Intervista a Mario Barbaro, candidato al consiglio comunale nella lista Progresso Torino

 
Nei giorni scorsi Mario Barbaro, coordinatore dell'Associazione Marco Pannella di Torino ha presentato la sua candidatura all'interno della Lista Progresso Torino. Ho deciso allora di rivolgergli alcune domande per capire le ragioni di questa sua candidatura.

Buongiorno Mario, mi piacerebbe conoscere le ragioni di questa tua decisione di presentarti per le ormai prossime elezioni di Torino all'interno della lista Progresso Torino che sostiene la candidatura a sindaco di Paolo Damilano, candidato della coalizione di centrodestra.


Inizio con il dire che la candidatura non era preventivata. Poco più di un mese fa ho lanciato insieme al Presidente dell'Associazione Marco Pannella di Torino un appello a tutti i candidati Sindaco. Anche a mezzo stampa. Un appello che conteneva i punti che noi ritenevamo essenziali per incardinare un dialogo. Bene, in tutto questo tempo l'unica persona che si è fatta sentire è stato Paolo Damilano. Non solo si è fatta sentire ma ha deciso di sedersi a parlare con noi. Poi i punti proposti sono stati fatti propri dalla lista Progresso Torino. Così io e Maria Anna Ferrara abbiamo deciso di metterci la faccia. Non è un bel periodo per mettercela ma il fatto di aver potuto inserire al primo punto l'emergenza carcere di Torino è stata per quanto mi riguarda decisiva in questo senso.
 
Fra i temi concordati ci sono alcune battaglie che sono “proprie” del mondo radicale, come carcere e droga. Partiamo dal tema carcere. Il carcere Lorusso Cotugno delle Vallette versa in uno stato tragico, come anche testimoniato dall'ultima visita di esponenti del Partito Radicale come te, Rita Bernardini, il garante dei diritti Bruno Mellano. Visto che le competenze non sono comunali quali sono le vostre proposte fattibili sul tema carceri?
 
Le competenze non sono comunali ma il Sindaco ha una certa rilevanza e credo possa avere quella voce in capitolo che altri non possono avere. Accetto il rischio che il giorno dopo le elezioni Damilano si rifiuti di trattare il tema carcere. Ma preferisco correre quel rischio piuttosto che avere le certezze di questi anni: il nulla assoluto. Anche se per ora Damilano ha rispettato sempre la parola e non ho motivi di pensare il contrario. Credo che occorra amplificare le voci spesso inascoltate dei Garanti comunale e regionale. E poi ci siamo noi a rompere le scatole. Occorre riprendere il dialogo con le autorità preposte. Avremo sicuramente una voce più forte ne sono convinto. D'altronde nulla chiediamo se non il rispetto della legge.

La stessa domanda te la rivolgo a proposito del CPR di Brunelleschi che anche quello è una vergogna per chi ha a cuore lo stato di diritto. Possibile che esistano ancora luoghi del genere nelle nostre città?


C'è un problema generale, c'è anche per il CPR certo. È importante risvegliare la coscienza civica che è addormentata. C'è bisogno di tutti i cittadini: sono loro che fanno la differenza. Occorre mettere sempre quei temi sotto la luce piuttosto che lasciarli nelle tenebre. 
 
Sul tema droga, come anche sul tema carcere, visto che le sensibilità all'interno dello schieramento di centrodestra sono molto variegate e decisamente proibizioniste, quali sono le proposte concrete che intendete portare?

Sono due temi diversi. Sul tema carcere c'è grande apertura. In ogni appuntamento della Lista dove vado si parla di carcere. Gli altri candidati della lista hanno capito che è un tema su cui non si discute. Io stesso è l'unico tema che ho posto come imprescindibile perché riguarda la tenuta dello stato di diritto. Il tema antiproibizionismo è diverso: lì ci sono sensibilità diverse nel centrodestra. Noi chiediamo di poter avanzare delle proposte. Di aprire un dibattito e di poter fare informazione. Noi crediamo che il proibizionismo abbia fallito. Vogliamo proporre altre strade. Come già si sperimenta in altre città e Stati del mondo. Quello che vogliamo noi lo sappiamo. Molto dipenderà anche da quanta forza avremo dopo le elezioni. Le sorprese possono esserci, io ad esempio non avrei mai immaginato che si sarebbe potuto fare i referendum giustizia con un comitato promotore costituito da Lega e Partito Radicale. E invece è bene credere, non lo dico io ma i fatti. Un risultato lo abbiamo già ottenuto: si è parlato di questi temi diffusamente sulla stampa locale come non accadeva da tempo.

Un altro dei temi scottanti che infiamma, in maniera anche molto pretestuosa, il dibattito publbico è quello relativo alla movida e al mondo giovanile. Rimbombano le richieste di maggiori controlli, di divieti di vendita di alcolici dopo una determinata ora, di presidi di polizia. Tutto un mondo, a destra e sinistra, non fa che parlare di repressione e “legalità”, invocando l'utilizzo sempre più massiccio di strumenti come Daspo urbani, fogli di via, telecamere, presidi fissi delle forze dell'ordine. Su questo tema come la vedi e quali sono le tue proposte al riguardo?


Io credo sempre che l'informazione e la formazione siano da sempre le migliori risposte anche se fanno poco "rumore". Bisognerebbe fare campagne di informazione e di responsabilizzazione e utilizzare gli strumenti repressivi e sanzionatori sempre come extrema ratio quando tutti gli altri presidi sono falliti. Ci vuole del tempo ma è l'unica vera strada. Bisogna dapprima avere il coraggio e soprattutto la volontà di percorrerla.

Sul rapporto cittadino- servizio pubblico se ne potrebbe discutere ampiamente. Cosa secondo te si potrebbe migliorare a Torino nel rapporto cittadino – amministrazione?


Tantissimo. È uno dei punti a cui tengo di più. Meno sanzioni, meno telecamere utilizzate per comminare multe che stanno lì pronte a guardare se si supera il kilometro orario. E investire tanto nelle scuole e parallelamente nella formazione del personale pubblico. Mi rendo conto che i conti pubblici sono disastrati ma è sbagliato "fare cassa" sul cittadino. Il rapporto col "Pubblico" va ricostruito completamente. Il cittadino e il "Pubblico" devono percepirsi come alleati non come nemici. Altrimenti si sta sbagliando più di qualcosa. Ci vuole tempo ma i veri risultati si vedono con il tempo e l'impegno, non con gli slogan.

L'ultima domanda che ti rivolgo, visto che si parla tanto di transizione ecologica, è a proposito del tema ambientale e quindi: traffico, zone pedonali, piste ciclabili, riqualificazione degli spazi urbani. Come immagini la Torino dei prossimi anni/decenni, con la speranza che venga il prima possibile ultimata la Torino-Lione?


Sicuramente Torino dovrà essere all'avanguardia riguardo ai temi ambientali. Amo passeggiare nei parchi e utilizzare mezzi alternativi, mi muovo spesso a piedi anche per distanze direi considerevoli. Anche qui, occorre andare verso la sostenibilità ai giusti passi. Immaginare una città sempre più verde è possibile con uno sguardo realista e un approccio coerente ed equilibrato tenendo conto di tutti gli aspetti impattati. Anche qui mi tengo lontano dalla politica degli slogan molto di moda specie di questi tempi.
 
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