte, benché non decisiva, inclinazione materialista sulla fede nel piacere terreno; la convinzione secondo cui - per quanto una qualsiasi ricerca o gratificazione spirituale possa conferire maggior significato alla nostra vita finita - nulla di tutto ciò significhi molto se le persone non hanno cibo a sufficienza, non hanno un tetto sopra la testa, non ricevono un'istruzione e, in una certa misura, non sono esposte a stimoli piacevoli. (Con questo, tuttavia, va riconosciuto che nella metà dei casi i grandi movimenti di riforma sono cominciati nelle chiese, non meno che nei circoli.)
Questi valori sono radicati in una semplice idea morale sulla capacità umana, un'idea morale sulla fonte di significato nell'immaginazione individuale. Questo vuol dire semplicemente che sono le persone a creare i propri valori, valori che non vengono trasmessi loro dall'alto o dal passato. Questo ideale umanistico è ciò che innerva il liberalismo e lo inonda di energia morale. L'opposto dell'umanesimo non è il teismo, ma il fanatismo; l'ooposto del liberalismo non è il conservatorismo, ma il dogmatismo. Il fanatismo è pertanto il principale nemico dell'umanesimo, e nella vita politica è il principale nemico dell'idea liberale.
Il liberalismo crede nell'imperfettibilità del genere umano: è un programma di riforma permanente inteso ad alleviare la crudeltà intorno a noi. Il risultato non sarà una società perfetta, ma semplicemente una società diversa, anch'essa con i suoi difetti imprevisti da correggere, ma in cui alcune delle ingiustizie peggiori - come come strappare gli arti alle persone, oppure considerarle proprietà di qualcuno, o ancora privare metà della popolazione del diritto di esprimersi sul proprio futuro - siano eliminate, si spera una volta per tutte. Questo è il massimo avvicinamento del liberalismo a una visione utopistica: una società futura difettosa, come lo è la nostra, ma che con il passare del tempo diventi meno crudele.
Smith e Hume, Lewes e Eliot, Mill e Taylor, Rustin e Montaigne, Olmsted e Putnam condividono la fiducia nel dialogo sociale come antidoto all'autorità, e sono tutti convinti che, per quanto faticoso sia, valga la pena riformare il mondo. Tutti loro hanno elaborato filosofie, progettato ed eseguito studi empirici, e a volte hanno ottenuto risultati davvero importanti che però non sempre sembrarono tali ai contemporanei. Spesso le loro conquiste avevano poco a che fare con il concetto di "successo": uno fu un sindaco mediocre in un regime corrotto, un altro un membro inefficace del Parlamento, un altro ancora un depresso che progettava parchi. Nessuno di costoro aveva una spiegazione per tutto, buona per tutte le stagioni; ognuno si concentrò su un luogo o su una parte di tutto." (pp. 93-96)



Mi sto affezionando a La Ragione e d'accordissimo con l'editorale di Davide Giacalone.
 
 
E altro giornale che apprezzo tantissimo e che ieri ha avuto il coraggio di uscire con questa prima pagina.
 
 
.......
 


 ....





Commenti

  1. "Giusta quanto parrebbe giusta" ecco forse il limite del liberalismo. L'indefinito.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. X me è invece quasi un pregio... di limiti e sfumature ce ne sono ovviamente ma resta la mia "famiglia" , imperfetta, dove mi sento a casa e ogni giorno messo in dubbio

      Elimina

Posta un commento

Post più popolari