Inizio
con il dire che la candidatura non era preventivata. Poco più di un
mese fa ho lanciato insieme al Presidente dell'Associazione Marco
Pannella di Torino un appello a tutti i candidati Sindaco. Anche a mezzo
stampa. Un appello che conteneva i punti che noi ritenevamo essenziali
per incardinare un dialogo. Bene, in tutto questo tempo l'unica persona
che si è fatta sentire è stato Paolo Damilano. Non solo si è fatta
sentire ma ha deciso di sedersi a parlare con noi. Poi i punti proposti
sono stati fatti propri dalla lista Progresso Torino. Così io e Maria
Anna Ferrara abbiamo deciso di metterci la faccia. Non è un bel periodo
per mettercela ma il fatto di aver potuto inserire al primo punto
l'emergenza carcere di Torino è stata per quanto mi riguarda decisiva in
questo senso.
Le
competenze non sono comunali ma il Sindaco ha una certa rilevanza e
credo possa avere quella voce in capitolo che altri non possono avere.
Accetto il rischio che il giorno dopo le
elezioni Damilano si rifiuti di trattare il tema carcere. Ma preferisco
correre quel rischio piuttosto che avere le certezze di questi anni: il
nulla assoluto. Anche se per ora Damilano ha rispettato sempre la parola
e non ho motivi di pensare il contrario. Credo
che occorra amplificare le voci spesso inascoltate dei Garanti comunale
e regionale. E poi ci siamo noi a rompere le scatole. Occorre
riprendere il dialogo con le autorità preposte. Avremo sicuramente una
voce più forte ne sono convinto. D'altronde nulla chiediamo se non il
rispetto della legge.La
stessa domanda te la rivolgo a proposito del CPR di Brunelleschi che anche quello è
una vergogna per chi ha a cuore lo stato di diritto. Possibile che
esistano ancora luoghi del genere nelle nostre città?
C'è
un problema generale, c'è anche per il CPR certo. È importante
risvegliare la coscienza civica che è addormentata. C'è bisogno di tutti
i cittadini: sono loro che fanno la differenza. Occorre mettere sempre
quei temi sotto la luce piuttosto che lasciarli nelle tenebre.
Sul
tema droga, come anche sul tema carcere, visto che le sensibilità
all'interno dello schieramento di centrodestra sono molto variegate e
decisamente proibizioniste, quali sono le proposte concrete che
intendete portare?
Sono
due temi diversi. Sul tema carcere c'è grande apertura. In ogni
appuntamento della Lista dove vado si parla di carcere. Gli altri
candidati della lista hanno capito che è un tema su cui non si discute.
Io stesso è l'unico tema che ho posto come imprescindibile perché
riguarda la tenuta dello stato di diritto. Il
tema antiproibizionismo è diverso: lì ci sono sensibilità diverse nel
centrodestra. Noi chiediamo di poter avanzare delle proposte. Di aprire
un dibattito e di poter fare informazione. Noi crediamo che il
proibizionismo abbia fallito. Vogliamo proporre altre strade. Come già
si sperimenta in altre città e Stati del mondo. Quello che vogliamo noi
lo sappiamo. Molto dipenderà anche da quanta forza avremo dopo le
elezioni. Le sorprese possono esserci, io ad esempio non avrei mai
immaginato che si sarebbe potuto fare i referendum giustizia con un
comitato promotore costituito da Lega e Partito Radicale. E invece è
bene credere, non lo dico io ma i fatti. Un risultato lo abbiamo già
ottenuto: si è parlato di questi temi diffusamente sulla stampa locale
come non accadeva da tempo.Un
altro dei temi scottanti che infiamma, in maniera anche molto
pretestuosa, il dibattito publbico è quello relativo alla movida e al mondo
giovanile. Rimbombano le richieste di maggiori controlli, di divieti di
vendita di alcolici dopo una determinata ora, di presidi di polizia.
Tutto un mondo, a destra e sinistra, non fa che parlare di repressione e
“legalità”, invocando l'utilizzo sempre più massiccio di strumenti
come Daspo urbani, fogli di via, telecamere, presidi fissi delle forze
dell'ordine. Su questo tema come la vedi e quali sono le tue proposte al riguardo?
Io
credo sempre che l'informazione e la formazione siano da sempre le
migliori risposte anche se fanno poco "rumore". Bisognerebbe fare
campagne di informazione e di responsabilizzazione e utilizzare gli
strumenti repressivi e sanzionatori sempre come extrema ratio quando
tutti gli altri presidi sono falliti. Ci vuole del tempo ma è l'unica
vera strada. Bisogna dapprima avere il coraggio e soprattutto la volontà
di percorrerla.Sul
rapporto cittadino- servizio pubblico se ne potrebbe discutere
ampiamente. Cosa secondo te si potrebbe migliorare a Torino nel
rapporto cittadino – amministrazione?
Tantissimo.
È uno dei punti a cui tengo di più. Meno sanzioni, meno telecamere
utilizzate per comminare multe che stanno lì pronte a guardare se si
supera il kilometro orario. E investire tanto nelle scuole e
parallelamente nella formazione del personale pubblico. Mi rendo conto
che i conti pubblici sono disastrati ma è sbagliato "fare cassa" sul
cittadino. Il rapporto col "Pubblico" va ricostruito completamente. Il
cittadino e il "Pubblico" devono percepirsi come alleati non come
nemici. Altrimenti si sta sbagliando più di qualcosa. Ci vuole tempo ma i
veri risultati si vedono con il tempo e l'impegno, non con gli slogan.L'ultima
domanda che ti rivolgo, visto che si parla tanto di transizione
ecologica, è a proposito del tema ambientale e quindi: traffico, zone
pedonali, piste ciclabili, riqualificazione degli spazi urbani. Come
immagini la Torino dei prossimi anni/decenni, con la
speranza che venga il prima possibile ultimata la Torino-Lione?
Sicuramente
Torino dovrà essere all'avanguardia riguardo ai temi ambientali. Amo
passeggiare nei parchi e utilizzare mezzi alternativi, mi muovo spesso a
piedi anche per distanze direi considerevoli. Anche qui, occorre andare
verso la sostenibilità ai giusti passi. Immaginare una città sempre più
verde è possibile con uno sguardo realista e un approccio coerente ed
equilibrato tenendo conto di tutti gli aspetti impattati. Anche qui mi
tengo lontano dalla politica degli slogan molto di moda specie di questi
tempi.
contatti:
Commenti
Posta un commento